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Joyce Carol Oates: Il Premio Raymond Chandler 2024 condanna il sessismo e la misoginia e si dice fan di C'è ancora domani

Ad aggiudicarsi il Raymond Chandler Award del Noir in Festival 2024 è stata Joyce Carol Oates, che di recente ha pubblicato il suo nuovo romanzo, intitolato Macellaio. Abbiamo incontrato la scrittrice, che da sempre si batte per i diritti delle donne.

Joyce Carol Oates: Il Premio Raymond Chandler 2024 condanna il sessismo e la misoginia e si dice fan di C'è ancora domani

Il riconoscimento letterario più importante del Noir in Festival, che prende il nome da uno dei più importanti autori di narrativa hard boiled, è il Premio Raymond Chandler, che consiste in una riproduzione in argento del celebre doblone Brusher, che viene recuperato da Philip Marlowe ne "La finestra sul vuoto" di Raymond Chandler. Assegnato a partire dal 1983, è stato attribuito a penne sopraffine come Margaret Atwood, Andrea Camilleri, Elmore Leonard, Eddie Bunker, Henning Mankell, Jo Nesbø, Daniel Pennac e John Le Carré, per fare soltanto alcuni nomi illustri. Quest'anno a riceverlo è una delle più grandi e prolifiche scrittrici di tutti i tempi, una signora di 87 anni che ha saputo raccontare Marilyn Monroe come nessuno mai e che non ha esitato a mostrare la parte più malvagia dell'animo umano, come ha fatto nel suo ultimo libro "Macellaio", che narra i folli esperimenti di un medico calvinista del 19° secolo che si accanisce sui corpi femminili.

Edito da La nave di Teseo, "Macellaio" alterna la prima e la terza persona e nasce dal desiderio della Oates di denunciare il sessismo e la misoginia della cultura americana. Proprio intorno a queste disfunzioni e all'enorme sforzo delle donne di far sentire la propria voce nel corso dei secoli, ruota la piacevole conversazione che abbiamo avuto con la scrittrice insieme a un pugno di colleghi, tutti innamorati della prosa di Joyce e tutti armati di una copia del sopracitato romanzo da far firmare e fine incontro.

L'incontro con Joyce Carol Oates

Ecco gli argomenti toccati dall'immensa Joyce Carol Oates al Noir in Festival 2024

L'idea del libro e la condizione femminile

Per il mio romanzo ho preso spunto dalle storie piuttosto agghiaccianti di tre medici dell'800, e comunque lasciatemi dire che nei secoli precedenti alla nostra vicenda la situazione era ben più primitiva, perché le donne non venivano considerate del tutto umane. Nel ventesimo secolo sono stati fatti alcuni passi avanti, ma dal punto di vista biologico, sociale e religioso, le donne hanno continuato a essere considerate inferiori agli uomini e perciò asservite alla loro volontà. Col passare del tempo, ci siamo liberati di alcuni di questi pregiudizi, in particolare nelle società occidentali, ma ci sono parti del mondo in cui c'è ancora tanta strada da percorrere. Purtroppo negli Stati Uniti stiamo facendo enormi passi indietro. Pensavamo di essere un paese progressista e avanzato, e invece non lo siamo, o almeno non lo siamo più. Ci tengo però a sottolineare che, già a metà del XX° secolo, molte donne hanno cominciato a diventare medici e adesso ci sono donne che si occupano del corpo delle donne. In America sono numerose e mi inorgoglisce il fatto che i miei medici siano tutti di sesso femminile.

L'isteria femminile

Credo che il concetto sbagliato che le donne fossero soggette all'isteria e gli uomini no risalga addirittura ad Aristotele. La parola isteria viene da utero, e siccome gli uomini non hanno utero, si poteva presumere che non potessero essere isterici. Dire a una donna che è isterica significa fare un commento profondamente sessista. Inoltre, una donna che corre in politica ha un grande svantaggio rispetto a un uomo: per esempio deve essere perfetta, mentre un uomo può anche non esserlo. Negli Stati Uniti abbiamo dei politici di sesso maschile talmente pessimi che non si trovano le parole per descriverli, mentre quasi tutte le donne sono personalità eccellenti, hanno carriere luminose e scrivono libri, e tuttavia sono ritenute meno capaci degli uomini. Inoltre, quando si dice che una donna è ambiziosa, si intende qualcosa di fortemente negativo, e non mancano i commenti sull'aspetto fisico e sulla simpatia.

