Tom Hanks scherza sul Codice Da Vinci, Robert Langdon e Dan Brown: "Balle commerciali"
Tom Hanks ha riflettuto con autoironia sulla sua trilogia cinematografica Codice Da Vinci-Angeli e demoni-Inferno, nella quale interpretava lo studioso Robert Langdon. Commerciale va pure bene, però...

Grandissimi successi, i romanzi di Dan Brown dedicati alle indagini del professore di storia dell'arte Robert Langdon sono stati più volte trasposti in forma audiovisiva: ultimamente con la serie Il simbolo perduto, dove il personaggio è stato incarnato da Ashley Zukerman, prima ancora per tre volte con i film diretti da Ron Howard e interpretati da Tom Hanks. Proprio Hanks, parlando con il New York Times, ha espresso un giudizio tranciante e molto autoironico su quei lavori, criticati da molti... e a quanto pare anche da lui stesso! Leggi anche Tom Hanks, Eric Roth e Robert Zemeckis: il trio di Forrest Gump porterà al cinema il graphic novel Here
Tom Hanks su Il codice Da Vinci e Robert Langdon: "Cavolate"
Chiacchierando con il New York Times, Tom Hanks ha espresso un'opinione sorprendentemente "scorretta" (nel contesto sempre cauto hollywoodiano) sul suo impegno in Il Codice Da Vinci (2006), Angeli e demoni (2009) e Inferno (2016), tutti diretti da Ron Howard e basati sui romanzi di Dan Brown: una saga che lo vedeva protagonista come Robert Langdon, "simbologista" alle prese con misteri e puzzle di tempi antichi. In particolare il primo Codice Da Vinci fu molto discusso, nonché contestato da chi invitava a non prendere sul serio alcune interpretazioni forzate di elementi artistici. Hanks ci ride su e con una certa spietata autoironia dice:
Oddìo, quella era un'impresa commerciale. Quelle storie di Robert Langdon sono cacchiate. Il Codice Da Vinci era una balla. Voglio dire, Dan Brown, Dio lo benedica, dice che c'è una scultura qui a Parigi! "No, è da quella parte! Lo vedi come una croce si forma sulla mappa? Dai, è una specie di croce." Sono divertenti cacce al tesoro, che raccontano la storia con la stessa accuratezza con cui i film di James Bond raccontano lo spionaggio. Sono cinici come le parole incrociate. Stavamo semplicemente promettendo un diversivo, intrattenimento. Non c'è niente di male nella roba commerciale ma buona. Arrivati al terzo film, abbiamo provato che non era nemmeno tanto buona!