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Netflix e la truffa milionaria per una serie inesistente: com'è stato possibile?

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Il regista Carl Rinsch, che aveva diretto 47 Ronin, ha un piede già in galera: l'FBI lo ha incriminato per aver sottratto a Netflix ben 11 milioni di dollari, per finanziare tutto fuorché la serie sci-fi che avrebbe dovuto preparare, Conquest.

Netflix e la truffa milionaria per una serie inesistente: com'è stato possibile?

L'FBI ha incriminato ufficialmente il regista Carl Rinsch per aver rubato 11 milioni di dollari a Netflix. Se vi chiedete come sia possibile, sappiate che è una storia incredibile, di una fiducia riposta con un certo azzardo, visti i trascorsi di Rinsch. Non si tratta di una semplice questione produttiva: parliamo di almeno vent'anni da trascorrere dietro alle sbarre, perché il comportamento di Rinsch, già regista di 47 Ronin con Keanu Reeves, è diventato via via più inqualificabile, sfociando nel penale grave. Capiamo cosa sia successo...

Carl Rinsch e la truffa fuori controllo a Netflix per Conquest

Premessa. Il regista britannico Carl Rinsch aveva già avuto problemi quando diresse 47 Ronin (2013) con Keanu Reeves: non solo il film floppò (almeno in sala), ma sforò di molto il budget preventivato, costando 175 milioni di dollari in mille reshoot, spingendo la produzione addirittura a esonerare Rinsch dal montaggio finale e dalla postproduzione. Naturalmente solo chi era stato sul set di quel film poteva effettivamente valutare quanto Rinsch fosse ingestibile, perché anche a osservatori come noi questo tipo di diverbio creativo suona familiare. Non sarebbe stato un caso eclatante... almeno fino a oggi.
Dopo un lungo silenzio rotto solo da uno spot, il regista era riuscito ad avviare una serie tv di fantascienza dal titolo White Horse presso Amazon: quando Netflix nel 2018 ha rilevato il progetto per 61 milioni di dollari, forse da quelle parti qualcuno si sarebbe dovuto chiedere se non ci fossero altre ragioni per il voltafaccia di Amazon, a parte i soldi. L'avrebbero capito presto. Netflix ha stanziato 44 milioni di dollari per l'ambiziosa serie reintitolata Conquest, solo per ricevere nel 2020 da Rinsch la richiesta di altri 11 milioni, a suo dire per sostenere al meglio il progetto che aveva in mente. Netflix li ha forniti, continuando a fidarsi per un altro anno, finché non è stato chiaro che la serie non sarebbe partita, nonostante l'interessato sostenesse che "tutto procedeva bene". Conquest allora è stato archiviato, dichiarando 55 milioni di perdite. A qusto punto, incredibilmente, è stato Rinsch stesso a denunciare Netflix perché a suo dire gli avrebbe dovuto altri 14 milioni di dollari. Ha perso la causa e anzi si è ritrovato a dovere al colosso l'enorme cifra di cui sopra, gli 11 milioni extra che non ha più.
Ma cosa avrebbe fatto concretamente di quei soldi Rinsch? Di tutto, secondo l'FBI. Li ha spostati in più conti bancari, investiti in azioni di criptovalute, spese non giustificate per beni di lusso per 1.787.000 di dollari, 1.073.000 per spese legali contro Netflix stessa e per il suo divorzio (!?!), 395.000 dollari in hotel a cinque stelle, 3.787.000 in mobili antichi e di pregio, 638.000 per due materassi (!!!), 295.000 per lenzuola e coperte raffinate, 2.417.000 per cinque Rolls-Royce e una Ferrari, 652.000 per vestiti e orologi. Traducendo in termini legali, pesano sul capo di Carl Rinsch accuse per reati che implicano dai 10 ai 20 anni di carcere, ed è altamente improbabile che le possa evitare tutte.
Resta un dubbio pesante. Quando i colossi dello streaming come Netflix sono stati in espansione costante, non hanno badato molto al modo in cui avrebbero prodotto contenuti. Non si spiega altrimenti come la major abbia potuto soprassedere su costi crescenti, senza verificare in modo più concreto se e come il progetto stesse effettivamente avanzando. Potrebbe esserci stata una sottovalutazione clamorosa: le persone vicine a Rinsch durante la preproduzione hanno cominciato a ricevere da lui messaggi riguardanti la sua "capacità di predire il punto di caduta dei fulmini" e il "segreto meccanismo di trasmissione del Covid", come riporta Deadline. Cosa ha impedito di realizzare per tempo l'instabilità mentale di questa persona? L'imbarazzo è evidenziato dal rapporto dell'FBI, che cita una "piattaforma streaming" senza farne mai il nome, anche se si parla davvero di un proverbiale segreto di Pulcinella.

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