Rosario Dawson: "Gli Jedi ci ricordano che abbiamo la forza per arrivare a mete che sembravano irraggiungibili"
Al Filming Italy Sardegna Festival abbiamo intervistato Rosario Dawson, prossimamente nella seconda stagione di Ashoka. Con lei abbiamo parlato del codice Jedi, dello scenario politico americano e di Gabriele Muccino.
Della settima edizione di Filming Italy Sardegna Festival difficilmente dimenticheremo l'incontro con Rosario Dawson, che per noi è sempre stata la sensuale Gail di Sin City nonché la splendida Naturelle Riviera de La 25esima ora, tanto per citare due ruoli iconici che sono entrati di diritto nell'immaginario pop dell'inizio del nuovo millennio. In una giornata di maestrale abbiamo scoperto con gioia che Rosario è una persona molto alla mano e con un gran senso dell'umorismo, una donna intelligente e decisa che ha a cuore la salvaguardia dell'ambiente e i diritti delle minoranze.
Nel 2023 l'attrice è diventata la protagonista della miniserie legata all’universo di Star Wars Ahsoka, le cui vicende si svolgono dopo quelle narrate nella terza stagione di The Mandalorian. Sappiamo bene che ci sarà una seconda stagione e quindi, appena la Dawson ci concede un po’ di tempo per un'intervista, cerchiamo di farci svelare qualcosa. Lei, purtroppo, sa di dover restare muta come un pesce e quindi risponde: "Non posso parlare della seconda stagione di Ashoka, ma posso dirvi che sono tanto felice di farla. Ancora non abbiamo cominciato le riprese e manca del tempo, e se vi rivelassi anche il più piccolo particolare, mi ucciderebbero: magari c'è un cecchino che si aggira da queste parti e che mi controlla a vista”. Di fronte alla nostra espressione delusa, Rosario Dawson si apre in un sorriso e dice: "Le uniche informazioni che posso darvi riguardano altri progetti. Al momento sto producendo, per esempio, un film intitolato Midnight e dovremmo cominciare le riprese la prossima settimana. Nel cast siamo Milla Jovovich ed io. Si tratta del secondo film che faccio insieme a lei dopo He Got Game di Spike Lee, che ho girato quando avevo 18 anni. Inoltre sono produttrice esecutiva del documentario ecologista Come on Ground, che parla della salute del suolo. Sono molto legata a questo progetto e non vedo l'ora che esca".
Se Ahsoka 2 è un argomento tabù, possiamo comunque chiedere a Rosario Dawson il suo pensiero sul codice Jedi e testare il suo grado di preparazione sulla saga di Guerre Stellari: "Non posso dire di sapere tutto di Star Wars" - ci confessa. "Ci sono persone che sanno tutto e regolarmente mi interrogano. Sono davvero felice che mi sia stata data la possibilità di far parte dell'universo di Star Wars. Quando vedo Mark Hamill, Carrie Fisher e Harrison Ford, mi viene in mente che nessuno di loro aveva idea del successo che avrebbe avuto la prima trilogia. I tempi erano diversi e loro facevano molti altri film. Ora invece l'universo di Star War si è allargato e io devo studiare tantissimo. Il codice Jedi è molto complesso e, nell'avvicinarmi ad Ashoka, ho preso ispirazione da Bruce Lee, che per me rappresenta una persona con la testa sulle spalle, capace ed esperta. Nella mia interpretazione cerco di rendere concreto e realistico il pensiero Jedi, e credo che sia molto importante trasmettere l'idea di qualcuno che è presente a sé stesso e che dà sempre il meglio. Mi piace paragonare i cavalieri Jedi agli atleti. Quando guardiamo le gare delle Olimpiadi, rimaniamo ipnotizzati dalla bravura di chi compete. Anche noi abbiamo braccia, gambe, un cuore che batte, ma certamente non riusciamo a saltare così in alto o a nuotare così velocemente, e devo riconoscere che mi colpisce davvero ciò che un essere umano può arrivare a fare, e sono convinta che gli Jedi servano per ricordarci che dentro di noi abbiamo la forza necessaria per arrivare a una meta che ci sembrava irraggiungibile. Un'altra cosa che adoro del mondo di Star Wars è la sua fluidità: puoi essere malvagio, puoi essere buono e in qualsiasi momento puoi scegliere di cambiare parte, perché non esiste una scelta definitiva, essere uno Jedi è una scelta quotidiana, è una disciplina quotidiana, ed è questo che rende Star Wars un racconto morale capace di far presa su generazioni diverse".
