YOU, Recensione Stagione 2: Nuove ossessioni, stesso adorabile trash

27 dicembre 2019
3,5 di 5
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La seconda stagione del thriller di Netflix si arricchisce di nuovi elementi e scava più a fondo nel passato di Joe. La recensione senza spoiler.

YOU, Recensione Stagione 2: Nuove ossessioni, stesso adorabile trash

Ossessione e amore, vendetta e giustizia, delitto e castigo: nella seconda stagione di YOU i confini tra i nobili sentimenti dell’animo umano e i loro opposti si fanno sempre più labili. In un nuovo capitolo che omaggia e trae ispirazione dichiaratamente da Dostoevskij, la storia dello stalker assassino Joe Goldberg (Penn Badgley) non poteva che essere raccontata attraverso le sue contraddizioni, le stesse che hanno reso il suo personaggio (che, in altri contesti, sarebbe stato giudicato semplicemente spregevole) perversamente interessante. La seconda stagione eredita dalla prima gli elementi tipici del genere del thriller psicosessuale ma indaga molto più a fondo nella psicologia di tutti i personaggi, non solo del protagonista. Ecco quali sono stati gli aspetti più interessanti e i passi falsi secondo noi, in questa recensione rigorosamente spoiler free.

YOU 2: Nuova città, stesse abitudini

YOU stagione 2

Nella seconda stagione la storia trae nuova linfa dall’ambientazione; Joe (che intanto si è costruito una nuova identità, quella di Will Bettelheim) si trasferisce a Los Angeles per fuggire dalla sua ex Candace (Ambyr Childers). Sceglie la città californiana perché è il posto perfetto, l’ultimo in cui vorrebbe stare e quindi quello dove l’ex fidanzata non lo cercherebbe mai. Il nuovo contesto fa molto bene alla narrazione: Los Angeles diventa il pretesto per ironizzare su una società neo hippie ossessionata dalla perfezione delle celebrità hollywoodiane, dal benessere e dalla filosofia pseudo orientale. Nella prima parte della seconda stagione, sembra quasi che si ripeta lo schema della prima: le attenzioni di Joe si concentrano su un’altra ragazza (dall’ironico nome di Love interpretata da Victoria Pedretti) con un passato difficile, il protagonista diventa iper protettivo nei confronti della nuova vicina di casa quattordicenne Ellie (proprio come aveva fatto con Paco nel primo capitolo della storia) e persegue un concetto di giustizia tutto suo, sempre convinto di essere “un bravo ragazzo” spinto esclusivamente dall’amore. Poi, all’improvviso, la stagione decolla anche grazie a nuovi personaggi ben caratterizzati.

YOU 2: I nuovi personaggi non sono solo un contorno

YOU stagione 2

Non solo Love (che dimostrerà di essere ben più complicata e risoluta della fragile Beck). Joe/Will in questa stagione interagisce con delle new entry interessanti: la sfrontata vicina di casa Delilah (Carmela Zumbado) con sua sorella Ellie, il fragile fratello di Love Forty Quinn (James Scully), l’alternativo gruppo di amici di Love, l’artista tormentato Henderson (Chris D'Elia, la cui storia offre l’occasione per trattare, anche se superficialmente, il tema del #metoo). I nuovi personaggi non sono solo burattini nelle mani di Joe; sono loro stessi a muovere i fili delle loro storie mettendo spesso in difficoltà lo stesso protagonista. Conosciamo meglio anche la misteriosa Candance, ovviamente; e la sua storia finirà per essere meno scontata di quanto si possa pensare.

Cattivi non si nasce, si diventa

YOU stagione 2

Uno degli elementi più interessanti della seconda stagione di YOU è il racconto del passato tormentato del protagonista. Attraverso numerosi flashback, finalmente ci viene detto di più sulla storia di Joe Goldberg. Scopriamo così da dove derivano le sue manie e le sue perversioni. Come ogni antieroe che si rispetti, anche Joe vuole persuaderci del fatto che la malvagità non sia insita nell’animo umano ma che derivi solo da sfortunati e accidentali eventi. In questi nuovi episodi, anche mediante i continui dialoghi con lo spettatore, Joe vuole convincerci della sua buona fede, vuole farsi compatire, vuole umanizzare ciò che umano non è. Già la prima stagione aveva creato dibattito proprio perché gli sceneggiatori erano stati accusati di voler far empatizzare gli spettatori con un assassino; in questo secondo ciclo di episodi il tentativo è ancora più invadente.

Il trash che volevamo, quando lo volevamo

YOU stagione 2

Nonostante i continui riferimenti letterari e colti che vorrebbero elevare il tono della serie, YOU si riconferma quello che è: puro guilty pleasure. La trama a tratti inverosimile e prevedibile (ma pur sempre squisitamente trash e non priva di colpi di scena) non pregiudica la piacevolissima esperienza di visione. L’impressione è che questa serie continui ad essere tra quelle che più si prestano a un binge watching selvaggio. L’antidoto perfetto al food coma dei pomeriggi post abbuffate festive.



  • Giornalista professionista
  • Appassionata di Serie TV e telespettatrice critica e curiosa
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