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Una fottuta bugia: sul set con Giampaolo Morelli, protagonista della commedia amara di Gianluca Ansanelli

Siamo stati sul set del nuovo film di Gianluca Ansanelli Un fottuta bugia, che vede duettare Emanuele Propizio e Giampaolo Morelli. Abbiamo anche intervistato il secondo, che interpreta un operatore sanitario cinico e soprattutto convinto che non tutte le bugie abbiano le gambe corte.

Una fottuta bugia: sul set con Giampaolo Morelli, protagonista della commedia amara di Gianluca Ansanelli

Partire dal quartiere Flaminio per raggiungere la Via Prenestina è come andare in treno da Firenze a Bologna. E invece siamo a Roma all'inizio della settimana più trafficata dell’anno, che si concluderà con la nascita di Gesù e l'arrivo di Babbo Natale. Il cielo è terso e la temperatura piuttosto bassa, specialmente per una città dove a ottobre inoltrato si gira ancora a maniche corte. Ci stiamo dirigendo al Rome American Hospital, che in questi giorni è sede delle riprese di Una fottuta bugia, commedia amara diretta da Gianluca Ansanelli e con protagonisti Emanuele Propizio, Giampaolo Morelli e Antonia Fotaras. Superato un incidente sul GRA e varcata la soglia dell'ospedale, ci dirigiamo in un reparto vuoto e subito ci viene incontro qualcuno che ci intima di restare in silenzio, perché poco più avanti il regista sta girando una scena con Morelli e un'infermiera, che poi scopriamo essere la caposala. Seduto al monitor c'è Propizio e, più in là, si intravedono attrezzature di vario genere e le cosiddette maestranze, che nel caso del cinema italiano, sono di grande eccellenza. Il direttore della fotografia invece è straniero, probabilmente polacco, e sta dicendo a Gianluca Ansanelli che per il controcampo della sequenza che stanno rifacendo la luce va cambiata, anzi che sarebbe meglio non girare la macchina da presa, ma Ansanelli non intende rinunciare alla sua inquadratura e si rimette al lavoro: "Silenzio!", "Motore!", "Partito!", "Azione!".

La scena è buona, e così approfittiamo di un momento di pausa per agguantare Giampaolo Morelli, che ha il camerino non in una roulotte ma in una camera di degenza con il letto regolabile, un divanetto in pelle per i visitatori e una grande finestra. Giampaolo ha la divisa da infermiere e i Crocs azzurri, e subito ci parla del suo personaggio, un quarantenne pigro e svogliato di nome Nicolas che, come molti italiani brava gente, è un campione nell'arte di arrangiarsi: "Nicolas fa l'operatore sanitario, è un cinico, sicuramente non ha il cuore aperto, in altre parole è uno che ha il pelo sullo stomaco. Nicolas è anche un po’ quello che porta Pietro, che è il protagonista del film, a fare una cosa sconsiderata, perché lo convince a fingersi malato per non farsi sfrattare, quindi è un uomo senza scrupoli. Però ha una sua filosofia, o meglio una sua filosofia di vita: è una persona molto pratica, molto concreta. Diciamo che non è semplicemente uno che ti porta sulla cattiva strada, ma uno che ha una visione del mondo per nulla buonista".

Gianluca Ansanelli ha scritto insieme a te la sceneggiatura dei tuoi film da regista (7 ore per farti innamorare e Falla girare), mentre adesso ti dirige. Come sta andando questa collaborazione? Da quanto vi conoscete?

Da quando eravamo ragazzi, è un fratello per me Gianluca. Ci conosciamo da quando vivevamo a Napoli. Facevamo insieme cabaret nelle birrerie e nei locali, oltre a una trasmissione regionale che ci ha dato una certa notorietà in Campania. Poi ci siamo trasferiti a Roma. A quel punto lui si è dedicato prevalentemente alla scrittura e io a fare l'attore, poi ci siamo trovati tutti e due registi, anche se lui ha cominciato prima di me. Ci siamo sempre spalleggiati, quindi fin dai temi del teatro, e ciò significa che quando ci ritroviamo, ci capiamo al volo, sappiamo esattamente in che direzione stiamo andando. Molte volte ci diciamo veramente due cose e subito ci intendiamo, e in fondo questo è un grande vantaggio.

