Biancaneve è su Disney+: è stato davvero il peggior flop al boxoffice di un remake Disney?
Ora che il remake di Biancaneve è disponibile in streaming su Disney+, un bilancio del boxoffice parla di uno dei tonfi più sonori di queste operazioni disneyane. Ci sono due altri rifacimenti che sono andati peggio in termini assoluti, ma bisogna valutare tutti gli aspetti della questione.

Uno dei remake dal vero Disney più criticati a prescindere è disponibile in streaming su Disney+: anche a causa di polemiche che non avevano molto a che vedere col lungometraggio in sé, Biancaneve con Rachel Zegler e Gal Gadot ha stentato al boxoffice mondiale, almeno tenendo in conto i suoi vociferati altissimi costi di lavorazione. La sorpresa è che però, dati alla mano, non risulta l'incasso più basso nell'ambito di queste operazioni: almeno un altro film ha fatto di peggio, mentre un altro ancora in pandemia si è dovuto accontentare di un'uscita monca. Di quali film si tratta?
Biancaneve tra i remake meno remunerativi, insieme a Elliot il Drago Invisibile e Mulan
Il budget di produzione del nuovo Biancaneve di Marc Webb, come spesso accade nel mondo delle major, non è stato svelato ufficialmente, anche se le fonti di Deadline e Variety lo hanno collocato tra i 240 e i 270 milioni di dollari: è salito a dismisura anche a causa dei reshoot del 2024 (le riprese principali si erano svolte nella prima metà del 2022!), che hanno fatto slittare di un anno intero l'uscita prevista. Tra le critiche per quel che si era visto, e le polemiche di natura politica davanti alle quali Rachel Zegler non ha saputo contenersi, il film è faticosamente approdato ai cinema mondiali a marzo, raccogliendo nel mondo intero 205.600.000 dollari (fonte Boxofficemojo).
Un flop sonoro, eppure a Il drago invisibile del 2016 è andata peggio: il rifacimento a firma David Lowery di Elliott, il drago invisibile (1978) ha raggiunto a malapena i 143.700.000 dollari. Non stupisce più di tanto, considerando che il film originale era già una miscela di riprese dal vero e animazioni (in quel caso a mano libera e in 2D): mancava il traino della curiosità, né si trattava di uno dei superclassici, anche se il bonomico dragone ha una sua fetta di estimatori. Se guardassimo solo ai numeri del botteghino, in teoria in vetta dovrebbe esserci il nuovo Mulan (2020), con 70 milioni di boxoffice per 200 di spesa, ma è un po' fuori gara, perché a causa della pandemia in diversi paesi è uscito solo in streaming su Disney+, alterando le strategie distributive e la percezione del pubblico.
Attenzione: Biancaneve può tuttavia rimanere su quest'imbarazzante vetta, se per decretare il flop confrontiamo in modo più equo spesa e ricavo. I 143 milioni di Il drago invisibile infatti non sono così drammatici, se si tiene in conto il suo budget di produzione sui 65: è quasi andato in pari, ricordando sempre che le cifre riguardanti le spese di solito non includono il marketing. Diverso il discorso per Biancaneve: se per realizzarlo si fosse spesa la stessa cifra, ora non scriveremmo di un flop.
A prescindere dai giudizi sulle singole opere, una tendenza sembra piuttoso stabile, nell'ambito di questi remake: quando coprono la nostalgia degli anni Novanta o primi Duemila sono scommesse forse non sicure al 100% ma meno rischiose, come peraltro conferma l'eccezionale esito di Lilo & Stitch (costo 100 milioni, incasso mondiale finora 776!).
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