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Per Andrew Garfield We Live in Time è stato la medicina contro la crisi di mezza età

Durante la promozione di We Live in Time Andrew Garfield ha raccontato che, grazie al film di John Crowley di cui è protagonista con Florence Pugh, è riuscito a superare la crisi di mezza età.

Per Andrew Garfield We Live in Time è stato la medicina contro la crisi di mezza età

Anche le star hollywoodiane possono avere la classica crisi di mezza età. C’è chi, pensando di superarla, si compra una macchina da corsa dal colore fiammante, chi si iscrive in palestra o va dal chirurgo plastico, e chi aspetta semplicemente che passi. Andrew Garfield, che in realtà non ha ancora raggiunto l'età in cui si realizza che gli anni passati sono più numerosi di quelli che in teoria restano, si è lasciato aiutare da un film. Si tratta di We Live in Time, un melò che porta la firma di John Crowley, a cui dobbiamo Brooklyn e Il cardellino. Il film è stato presentato al Festival di San Sebastian e, durante la conferenza stampa, Garfield ha parlato dell'impatto che ha avuto su di lui.

We Live in Time: l'effetto taumaturgico che il film ha avuto su Andrew Garfield

We Live in Time è stato sceneggiato da Nick Payne e vede protagonista, insieme ad Andrew Garfield, Florence Pugh. I due interpretano Almud e Tobias, che si sono amati e ancora si amano. Il ricordo dei momenti più importanti della loro relazione, ad esempio la proposta di matrimonio e l'arrivo dei figli, si incrocia con un presente doloroso, nel quale si deve far fronte a una diagnosi di tumore ovarico. Ecco cosa ha detto Andrew Garfield sul copione:

Quando ho letto la sceneggiatura, stavo attraversando una fase in cui riflettevo continuamente sul senso della vita. Lo faccio sempre, ma in quel momento il pensiero era particolarmente ricorrente. Pensavo al significato della vita, della morte, dell'amore e del tempo. Avendo 39 - 40 anni, ero in preda a una specie di crisi di mezza età. Pensavo al futuro, al passato e al presente, e mi domandavo: "E adesso che succede?".

Leggendo la sceneggiatura di We Live in Time, Garfield ha ritrovato dunque gli stessi interrogativi e ha capito che lo sceneggiatore stava vivendo un momento simile al suo, e quindi quanto fossero universali gli argomenti trattati. Quando poi un giornalista ha detto che i personaggi di Almud e Tobias erano degli eroi per come affrontavano il cancro, l'attore non si è trovato d'accordo e ha spiegato:

Chiunque, fra le persone che fanno parte della mia vita, vada incontro a ciò che Tobias e Almut si trovano a fronteggiare non vorrebbe essere considerato un eroe. I miei familiari e amici che sono andati incontro alle cose più orribili che ci siano, di quelle che ti portano a domandarti se nell'universo ci sia una giustizia e a chiederti: "Ma che sta succedendo? E come faccio ad andare avanti?", chi fra questi è riuscito a trovare il modo di andare avanti, rifiuterebbe seduta stante l'appellativo di eroe. Si tratta piuttosto di necessità. Probabilmente in questa stanza ci sono persone che stanno vivendo un'esperienza simile a quella dei personaggi del film, che affrontano la morte e decidono di continuare a vivere. È una cosa che trovo davvero ammirevole".

Quando Andrew Garfield ha terminato il suo discorso, la platea ha applaudito a lungo. We Live in Time arriverà nelle nostre sale distribuito da Lucky Red. Ecco il trailer:

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