Third Person - La recensione del film corale di Paul Haggis
Dopo The Next Three Days l'autore si lancia in un enigmatico gioco d'incastri
Lo scrittore Michael (Liam Neeson) cerca di scrivere un nuovo romanzo in un grande hotel parigino, ma l'apparizione della sua instabile amante Anna (Olivia Wilde) rende le cose più complicate. L'affarista Scott (Adrien Brody) a Roma incrocia la zingara Monika (Moran Atias) e se ne innamora, disposto a giocarsi i risparmi per aiutarla. Julia (Mila Kunis) a New York sta per perdere definitivamente la possibilità di vedere suo figlio dopo un incidente domestico, e il suo ex (James Franco) sembra inflessibile. C'è un fil rouge che collega queste vicende?
Avevamo lasciato il regista Paul Haggis nel 2010 con il suo realistico e affascinante thriller The Next Three Days, lo ritroviamo ora alle prese con un gioco virtuosistico che provoca l'attenzione dello spettatore. Third Person è un vero puzzle con un'interpretazione semplice e suggerita, e altre che si possono eventualmente aprire all'immaginazione di chi guarda. Per tale motivo però discuterne senza spoiler è arduo. Non potendo rivelare nulla del gioco, possiamo tuttavia provare a valutarne l'efficacia, in tutt'onestà piuttosto blanda.
Il problema pesante della sceneggiatura è il suo suggerire la prima chiave interpretativa sin troppo presto: messi sulla strada giusta da alcuni indizi nei dialoghi, si aprono gli occhi e si corre il serio rischio di annoiarsi, in attesa di una sorpresa che tale ormai non è più. Siccome Third Person dura quasi due ore e venti, si cerca rifugio allora non tanto nel bandolo della matassa, ma almeno nel coinvolgimento emotivo delle singole vicende. Purtroppo latita anche quello, perché il loro dipendere dal gioco di cui sopra interferisce con un abbandono di pancia alle tribolazioni dei personaggi.
Parzialmente riuscito come esercizio metanarrativo, freddo nel trasmettere emozioni, Third Person si fa vedere almeno per la versatile fotografia di Gian Filippo Corticelli e per lo sfoggio di un cast di affascinante presenza scenica, affiancato da presenze nostrane in piccoli ruoli che faranno sorridere noi spettatori italiani: Riccardo Scamarcio, Fabrizio Biggio, Vinicio Marchioni. Quasi interamente girato a Cinecittà (anche negli interni che simulano Parigi e New York), Third Person è un omaggio incrociato di Paul Haggis a tre delle città che più ama, al suo stesso lavoro di creativo e al cinema metafisico di cineasti come Antonioni e Godard. Nemmeno lui, premio Oscar, è riuscito a essere all'altezza di una tale ambizione.
- Giornalista specializzato in audiovisivi
- Autore di "La stirpe di Topolino"