A proposito dei Jedi, che solitamente seguono il lato Chiaro della Forza, chiediamo a Rosario cosa accadrà se a novembre in America dovesse prevalere il lato Oscuro della Forza, vale a dire Donald Trump. Le domandiamo anche per chi faccia il tifo, anche se un'idea ce l'abbiamo: "Sono tempi bui, ma mi consola il fatto che praticamente ovunque piace l'uomo forte e con una grande personalità. Credo che nella politica degli Stati Uniti ci siano molti fattori in gioco. C'è il cambiamento climatico, c'è la guerra, c'è la questione economica. Sono cose che spingono le persone a lottare per conto proprio invece di coordinarsi e ideare delle strategie, e quindi mi accorgo che molti individui vengono manipolati e proprio per questo ho fondato l'organizzazione Vota Latino, che dovrebbe mettere le persone in condizione di farsi sentire e di non disperare. Il mio obiettivo è di spiegare alla comunità latinoamericana che qualcosa si può fare e ricordare loro che ci sono stati momenti nella storia in cui i movimenti per i diritti civili hanno avuto un gran successo, e questo è accaduto perché le persone hanno lavorato insieme, si sono coalizzate, e ciò ha fatto la differenza. Dall'altra parte stanno lavorando duro e stanno ideando delle strategie, e ogni vittoria che riportano è stata calcolata. Noi non siamo così e uniti, forse perché già lottiamo per pagare i conti e sopravvivere. E purtroppo ingaggiare le persone perché lottino contro il governo significa metterle sotto pressione: ecco perché ho deciso di focalizzarmi sul voto, che è uno dei diritti più semplici ma più importanti, ma sfortunatamente la gente che va a votare è sempre di meno. Hanno detto alle persone che non importa se vanno alle urne, e quindi noi dobbiamo alzare la voce per dire che invece importa eccome.
Rosario ci spiega in seguito quali sono le battaglie che combatte e le cause in cui crede. Ci dice innanzitutto che è nel consiglio di amministrazione del V-Day, un movimento fondato nel 1996 da Eve Ensler, autrice de "I monologhi della vagina", e al quale appartiene anche Jane Fonda. Il V-Day lotta contro ogni forma di violenza sulle donne. Poi, come già detto, l'attrice dà il suo contributo alla salvaguardia dell'ambiente e lo fa attraverso il cinema. Molto importante è il documentario da lei prodotto Split at the Root, che parla della separazione dei bambini dalle madri nelle zone di frontiera. La Dawson ha grande rispetto per la madre terra, soprattutto adesso che è nonna di un bambino di 4 mesi. Vorrebbe infatti che il nipotino crescesse in un mondo non malato.
Dopo la politica e le nobili battaglie, si parla di cinema, per la precisione di Gabriele Muccino, che ha diretto Rosario Dawson nel 2008 in Sette anime: "Lavorare con Gabriele è stato meraviglioso. Ai tempi di Sette anime il suo inglese non era ancora perfetto. Mi ricordo che con Will Smith dovevamo girare una scena in cui eravamo in un campo e Gabriele poteva comunicare con noi solo a distanza e quindi aveva un megafono. A un certo punto ha gridato con un buffissimo accento: 'Will, voglio che tu sia come un bambino nudo appena nato'. A quel punto Will, che aveva l'aria molto perplessa, mi ha chiesto: 'Cosa ha detto?', e io: 'Credo voglia che tu sia più vulnerabile'. Poi c’è un'altra cosa. Dovete sapere che i registi con cui ho amato di più lavorare dedicano tutti molto tempo alle prove: si legge per intero la sceneggiatura provando ogni singola battuta magari più volte. Ne deriva che, quando si va sul set, è come se già si stesse dentro al film. Spike Lee è così, Quentin Tarantino è così. Quentin ti dice che se non partecipi alle prove non può darti la garanzia che il lavoro resterà tuo , perché qualcun altro leggerà la tua parte e se è più bravo di te finirà per sostituirti. Ci sono tanti altri registi che non pensano che le prove siano importanti, e quindi si concentrano sulla pre produzione o post produzione. I grandi registi sono bravi in tutte e 3 le fasi. Sanno lavorare in maniera magnifica con la troupe, sanno montare e così via, e Gabriele fa parte di questo gruppo: è tra i grandi.