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Beatles '64: il bellissimo documentario prodotto da Martin Scorsese arriva il 29 novembre su Disney +

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Arriva il 29 novembre su Disney + Beatles'64, un documentario prodotto da Martin Scorsese, Paul McCartney, Ringo Starr e gli eredi di John Lennon e George Harrison che ci racconta da una prospettiva diversa il loro viaggio alla conquista dell'America. La recensione di Daniela Catelli.

Beatles '64: il bellissimo documentario prodotto da Martin Scorsese arriva il 29 novembre su Disney +

Sembra impossibile, con tutto quello che è stato scritto, fotografato e documentato sui Beatles, che ci sia ancora spazio per materiali inediti e nuove letture. Eppure il patrimonio del quartetto di Liverpool è un pozzo delle meraviglie senza fondo, e nelle mani di autori sensibili diventa occasione di celebrazione gioiosa e non retorica per chi, come noi, non ne ha mai abbastanza di quei ragazzi che sconvolsero il mondo. Beatles '64, del resto, è prodotto da Martin Scorsese, già autore del bellissimo e fluviale Living in a Material World dedicato a George Harrison, e il documentario, che racconta l'arrivo dei Beatles a New York nel febbraio del 1964 per partecipare all'Ed Sullivan Show e le loro apparizioni a Washington e Miami, ha tra i punti di forza le immagini girate in quel tour di tre settimane dai fratelli Albert e David Maysles, grandissimi documentaristi (autori anche di Gimme Shelter sui Rolling Stones), che testimoniano la vitalità, la spontaneità, l'inarrestabile energia e simpatia di quattro ragazzi di provincia della classe operaia inglese, capaci di sovvertire le regole e di portare al mondo (e anche alla gioventù americana) quella ventata di ottimismo e di allegria di cui avevano bisogno dopo l'assassinio del presidente Kennedy, avvenuto solo 3 mesi prima a Dallas.

Attraverso i Beatles ieri e oggi (bellissimi gli aneddoti che Ringo Starr racconta a Scorsese, le testimonianze di chi c'era, tra cui David Lynch e la figlia di Leonard Bernstein, uno dei pochi adulti a capirne la portata), il documentario firmato da David Tedeschi (già montatore del film di Scorsese su Harrison) ci racconta un'epoca in cui lo scarto generazionale è stato tra i maggiori, dando vita a una rivoluzione culturale e sociale senza precedenti e spiega perché i Beatles fossero invisi agli adulti, genitori dei ragazzi che impazzivano letteralmente per noi: intanto perché si erano formati sulla musica nera, quella della Motown, il soul, il rock e il rhythm 'n'blues, ovviamente mal vista dai bianchi adulti wasp e razzisti (esilarante il commento di Little Richard sulla versione della sua Tutti Frutti fatta da Pat Boone) e ne omaggiavano gli artisti, da Chuck Berry ai Miracles, dalle Ronettes agli Isley Brothers (quelli di Twist and Shout). Poi perché erano inclusivi di tutte le minoranze, si sentivano - ed erano - ragazzi normali in un mondo impazzito, provvisti di una sensualità non aggressiva e macho ma che, come viene giustamente osservato, proponeva un nuovo modello di uomo, capace di piangere, dichiarare il proprio amore di fronte a tutti, vestirsi (all'epoca pettinarsi) in modo eccentrico.

La Beatlemania travolse l'America (e il mondo), dove si ripeterono gli assedi delle ragazzine che cercavano di entrare negli hotel dove i Beatles alloggiavano e che la polizia trattava malissimo, tra le grida "isteriche" irreprimibili perché finalmente c'era qualcuno in cui potevano riconoscersi. C'è tutto questo ma anche molto altro in Beatles '64. Ci sono delle bellissime interviste, realizzate anni dopo questi eventi, con John Lennon e George Harrison, che ci dimostrano che persone speciali fossero, umanamente oltre che musicalmente, la commozione che si sprigiona quando Paul McCartney segue il filo dei ricordi mentre guarda le foto di quei momenti e definisce fratelli i suoi compagni di band scomparsi. Ma soprattutto ci sono loro, quattro ragazzi divertenti, sempre con la risposta pronta, a loro agio sul palco e davanti ai microfoni e alle telecamere, irriverenti, spiritosi e geniali, che attraversano con una invidiabile consapevolezza un mondo sottosopra, dove vigono ancora regole per loro incomprensibili.

Erano già così avanti allora, che anche attraverso le loro prime “canzonette” si percepisce l'universo musicale variegato e unico a cui avrebbero dato vita nei pochi anni della loro felice collaborazione. Alla fine, se Beatles '64 ci fa venire nostalgia anche dei giradischi, dei 45 giri e delle radioline a transistor che trasmettevano le loro canzoni, non è per un sentimento sterile di rimpianto del passato, ma semmai per la consapevolezza di quanto la musica potesse, come viene sottolineato nel film, cambiare il mondo e trasportarlo in una dimensione di pace e uguaglianza. I Beatles hanno incarnato un sogno e a distanza di 60 anni continuano a regalarci gioia, per cui, visto che questo bel documentario arriverà su Disney + nel Giorno del Ringraziamento, possiamo esprimere la nostra sincera gratitudine per averli avuti nelle nostre vite.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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