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Perché YouTube ha abbandonato le produzioni originali come Cobra Kai

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Cobra Kai, Step Up, partite come "original" di YouTube, hanno poi traslocato altrove, Netflix inclusa. Come mai? Neal Mohan, CEO di YouTube, spiega dove fosse il problema... e perché all'azienda non conviene finanziare direttamente contenuti originali.

Perché YouTube ha abbandonato le produzioni originali come Cobra Kai

Pensando a una serie di successo come Cobra Kai, che si conclude proprio in questo periodo con la sesta stagione su Netflix, sembra strano ricordare che il progetto non era partito per quella committenza: era infatti una produzione originale YouTube Red / Premium, nel periodo in cui la piattaforma streaming aveva deciso di sfidare i colossi concorrenti nella produzione di contenuti originali. Il trasloco su Netflix di un titolo così importante dovrebbe suggerire cosa sia accaduto: YouTube ha cambiato idea. Perché? Neal Mohan, CEO dal 2023, lo ha spiegato a Variety. In due parole: non conveniva. Leggi anche Cobra Kai, il co-ideatore avrebbe voluto un cameo di Hilary Swank

Cobra Kai, Step Up e la rinuncia di YouTube ai contenuti originali

Era il 2015 quando YouTube decise di entrare nell'arena delle produzioni originali, sfidando HBO Max e Netflix sul loro stesso terreno (Disney+ nemmeno esisteva). Dal 2018 il servizio YouTube Red (poi Premium) cominciò a proporre Cobra Kai della Sony Pictures Television, Step Up tratta dall'omonima saga cinematografica, nonché prodotti più professionali da parte di youtuber noti come PewDiePie. Fatto sta che l'entrata in un mercato sovraffollato di questo tipo di proposte è andata spegnendosi dal 2022, fino a una decisa voltata di spalle da parte della nuova dirigenza: Cobra Kai della Sony Pictures Television ha come sappiamo traslocato su Netflix dal 2021, dalla terza stagione, così come Step Up, trasferitosi nei lidi Starz. Cosa non ha funzionato economicamente, a dispetto dell'accoglienza calorosa per Cobra Kai? La questione è più che altro: cosa non ha funzionato abbastanza?
Il CEO Neal Mohan spiega: si è capito che lo sforzo economico non valeva la candela. La qualità dei contenuti caricata dall'utenza stessa, o da professionisti terzi, basta e avanza per sostenere YouTube: "I grandi content creator sono la nuova Hollywood, producono i contenuti che la gente vuole guardare. Questo eliminava già il bisogno da parte nostra di fare alcunché, perché i nostri creator fanno tutto da soli." Ritenendo peraltro che fino al 2022 non si fosse fatto un gran lavoro nello scegliere questi progetti "premium" (anche se Cobra Kai è stata molto amata), si è deciso di focalizzare l'azienda sugli strumenti per favorire la creazione dei contenuti terzi. Non solo quelli amatoriali di influencer e utenza, ma anche quelli più professionali, che comunque secondo Mohan sono stati attirati in quegli anni in cui Google, proprietaria di YouTube, ha fatto piovere soldi su vip come Madonna o Jay-Z per realizzare video esclusivi.
Di certo alla maggior parte degli autori e delle case di produzione professionali convengono di più accordi con Netflix e affini, ma dal punto di vista di YouTube, il sistema dei pagamenti basati sulla popolarità dei video rimane il migliore: come spiegano gli analisti, YouTube non anticipa un centesimo, non rischia nulla... e tutto va bene così com'è.

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