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Michael: è polemica sul biopic dedicato a Michael Jackson che rischia di passare per negazionista e disonesto

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Il biopic Michael, dedicato a Michael Jackson e diretto da Antoine Fuqua, potrebbe lasciare da parte le accuse di pedofilia ai danni della popstar o definirle menzogne. Il regista Antoine Fuqua si dichiara sincero, ma qualcuno proprio non ci sta.

Michael: è polemica sul biopic dedicato a Michael Jackson che rischia di passare per negazionista e disonesto

Torniamo a parlare del biopic su Michael Jackson intitolato semplicemente Michael. Dopo avervi dato la notizia del giorno in cui conquisterà le sale - il 18 aprile del 2025 - e di Miles Teller che interpreterà John Branca alias l'avvocato della popstar nonché l'esecutore del suo testamento, vogliamo affrontare una questione piuttosto spinosa a partire da un interessante articolo di Variety che solleva l'incresciosa questione delle accuse di pedofilia mosse al cantante che hanno gettato un'ombra sulla sua vita e sulla sua memoria. Michael ne parlerà? E soprattutto, in che modo ne parlerà? Non abbiamo letto la sceneggiatura, quindi non possiamo rispondere a questa domanda, ma c'è qualcuno che è convinto che sia stato scritto un copione all'acqua di rose nel quale Jackson è diventato una specie di santo.

Michael rischia di essere un film "negazionista" e agiografico

In ogni comunicato stampa sul film che sarà diretto da Antoine Fuqua, prodotto da Graham King e sceneggiato da John Logan, si legge che Michael sarà "un affascinante e sincero ritratto di un artista magnifico ma complesso" e che parlerà "sia della sua geniale creatività che del suo lato umano e delle sue lotte interiori". Queste parole stanno forse a indicare che troveranno spazio nel film anche le sopracitate accuse e le conseguenti battaglie legali? Probabilmente sì, ma Variety ci avverte che i familiari e i legali di Jackson non si perdono nemmeno un take del film, non lasciando mai "incustodito" il set, anche se qualcuno ha dichiarato che si fidano di Graham King e non sono intervenuti nel processo creativo.

Durante un'intervista sempre a Variety, King ha raccontato di avere affrontato il film con la mente aperta e di aver studiato per anni la vita di Michael Jackson nella sua dimensione sia pubblica che privata, dedicando grande attenzione ai suoi conflitti interiori e alle sue opere di beneficenza:

La vita di Michael era complicata. Come produttore cinematografico, cerco di rendere uman e non asettica una vicenda, e di presentare al pubblico una storia appassionante e sincera su cui potrà riflettere una volta uscito dalla sala. Michael resterà ovviamente un artista che ha lasciato una fondamentale impronta culturale con una vita e un’eredità che vale la pena di esplorare.

Dan Reed non ci sta

Dovete sapere che la dichiarazione di Graham King ha scatenato le ire di Dan Reed, che del documentario in due parti Leaving Neverland ha dedicato ampio spazio alla battaglia legale intrapresa da Wade Robson e James Safechuck, che hanno raccontato di come Michael Jackson avesse avuto con entrambi una relazione sessuale iniziata quando il primo aveva 7 anni e il secondo 10. Dopo aver letto una prima bozza della sceneggiatura di Michael, Dan Reed l'ha definita "incredibilmente disonesta" perché scredita completamente le parole di Robson e Safechuck.

Nel 2013 e nel 2014 Wade Robson e James Safechuck hanno fatto causa alle società di Michael Jackson che avrebbero protetto il cantante. Le due vittime del Re del Pop non hanno avuto giustizia perché non sono mai riuscite ad arrivare in tribunale. Nel 2020 hanno di nuovo fatto causa alle due compagnie di Jackson e i casi verranno finalmente discussi in aula in data da definirsi. Secondo l'avvocato di Robson e Safechuck si andrà a processo dopo l'arrivo di Michael in sala. Se così non fosse, nessuno andrebbe a vedere il film, che conta su robusti incassi che possano ripagare le ingenti spese di produzione, equivalenti a circa 155 milioni di dollari. In più, proprio in vista dei processi, Antoine Fuqua e Graham King, nonché gli interpreti di Michael, potrebbero ricevere pressioni psicologiche al fine di negare la colpevolezza di Michael Jackson. In ogni modo, tanto Miles Teller che Colman Domingo (che interpreta il padre del cantante) hanno spiegato più volte che sono felicissimi di partecipare al film, che parla comunque di un grande artista. Domingo ha aggiunto che il compito di un attore non è di giudicare un personaggio ma di trovare in lui qualità umane a cui aggrapparsi.

Nel cast di Michael c’è anche Nia Long, che interpreta la madre di Michael Jackson. A prestare il volto a Michael Jackson sarà invece Jafaar Jackson

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