007 una donna? Ci avevano già pensato negli anni Sessanta... e Ian Fleming non voleva Sean Connery
In un'imminente biografia di Ian Fleming, il creatore di James Bond 007, vengono svelati retroscena divertenti e curiosi su una delle saghe più famose del cinema.
Un James Bond 007 in versione donna già negli anni Sessanta? Altri attori al posto di Sean Connery? Sono alcuni dei dietro le quinte raccontati in "Ian Fleming: The Complete Man", una biografia di imminente pubblicazione, a cura di Nicholas Shakespeare: è sorprendente leggere (via Variety) che alcuni argomenti in grado di infiammare conversazioni social oggi erano stati realmente discussi sessant'anni or sono. È un buon modo per ingannare l'attesa, mentre aspettiamo che un successore di Daniel Craig diventi ufficiale. Leggi anche 007, Pierce Brosnan non ha dubbi: Aaron Taylor-Johnson ' ha le carte in regola' per interpretare James Bond
Un 007 donna al posto di Sean Connery negli anni Sessanta? Se ne discusse!
Dopo che Daniel Craig ha salutato in No Time to Die, attendiamo l'ufficializzazione del suo erede, per proseguire una tradizione cinematografica di James Bond 007 che va avanti sin dal 1962, l'anno in cui uscì Agente 007 - Licenza d'uccidere con l'iconico Sean Connery. Dietro le quinte però era successo di tutto, prima che i romanzi di Ian Fleming trovassero la strada del grande schermo.
Per esempio, sessant'anni prima di Lashana Lynch, 007 designata in No Time to Die, si era pensato in effetti di tradurre James Bond al femminile, ma perché? La ragione non è esattamente lusinghiera per le donne, anzi. Il producer Gregory Ratoff voleva proporre il ruolo a Susan Hayward (1917-1975), premio Oscar per Non voglio morire! (1958) e miglior attrice a Cannes per Piangerò domani (1955). Secondo lo sceneggiatore Lorenzo Semple Jr., la ragione era terra terra: "Francamente, pensavamo che Bond fosse poco credibile, un personaggio persino un po' stupido. Quindi Gregory pensò che una soluzione potesse essere trasformarlo in una donna, tipo Jane Bond."
Non se ne fece nulla, anche perché Ian Fleming era contrario, ma nemmeno sul fronte maschile le cose procedevano bene: lo scrittore vedeva Bond principalmente con le fattezze di Richard Burton, James Mason o al massimo di James Stewart, posto che riuscisse a "inglesizzare" il suo accento. Burton rifiutò, ma non andò bene nemmeno con Dirk Bogarde, Trevor Howard, Peter Finch, Cary Grant, Rex Harrison, Richard Todd, Michael Redgrave, Patrick McGoohan e Richard Johnson. Fu contattato anche Roger Moore, ma al primo girò passò: il problema era nell'impegnarsi per una serie di film, cosa che non andava a genio a molti attori, ma che però era la condicio sine qua non per trovare i finanziamenti.
Sappiamo come andò: Sean Connery portò James Bond 007 alla gloria, e il producer Michael G. Wilson attribuisce a lui il fenomeno: "Sean Connery era la persona giusta nel momento giusto. Se non fosse stato Sean, chissà? Sarebbe diventato davvero un fenomeno internazionale?" Eppure... Connery a Ian Fleming non piaceva affatto! Nel libro si racconta che la reazione dello scrittore, dopo aver incontrato Sean, fu: "Non è per niente com'è Bond nella mia testa, io voglio semplicemente un uomo elegante, mica un teppista!"