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A Cannes va in scena la storia d'amore tra Wes Anderson e il suo cast

Per Asteroid City, in concorso alla 76esima edizione del festival, una conferenza stampa in cui gli attori hanno raccontato perché amino Anderson, e Anderson perché ami gli attori.

A Cannes va in scena la storia d'amore tra Wes Anderson e il suo cast

Alla conferenza stampa di Asteroid City, presentato in concorso al Festival di Cannes 2023, oltre a Wes Anderson ci solo gli attori del suo cast. Solo alcuni - tutti non ci sarebbero entrati, anche se uscivano i giornalisti - ma tanti abbastanza: Scarlett Johansson e Maya Hawke, Bryan Cranston e Jeffrey Wright, Stephen Park e Rupert Friend. E poi, ovviamente, Jason Schwartzman.
Tutti non fanno altro che tessere le lodi di Anderson, in maniera che appare sincera e mai piaggeria, ma quello più affettuoso è ovviamente Schwartzman, che Anderson scelse giovanissimo come protagonista di Rushmore.
“Dopo tanti anni e tanti film assieme, è sempre un onore per me lavorare con Wes. Anche perché il nostro gruppo si arricchisce sempre di persone incredibili. Avevo 17 anni quando ho incontrato Wes per la prima volta”, dice Schwartzman. “A parte i miei genitori è stata la prima persona che aveva più di vent’anni che ho incontrato che avesse interesse a farmi delle domande e a ascoltare le mie risposte. E ancora oggi sento la stessa cosa: se siamo qui è perché Wes vuole sapere di noi, è curioso, vede in noi cose che non sappiamo di noi stessi”.
“Sul suo set tutto è super interessante, ma soprattutto si crea una comunità, e tutto è utile al processo e al lavoro, perché quello che fa lui è crea efficienza”, dice Jeffrey Wright. “Wes ama il processo di lavoro di noi attori. Non perché ne sia così interessato, io non so nemmeno bene perché interessi a me che lo faccio di mestiere. Ma di certo a lui interessa”.

Scarlett Johansson parla del set di Asteroid City, il primo film che gira con Anderson in live action, dopo essere stata una delle doppiatrici di L’isola dei cani, come di qualcosa di simile all'esperienza del palcoscenico. “Essere lì, in quel set enorme è stato intenso, e stare dentro quel mondo fisicamente, in maniera così tangibile è stato come fare del teatro, ed è stata un’esperienza che ha regato emozioni e soddisfazioni”.
“Non ci sono gerarchie, tutto fila che è un piacere, non è pressioni: è bellissimo lavorare con Wes”, aggiunge Maya Hawke, mentre per Bryan Cranston Anderson “è come è come un direttore d’orchestra, e noi siamo i suonatori che si concentriano sul loro strumento senza sapere esattamente quale sarà il suono complessivo”.

Quando Stephen Park racconta che, prima di girare, gli è stato mostrato l’animatic (uno storyboard animato) di tutto il film, con Anderson a fare le voci di tutti i personaggi, e suggerisce che bisognerebbe mostrarlo, il regista si oppone con un sorriso: “No, perché l’animatic non è il film. Il film è quello che nasce sul set con voi attori. Col cast. L’atmosfera che voglio si crei sul set influenza il film, scelgo di evitare molta post-produzione perché voglio che le cose siano il più reali possibile per gli attori sul set. Se faccio cinema”, dice poi Anderson, “è perché mi piace stare con gli attori. E in questo film ci sono attori che recitano nel ruolo di attori che fanno i personaggi”.
Anderson ricorda anche che “sul primo set su cui ho messo piede, che poi era il mio, quello di Bottle Rocket, ho subito capito gli attori sono diversi da tutti gli altri: dal resto della troupe e dal regista. Perché se sei un attore non fai solo film, ma sei il film. E questa è una cosa che connette tutti gli attori assieme. È una cosa incredibile”.

Asteroid City, risultato di questo idillio tra Wes Anderson e i suoi attori, sarà nei cinema italiani dal 14 settembre, e questo il suo nuovo trailer ufficiale:

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