Storia della medicina e abolizione della schiavitù

La storia della medicina mi ha sempre incuriosito, perché riflette molto bene l'atteggiamento che gli uomini hanno nei confronti delle donne. Tra l’altro il mio ultimo marito era un ricercatore e un medico, e stando con lui il mio interesse è cresciuto. Intorno al 1850 cominciava a farsi strada l'idea di abolire la schiavitù, che ha portato poi alla Guerra di Secessione, e credo che esista una correlazione tra questa e la conquista di importanti diritti da parte delle donne di allora. Grazie alla Guerra Civile Americana sono stati fondati dei college e delle scuole femminili. E tuttavia, fino al 1920, alle donne americane non è stato concesso di votare, e perciò c'è stato un miglioramento ma non totale, e quindi le donne hanno continuato incessantemente a lottare, e il fatto che in "Macellaio" le donne si ribellino è catartico per tutte noi, perché finalmente ci facciamo giustizia per tutto quello che abbiamo dovuto sopportare nei secoli.

Cronaca e invenzione

"Il romanzo è uno specchio del mondo" - diceva Stendhal. Il romanzo "si muove" e, nel muoversi nella vicenda che racconta, ci restituisce un'immagine della società. In un romanzo c'è la storia con la “s” maiuscola ma con un cast ridotto, in altre parole un gruppo più ristretto di persone. Nei miei libri parto spesso da un fatto reale e poi trovo in questo spunto qualcosa di archetipico. Per esempio, in "Acqua nera" l'evento storico che ho ricostruito ha un significato universale, specialmente per le donne. Nel romanzo si parla del senatore Ted Kennedy e dell'incidente automobilistico in cui morì la sua segretaria Mary Jo Kopechne. Io mi sono concentrata di più sulla vittima, e quindi ho invertito la prospettiva rispetto al fatto reale.

Realismo e surrealismo

I romanzi possono essere realistici, magari autobiografici, oppure gotici. Io mi sono sempre mossa fra queste due tipologie, cioè ho scritto molti libri su quello che accade ed è accaduto intorno a noi però sono anche attratta da ciò che è surreale, dall'incubo e dal racconto fiabesco. Anche la poesia, che amo molto, può essere realistica o surrealista. Prendiamo per esempio il racconto di Dino Buzzati intitolato "Sette piani". C'è un uomo che viene ricoverato in ospedale e piano piano scende dall'ultimo piano al piano terra, mentre la malattia progredisce. L'autore parte da un'idea piscologica e ne fa una storia, che ha degli aspetti realistici ma è piena di un humour nero che la rende un esempio brillante di surrealismo, e proprio per questa sua caratteristica diventa una parabola molto potente. A volte il realismo è più efficace del surrealismo e a volte accade l'inverso, e a questo proposito amo molto lo stile e l'approccio alla realtà di Italo Calvino.

Realismo e selettività

A proposito del rapporto fra realismo e selettività in un racconto, vi faccio presente che in "Macellaio" il Dottor Weir pensa di rimodellare il cranio di un neonato, ma in realtà il Dottor Sims, dal quale ho preso spunto per questa parte del mio libro, aveva fatto esperimenti su due neonati, io però ho deciso di parlare di uno solo per concentrare meglio l'attenzione su questa terribile pratica. Per rendere una presentazione più drammatica possiamo partire dalla realtà utilizzandola però in maniera particolare. Prendiamo "Blonde", il romanzo su Marilyn Monroe che ho scritto tanti anni fa. Marilyn è stata in più di un orfanotrofio, in più di una famiglia adottiva e ha avuto più di un aborto, ma io ho scelto di raccontare di un solo orfanotrofio, una sola famiglia adottiva e un solo aborto perché sapevo che dal punto narrativo avrebbe funzionato di più.

L'unione fa la forza e C'è ancora domani

Nei miei romanzi una donna sola risulta debole e vulnerabile, ma quando più donne si mettono insieme, riescono ad avanzare e a ribellarsi, quindi la forza sta nel gruppo, nella collettività. Nei miei romanzi accade spesso che un contingente femminile riesca ad affermare la propria volontà e i propri principi. C'è un bellissimo film italiano che parla di questo tipo di empowerment. Si intitola C'è ancora domani e si concentra proprio su una donna intrappolata in una vita domestica difficile e con un marito che la maltratta. Man mano che il film va avanti, la protagonista acquista maggiore forza e alla fine ci accorgiamo che, quando va a votare, si trova ad essere parte di una folla di donne. Credo sia una visione fortissima. È davvero emozionante vedere tutte queste donne insieme alla fine del film. Tornando al discorso su realismo e surrealismo, trovo geniale il fatto che, durante le scene di violenza domestica, la protagonista e il marito ballino, perché il risultato artistico è potentissimo.

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