Carne et Ossa presentato in anteprima ai cinquantesimi premi Internazionali Flaiano
Il film di Roberto Zazzara Carne et Ossa, al cinema in autunno, verrà presentato in anteprima a Pescara in occasione dei premi Internazionali Flaiano.

Verrà presentato in anteprima mondiale durante i Premi Internazionali Flaiano, sabato 17 giugno a Pescara, il film Carne et Ossa, prima dell'uscita al cinema e in streaming il prossimo autunno. Si tratta di un documentario diretto da Roberto Zazzara e prodotto da IFA Scuola di Cinema per il progetto
IFA Glocal Film in associazione con Sulmonacinema, che racconta un'usanza abruzzese ancestrale. Alla proiezione, alle 21 al Cinema Teatro Sant'Andrea, saranno presenti il regista, i produttori Cristiano Di Felice, Veronica Naccarella, il produttore associato Marco Maiorano e la troupe.
Carne et Ossa: il documentario sulla Corsa degli Zingari
In un paesino arroccato tra i monti abruzzesi, da secoli si tiene una corsa unica. Ogni anno a Pacentro, gli uomini del paese si lanciano, a piedi nudi, da un dirupo fatto di roccia viva e corrono giù fino al torrente, per poi risalire. E’ una corsa crudele, che si corre scalzi. Il primo che entra in Chiesa vince la Corsa degli Zingari. Un rito ancestrale le cui origini si ignorano, al quale si partecipa per motivi spirituali o materiali, legati all’indissolubile rapporto tra natura e uomo. Uomini e donne che, caparbi, affrontano questa prova ignorando il pericolo, il dolore, la fatica, convinti che la loro fede li proteggerà. Un momento catartico che li unisce nella ricerca del traguardo finale. Una sfida con sé stessi, ma anche con la natura. Dice il regista Roberto Zazzara: “Non è mai semplice trovare senso al sacrificio, sia esso iniziatico, religioso, politico e non è mai facile trovare la chiave per raccontare il dolore che da questo può derivare. E’ struggente vedere come degli esseri umani possano lanciarsi volontariamente a piedi nudi giù per un dirupo, per arrivare stremati sino alla soglia di una chiesa e abbandonarsi al suolo, estasiati nel dolore. I loro piedi, i loro occhi piangenti sono i testimoni di un rito di immolazione antichissimo che continua nei secoli, un momento a cui pochi, in paese, possono sottrarsi, per onore o gloria. Un esempio di come la fatica, la pena e la sofferenza possano portare a una ciclica rinascita”.