La chimera, film diretto da Alice Rohrwacher, è ambientato negli anni '80 nel traffico clandestino dei manufatti storici, alimentato dai "tombaroli". Il film racconta la storia di un archeologo britannico, Arthur (Josh O'Connor), che viene coinvolto nel mercato nero di reperti storici preziosi, rubati dalle tombe durante gli scavi.
Dopo essere tornato da una cittadina sul Mar Tirreno, Arthur si riunisce con la sua banda di tombaroli, alla quale offre la sua dote: sentire il vuoto. Arthur, infatti, è in grado di percepire il vuoto della terra, là nelle profondità del suolo, dove vi sono nascoste le vestigia di un mondo passato. Quel vuoto è identico a quello l'uomo percepisce nel suo animo, quando ricorda il suo amore perduto, Beniamina. Ed è così che la chimera, inseguita con tanta fatica e di ardua cattura, diventa un sogno agognato e difficile da raggiungere, come un guadagno facile o la ricerca dell'amore ideale.
Alla sua quarta regia, Alice Rohrwacher porta sul grande schermo il terzo e ultimo capitolo di una trilogia iniziata nel 2014 con Le meraviglie e proseguita nel 2018 con Lazzaro felice. Questa volta i protagonisti del film sono i tombaroli, un gruppo di trafugatori di reperti etruschi, di cui la regista ha sentito parlare spesso nella sua vita: “Dove sono cresciuta era comune ascoltare storie di ritrovamenti segreti, scavi clandestini e avventure misteriose. Bastava restare al bar fino a notte fonda o fermarsi in un'osteria di campagna per sentire di tal dei tali che con il suo trattore aveva scoperto una tomba villanoviana. O di qualcun altro che, scavando una notte vicino alla necropoli, aveva scoperto una collana d'oro così lunga che poteva fare tutto il giro di una casa. O qualcun altro ancora che si era arricchito in Svizzera con la vendita di un vaso etrusco trovato nel suo giardino” - ha spiegato. La Chimera affronta un tema molto interessante in Italia come in tanti altri paesi che sono stati culle di antiche civiltà nel XX secolo: il mercato dell'arte antica e il commercio illecito di tesori archeologici. Rohrwacher mette in luce un sistema di cui i tombaroli sono in realtà delle pedine, e fanno parte di un gioco di potere più grande di loro: “I ladri di tombe locali erano orgogliosi di andare in giro a distruggere antichi siti archeologici e tombe. Ma in realtà erano semplici ingranaggi della ruota. Pensavano di avere il potere di decidere, ma agivano nell'interesse di un mercato che, almeno negli anni '80 e '90, era totalmente avulso dal territorio, un traffico il cui giro d'affari era superiore a quello della droga” - ha aggiunto. Nell’opera si alternano sacro e profano, morte e vita, elementi che hanno caratterizzato gli anni in cui la regista è cresciuta: “Per questo ho deciso alla fine di fare un film che raccontasse questa storia stratificata, questo rapporto tra due mondi, l'ultima parte di un trittico su un territorio la cui attenzione è focalizzata su una domanda centrale: cosa dovrebbe fare del suo passato? Come dicono alcuni ladri di tombe, lungo la nostra strada sono i morti a dare la vita” - ha dichiarato. Un cast internazionale che vede Josh O'Connor protagonista, nel ruolo di Arhur. L’attore durante le riprese ha imparato l’italiano: “È sicuramente stata un'avventura quella con Alice, che è riuscita a creare un gruppo di persone che formava quasi una famiglia circense. Abbiamo trascorso diversi mesi tutti insieme ed è stata sicuramente la mia esperienza cinematografica più singolare, la più unica di tutta la mia carriera” - ha detto. Insieme a lui Vincenzo Nemolato (Pirro), che ha descritto il modo di lavorare di Rohrwacher favoloso: "È stato divertentissimo e bellissimo girare La Chimera, anche perché per me era nuovissimo. Dovevamo affidarci all'istinto per cercare di dimenticare quella parte dell'attore che nuoce gravemente alla salute. Era il cinema che cerco da sempre, in cui al centro c'è l'essere umano" - ha rivelato. Isabella Rossellini, nella parte di Flora, ha confessato di aver amato molto il set: “Nella pellicola si sente la vita di Alice, di sua sorella Alba, di come sono cresciute, del padre apicoltore. Amo la loro conoscenza della vita contadina, della vita agricola, che è stata una vita dimenticata e anche un po’ messa da parte, e che adesso viene invece riportata in superficie proprio dal nostro film” - ha affermato. Alba Rohrwacher era entusiasta di tornare a lavorare con la sorella: “Come dice Josh, Alice è stata capace di creare una famiglia circense. Io sono nata in questa famiglia e quindi ho il privilegio di poter unire la scelta professionale e la passione della mia vita alle mie radici, alla mia origine" - ha dichiarato.
Considero questo film un vero e proprio dono. Desideravo che non finisse mai proprio per la sensibilità del mio personaggio. Lasciare Alice è stato un dolore particolarmente profondo, perché non so quante altre volte riuscirà a immaginare un personaggio inglese per cui potrebbe richiamarmi a lavorare con lei (Josh O'Connor).
Una banda di tombaroli che pare la versione campagnola e anni Ottanta dei soliti ignoti, e uno straniero allampanato che cerca l'amore come in Orfeo e Euridice.
Alice Rohwacher racconta la sua storia con passione, mistero e perfino umorismo, prendendosi grandi rischi con ammirabile leggerezza, affrontando magari qualche evitabile sbandata, ma senza la paura di essere a volte sgangherata. E questo giova al film, ai suoi personaggi, al suo racconto. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
La Chimera: leggi la nostra recensione completa del film.
Le riprese del film si sono svolte tra Tarquinia, Blera e il sud della Toscana.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2023
Una delle caratteristiche distintive di Alice Rohrwacher è la capacità di adattare il suo stile visivo alle storie che racconta. E anche nel caso de La Chimera, arriva la conferma. Il film è stato realizzato con tre formati di pellicola fotografica: 35 mm, che si presta agli affreschi, all’iconografia, alle illustrazioni in larga scala dei libri di favole; Super16 mm, che con la sua capacità di narrazione e sintesi ci porta dritti al cuore dell’azione; e 16mm, restituito da una piccola cinepresa amatoriale, il cui effetto ricorda gli appunti scritti a matita sui margini di un libro. "Nel film ho cercato di tessere fili molto disparati, come in un arazzo orientale. Ho provato a giocare con il soggetto rallentando, accelerando, cantando, proclamando, ascoltando. E osservando gli uccelli in volo, che per gli Etruschi rappresentano il nostro destino. La cosa più importante è, come in un caleidoscopio, trovare nella storia di un uomo la storia degli uomini e riunirsi attorno a un film per chiedersi quanto sia sfortunata e comica, commovente e violenta, l’umanità” - ha spiegato Alice Rohrwacher.
Attore | Ruolo |
---|---|
Josh O'Connor | Arthur |
Isabella Rossellini | |
Alba Rohrwacher | |
Carol Duarte | |
Vincenzo Nemolato | |
Luca Chikovani | |
Milutin Dapcevic | |
Chiara Pazzaglia | |
Elisabetta Perotto | |
Barbara Chiesa |