Nel film Emanuele Propizio si finge dunque malato di cancro. Come affronta il tema della malattia Una fottuta bugia?

È logico che il punto di vista di Nicolas è un po’ cinico. Io credo che il cinismo alla fine sia pure una difesa per chi fa questo tipo di mestiere, che sia un dottore, che sia un infermiere. Avere tutti i giorni a che fare con la malattia non è sicuramente facile, e allora devi inevitabilmente proteggerti, mettere uno schermo. Diverso è il caso di Pietro che nella vita fa altro: vorrebbe diventare attore, e quindi è chiaro che è più sensibile, anche per via dell’età, a questo tipo di cose, mentre Nicolas è uno che ne ha passate tante nella vita. Tra l'altro è separato, ha una moglie che non sopporta e un bambino che ogni tanto viene a casa per il quale prova un grande affetto, nonostante sia disincantato.

La commedia è in equilibrio con il dramma? Quale tono è prevalente?

Il bello di questo film è che siamo nel territorio del dramedy, cioè si ride, ma si ride riflettendo, anzi si ride anche provando dolore.

In Una fottuta bugia reciti al fianco di Emanuele Propizio. Che attore è? Vi state trovando bene?

Emanuele Propizio è un ragazzo d'oro. Veniamo da due mondi diversi, due culture diverse che si incontrano e si arricchiscono. Abbiamo stili completamente diversi ma giustissimi per i nostri personaggi, quindi che ci distanziano e nello stesso tempo creano un bell'intreccio.

Cosa influenza e determina le tue scelte di attore? E di regista?

Di base sono i personaggi che guidano sicuramente le mie scelte. Per quanto riguarda i miei film, cerco sempre di farli stando attento al tema di fondo, ma spero di non cadere nell'errore di fare troppa analisi sociale, che molte volte rovina la struttura del film. Insomma provo a prestare attenzione allo spettatore. Quindi, la prima cosa che cerco di capire è se il film ha una buona struttura e se è giusto per il target al quale si rivolge, perché poi tante volte ci si confonde e si giudica un film non in base al target di riferimento ma secondo il proprio gusto. Io parto dal pensiero che, se è giusto per il target a cui si rivolge ed è costruito bene, allora è un buon film, poi dipende dai progetti, ma sono attratto dai personaggi che hanno dei chiaroscuri, delle ombre, dei tormenti. E poi sono sempre in cerca di personaggi dotati di una discreta ironia. L'ironia ci salva, è la lente che ci fa vedere dall’alto le nostre disgrazie. Non sono molto portato per i personaggi bidimensionali o mono-espressivi: o mi annoiano o non li so approcciare.

Fino ad ora ha fatto una bellissima carriera e sei un attore molto richiesto, però rimani con i piedi ben piantati per terra. Deve essere difficile non farsi inebriare dal successo…

Secondo me la testa la perdi se hai successo all'improvviso. In giovane età può succedere, e allora si tratta di disgrazie che spingono a una percezione sbagliata della realtà. Io la mia carriera me la sono costruita passo passo, progetto dopo progetto, in maniera più lenta rispetto ad altri, proprio perché facevo delle scelte meno scontate. Poi anche io sono incappato in delle cose che, ahimé, non sono venute bene, però ci ho sempre provato, e ho sempre tentato di evitare ciò che era facile per costruirmi un percorso diverso. È successo per esempio con L’Ispettore Coliandro, per cui ho rinunciato a tante opportunità che mi avrebbero dato maggiore popolarità nell’immediato, il tutto in un’età in cui era più difficile rinunciare, perché avevo meno possibilità.

Una fottuta bugia è prodotto da Play Entertainment e le represe termineranno a fine gennaio in Calabria. Gianluca Ansanelli è anche autore della sceneggiatura con Tito Buffulini. Nel cast ci sono anche Mariano Rigillo, Gian Marco Tognazzi, Antonello Fassari, Antonella Fattori, Marit Nissen e Paola Sotgiu.

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