Animali Fantastici: I segreti di Silente, la recensione del terzo capitolo della saga

06 aprile 2022
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A quattro anni di distanza dall'ultimo capitolo, riparte la saga di J. K. Rowling con Animali Fantastici: I segreti di Silente, il suo terzo atto. Ecco la nostra recensione, per capire come procediamo al giro di boa.

Animali Fantastici: I segreti di Silente, la recensione del terzo capitolo della saga

Avendo dalla sua parte ormai anche Queenie (Alison Sudol) e Credence (Ezra Miller), il mago Gellert Grindelwald (Mads Mikkelsen) sembra destinato a condurre con l'inganno l'intera popolazione dei maghi: se ne diventasse leader, sarebbe la fine della convivenza pacifica coi babbani, nella quale crede il rettore di Hogwarts, Albus Silente (Jude Law). Non potendolo attaccare direttamente per un patto di sangue stipulato dai due in giovinezza, Albus organizza un complesso piano per confondere le capacità di chiaroveggenza dell'ormai rivale: le sue convinte ed eroiche pedine saranno Newt Scamander (Eddie Redmayne), suo fratello Theseus (Callum Turner), Eulalie Hicks (Jessica Williams), Yusuf Kama (William Nadylam) e, depresso ma speranzoso di recuperare Queenie, il buon Jacob (Dan Fogler), unico babbano nella missione!

Animali Fantastici - I segreti di Silente, il giro di boa della saga

Se ci riuscite, dimenticate per un attimo le questioni inerenti la sostituzione di Johnny Depp con Mads Mikkelsen e le polemiche che ancora avvolgono J. K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter: ne discutiamo tra poco. Concentriamoci su quello che la saga di Animali Fantastici doveva ottenere con questo terzo atto Animali Fantastici - I segreti di Silente, per rimettere in carreggiata un'esperienza partita molto bene presso i fan con Animali Fantastici e dove trovarli (2016), ma in affanno nel secondo Animali fantastici - I crimini di Grindelwald (2018). Il film precedente ci aveva dato l'idea di impatanarsi in una trama sin troppo ricca di personaggi e comparse, alquanto contorta, mancando inoltre quell'equilibrio tra fantasia e cupezza che caratterizza il "Wizarding World" rowlinghiano, precipitando nel dark un po' asfissiante.

Non siamo stati evidentemente i soli ad avvertire un motore a rischio di ingolfarsi, perché la Warner Bros. in questi quattro anni ha cercato di aggiustare il tiro, visto che - lo ricordiamo - la saga si dovrebbe articolare su ben cinque lungometraggi. La trama di I segreti di Silente è meno appesantita da rivelazioni e trascorsi vari, più concentrata sull'azione, ma soprattutto è (nei limiti) più solare e più leggera, grazie al coinvolgimento di Steve Kloves al copione: era stato tra gli sceneggiatori adattatori degli Harry Potter, e ha qui affiancato la stessa J. K. Rowling, nei due casi precedenti autrice unica delle sceneggiature originali di Animali fantastici. È evidente che si sia cercato di recuperare lo spirito del mondo che i fan amano: la capata a Hogwarts, sottolineata nei trailer, è un segnale per chi vuole coglierlo. Animali Fantastici - I segreti di Silente scorre, si fa vedere, intrattiene, non annoia. Ma emoziona?

La volontà di operare una rettifica sulla direzione soffocante dei Crimini di Grindelwald ci sembra stia sacrificando parte del respiro epico dell'intero progetto: immaginammo che la "discesa nel lato oscuro" di Queenie e Credence nel precedente capitolo avrebbe avuto conseguenze più profonde, rispetto a quelle piuttosto rapide e semplicistiche alle quali assistiamo qui. La necessità di rendere I segreti di Silente più spigliato e più divertente lo trasforma in uno svago un po' a sé stante, quasi un "intervallo" meno coeso con l'insieme. Naturalmente, è una sensazione che potrà essere confermata o sovvertita da come la Warner e J. K. Rowling vorranno proseguire il discorso.
È inoltre piuttosto rischioso sottoporre a fan molto scrupolosi e analitici una vicenda basata sui paradossi della chiaroveggenza: per noi non è un problema, non siamo ossessionati dai famigerati "plot hole" e ci lasciamo trasportare se non in casi estremi, però non garantiremmo per la tenuta del film, una volta sottoposto alle più spietate analisi logiche degli appassionati.

Animali Fantastici - I segreti di Silente: la magia del cinema e la crudezza della realtà 

D'accordo, non possiamo procrastinare oltre. Non c'è più Johnny Depp. Sforzandoci di assumere un atteggiamento oggettivo sulle conseguenze di questa scelta, il problema non è la qualità della performance di Mads Mikkelsen: è un Grindelwald convincente, ma c'erano pochi dubbi in merito, è un attore di rango. Rispetto a Depp, Mikkelsen è però più inquietante a 360°: alcuni residui di umanità in Gerrelt li avremmo visti più efficaci sulle fattezze, sempre e comunque un po' dolci, del buon Johnny. Mads fa soprattutto paura, molto bene. La domanda vera è: il pubblico, che non ha come noi il compito di osservare le cose con uno sforzo di oggettività, spingerà l'analisi fino a questo punto?
Seconda questione: J. K. Rowling e cancel culture. Onestamente: non vediamo un nesso tra quelle polemiche e ciò che si svolge sullo schermo. Tutt'al più sembra strategica la scelta dei credits, con quella strana successione "Sceneggiatura di J. K. Rowling e Steve Kloves, da una sceneggiatura originale di J. K. Rowling": una formula che di solito si applica ai remake, non a materiale nuovo. Una presa di distanze senza riuscire a prenderle davvero? La dietrologia può però essere una trappola: come abbiamo spiegato, a nostro modesto parere la saga aveva bisogno di un "tagliando" e l'affiancamento di Kloves può avere un senso a prescindere dalle polemiche social.

Chissà se Animali Fantastici - I segreti di Silente riuscirà a farsi giudicare per quello che offre e non per tutto ciò che circonda pubblicamente due figure chiave del progetto: ribadiamo di averlo trovato spigliato e piacevole per passare due ore e venti in spensieratezza, pur senza renderci sicuri della tenuta generale della saga, nel più ampio respiro che dovrebbe avere. C'è da dire che gran parte della sua riuscita, tra le difficoltà, si deve a un cast che il regista David Yates gestisce molto bene e che garantisce performance di ottimo livello, con Jude Law in testa, ma con momenti divertiti (e "danzanti"!) dello stesso Redmayne e dei comprimari. Il cast sembra credere nei propri personaggi, ora è la macchina creativa e produttiva che dev'essere all'altezza della loro professionalità e rilanciare, dopo il giro di boa, in previsione del quarto e quinto atto.



  • Giornalista specializzato in audiovisivi
  • Autore di "La stirpe di Topolino"
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