Tina Fey e Margot Robbie ci presentano Whiskey Tango Foxtrot
Il film di Glenn Ficarra e John Requa arriva nei cinema italiani il 19 maggio.

La prima è una delle icone comiche contemporanee dello showbusiness, grazie soprattutto a una serie di culto come 30 Rock. L'altra invece è uno dei grandi sex-symbol degli ultimi anni, lanciata addirittura da Martin Scorsese in The Wolf of Wall Street.
Tina Fey e Margot Robbie hanno fatto coppia per Whiskey Tango Foxtrot, racconto semiserio della vita in zona di guerra del reporter Kim Barker, autrice del libro-verità da cui il film è tratto.
Alla regia la coppia John Requa/ Glen Ficarra, già autori di Crazy, Supid Love e Focus, sempre con la Robbie. Come cast di supporto un trio di attori di livello quali Billy Bob Thornton, Martin Freeman e Alfred Molina.
Ecco cosa le due protagoniste ci hanno raccontato della loro collaborazione.
Partiamo dal principio. Come siete arrivate a Whiskey Tango Foxtrot?
Tina Frey - Ho scoperto il libro tramite il New York Times, quando qualcuno scrisse che il personaggio era un tipo alla Tina Fey, dal momento che tutti credono io sia una stronza monomaniaca. Il che non è del tutto falso. Così ho comprato il libro e l'ho divorato, perché leggere per puro piacere è tutt'altra faccenda rispetto a quando sei costretta per lavoro. C'erano dei momenti in quelle pagine che erano già cinema, così l'ho portato a Robert Carlock, pensavo potesse essere lo sceneggiatore giusto per tirare fuori i momenti divertenti da una situazione così drammatica. Credo che nessuna esperienza nella vita sia totalmente drammatica, nella vita reale le persone vivono sul momento situazioni che possono rivelarsi cariche di humour. C'è molta onestà nel libro, abbiamo cercato di riprodurla nel film a prescindere dalle battute di spirito.
Margot Robbie - Eravamo nel bel mezzo delle riprese di Focus e ho detto a John e Glen che qualsiasi progetto avevano in cantiere ne volevo essere parte, così mi hanno fatto leggere la sceneggiatura. Ho saputo che Tina Fey avrebbe interpretato il personaggio principale e ho capito immediatamente che sarebbe stata una grande opportunità per la mia crescita come attrice, lavorare con qualcuno che mi avrebbe aiutato e insegnato qualcosa. Ho accettato il personaggio di Tanya poiché volevo mostrarne la parte vulnerabile: dietro la sua corazza è una donna in cerca di sé stessa, che vede in Kim, il personaggio di Tina, una vera opportunità di amicizia. Anche se nel mondo di tutti i giorni magari non sarebbero state amiche, in quella situazione così folle era necessario lo diventassero.
Tina, come si è trovata nel ruolo di produttrice?
T.F. - Bene, ho lasciato fare tutto agli altri! Per fare anche il produttore devi lavorare con persone di cui ti fidi, che sai sanno fare il loro lavoro abbastanza bene da non preoccuparti di quante pagine girerete al giorno. Ad esempio ho lasciato che Robert Carlock e la vera Kim Barker si accordassero sui cambiamenti da fare rispetto al libro, non volevo che lei si infuriasse con me, anche se alcune cose dovevano essere sistemate stavamo cercando di riprodurne lo spirito. Il mio personaggio diventa una reporter televisiva invece della carta stampata perché è più cinematografico come lavoro. L'altra grande differenza è che per tutto il film io cerco di sembrare più alta della vera Kim. Tutto qui.
Come si è trovata dentro un film che dietro la commedia ha un sottotetto socio-politico?
T.F. - Il cuore del film sono comunque gli esseri umani, non è una satira politica tipo Il Dottor Stranamore. Questo film racconta di una donna alle prese con una scelta che fa saltare in aria la sua vita e si lancia in quest'avventura per mancanza di idee migliori. Per me è un film sulle relazioni umane, ed è stato meglio che all'inizio non sapessimo bene che genere stavamo facendo, non sembrava difficile finché non abbiamo provato a venderlo al pubblico. Forse avremmo dovuto mentire dicendo che i veicoli presenti in Whiskey Tango Foxtrot a un certo punto si trasformano in robot e iniziano a combattere. E poi a metà film gli spettatori capiscono che non è vero. Ma tanto hanno già pagato il biglietto.
A parte gli scherzi, è stato impegnativo entrare nei panni di un reporter di guerra?
T.F. - La cosa più difficile è stata cercare di far finta che fossimo veramente in un luogo pericoloso, era essenziale perché il pubblico cogliesse l'atmosfera. Abbiamo girato il film interamente in New Mexico. I personaggi erano così ben tratteggiati che non volevo disperdere la sensazione di autenticità. Il film è ambientato in posti in cui le persone possono prenderti a pugni o a calci nel culo solo perché stai facendo il tuo lavoro. A un certo punto ci si abitua a questo tipo di situazioni, in un certo senso si diventa addirittura dipendenti dal pericolo. E' questo che la seconda parte del film racconta, il mio personaggio per fortuna se ne accorge in tempo e capisce che non vuole esserne testimone costante. Come attrice subisco questa pressione su cala molto più ridotta: sul set non ti senti poi così importante. E durante la lavorazione di un film posso comunque scegliere di andare, che ne so, al matrimonio di mio cugino.
M.R. - Come i reporter amo viaggiare, mi piace immergermi in culture che non conosco, spesso preferisco gli ostelli agli hotel, ci si addentra più nella vita del luogo che vai a visitare. Con questo non voglio tracciare paragoni tra il mestiere d’attore e quello di corrispondente di guerra, sono due mestieri totalmente differenti. Il fatto è che si può perdere il senso della misura e della realtà quando vieni costantemente sottoposto a scariche di adrenalina come quelle che questi due lavori ti danno, si può rimanerne sopraffatti, questo è il punto in comune. Ho letto molti articoli e alcuni libri sulla vita dei corrispondenti, ho capito che non sarebbe stato facile riprodurre sul set lo stato di isteria soffusa e la paura che scandisce costantemente le loro vite di tutti i giorni.
Come è stato lavorare con attori del calibro di Martin Freeman, Alfred Molina e Billy Bob Thornton?
T.F. - Come giocare un doppio a tennis in cui tu sei la vera schiappa. Ti senti uno schifo rispetto a chi sa veramente giocare e allo stesso tempo archi di imparare da loro.
M.R. - Ci sono un sacco di improvvisazioni che non sono potute entrare nel montaggio finale perché l'audio era sballato a causa mia, scoppiavo a ridere durante i ciak. Soprattutto Martin Freeman è un attore che sa ribaltare un'intera scena con una battuta o uno sguardo, passa dal serio al comico con la massima tranquillità. Billy Bob è più serio, ma anche lui possiede una vena caustica che nel film si intravede e funziona a meraviglia.
Margot, come ti senti nel ruolo del nuovo sex-symbol di Hollywood?
T.F. - Sicuro che la domanda debba essere rivolta a lei e non a me?
M.R. - Essere vista come un sex-symbol non mi mette a mio agio, per fortuna è una percezione che non appartiene alle persone che mi circondano e mi sono più vicine. Questo mi protegge da un'esposizione che non mi farebbe piacere provare. E comunque negli ultimi tempi sono stata troppo impegnata per preoccuparmi di queste cose: ad esempio mentre giravamo Whiskey Tango Foxtrot avevo anche iniziato gli allenamenti per Suicide Squad e nei weekend partivo per il tour promozionale di Focus. Chi aveva tempo per pensare ad altro?