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Diamanti, storia di diciotto donne e solidarietà: incontro con Ferzan Ozpetek e le protagoniste

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Un cast tutto al femminile lo sognava da anni Ferzan Ozpetek e per Diamanti, in uscita il 19 dicembre, ha avuto il coraggio. Una sartoria per il cinema in cui ruotano i destini di tante donne solidali e appassionate. Il regista e le due protagoniste Ranieri e Trinca hanno parlato del film.

Diamanti, storia di diciotto donne e solidarietà: incontro con Ferzan Ozpetek e le protagoniste

“Quando giravo sono arrivate le fate dei film”. Parla così delle sue diciotto attrici, Ferzan Ozpetek, anche più emozionato del solito, alla presentazione alla stampa di Diamanti, film di Natale per Vision Distribution, il suo quindicesimo, in sala dal 19 dicembre. Non un film di passaggio, come ha dichiarato, “ma uno spartiacque, voglio continuare d’ora in poi a esplorare il mondo femminile, aperto verso quello sguardo”. Si dice contento che “tutte escono benissimo”, anche le interpreti presenti con un piccolo ruolo.

Ambientato fra la fine anni ’70 e l’oggi, il film racconta di due sorelle, interpretate da Luisa Ranieri e Jasmine Trinca, che gestiscono una sartoria di cinema in cui lavora un gruppo di donne, le cui vite e vicende amorose sono al centro di questa storia, densa di nostalgia e di sorellanza. Scritto da Carlotta Corradi e Elisa Casseri, insieme al regista, nel cast, in ordina alfabetico, ci sono anche Stefano Accorsi, Luca Barbarossa, Sara Bosi, Loredana Cannata, Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Aurora Giovinazzo, Nicole Grimaudo, Milena Mancini, Vinicio Marchioni, Paola Minaccioni, Edoardo Purgatori, Carmine Recano, Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino, Vanessa Scalera, Carla Signoris, Kasia Smutniak, Mara Venier, Giselda Volodi, Milena Vukotic. E con Lorenzo Franzin, Antonio Iorio, Antonio Adil Morelli, Valerio Morigi, Dario Samac, Edoardo Stefanelli, Erik Tonelli.

Così come nella realtà, anche in Diamanti la cornice è quella in cui un regista, lo stesso Ozpetek, convoca le sue attrici preferite, quelle con cui ha lavorato e quelle che ha amato. “Negli ultimi anni ho molto pensato di fare un film con solo attrici, ma non ho mai avuto finora il coraggio”, ha detto in conferenza stampa Ferzan Ozpetek. “Ma sbagliavo. Pensavo sarebbe stato molto difficile, ma parlando con Luisa Ranieri spesso era venuta fuori questa volontà. Ho pensato ai sedici anni in cui ho lavorato come aiuto regista, quando andavo spesso alla Sartoria Tirelli accompagnando il regista o le attrici e gli attori. Mi sentivo inadeguato, ho avuto modo di diventare amico di Piero Tosi, che poi negli anni mi ha aiutato leggendo le sceneggiature, come fa oggi Mina. Ho bisogno di qualcuno che mi dica le cose. Mi ha insegnato l’importanza del dettaglio e della luce, che con gli attori fanno la bellezza di un film. Lo è sempre stato, ma oggi ancora di più per me il lato femminile, anche di un maschio, è la colonna portante della vita. Più prezioso di una diamante, che resiste a tutto, come le donne. È avvenuto tutto in modo armonioso, con sceneggiatrici e attrici disposte a cambiare e improvvisare, giorno dopo giorno”.

Un rapporto intenso, da sempre, quello del regista con le sue attrici. Come successo con Luisa Ranieri, alla quarta collaborazione. “Dalla prima volta abbiamo costruito una fiducia reciproca”, ha detto l’attrice, “che è cresciuto fino a tirar fuori bei personaggi come quello di Nuovo Olimpo. Durante le riprese di quel film mi ha parlato di una storia tutta al femminile, ma gli ho detto però che non doveva propormi un ruolino, ma farmi divertire. Il suo modo di lavorare può spaventare un attore, ma improvvisare è il segreto di una vera condivisione sul set, devi sempre stare sul pezzo ed esserci emotivamente. Ho avuto la fortuna di condividere l’esperienza con attrici e attori meravigliosi, tutte disponibili, come in un balletto in cui sei sempre in scena e con la macchina da presa addosso, in cui modificavamo continuamente il lavoro in base a quanto fatto il giorno precedente, grazie alla presenza sul set delle sceneggiatrici”.

Jasmine Trinca è la sorella, che porta con sé un dolore e che la rende “una donna presente ma assente, e Ferzan ha messo lei al centro del suo sguardo. Un tentativo di raccontare qualcuno che non riesce a tirare fuori quello che ha dentro, in una piccola o grande comunità il percorso di vita trova senso nello sguardo che si posa su una come lei. Ho trovato vere sorelle felici di lavorare a ogni ora, e quella è stata la parte fiabesca, ma quella reale è stata la profonda solidarietà che corrisponde a uno sguardo rivolto agli altri, non a sé stessi come in uno specchio. Mi sembra un insegnamento molto importante, anche considerando il lavoro che facciamo”.

Un’esperienza che tutti descrivono come intensa e solidale, tanto che Ferzan Ozpetek ricorda come tutti gli dicessero 'in bocca al lupo', sapendo che avrebbe girato un film con diciotto donne, “ma è vero semmai il contrario. Le donne sono superiori nella vita, da loro ottengo sempre tantissimo. È stata un’esperienza artistica e umana bellissima. La dedica che ho fatto, a Mariangela Melato, Virna Lisi e Monica Vitti, è legata a tre incontri con icone con cui poi non sono riuscito, per un motivo o per l’altro a lavorare. Ma speriamo che possa riuscirci un domani quando andrò dall’altra parte”.

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