Strappare lungo i bordi: il flusso di coscienza di Zerocalcare sbarca su Netflix tra risate e lacrime

12 novembre 2021
4,5 di 5

Chi ha già familiarità con il lavoro del fumettista romano non si stupirà di trovare anche nei sei episodi della nuova serie animata in streaming su Netflix un mix sapiente di umorismo ed emotività, di racconto di questioni collettive e riflessioni intime ed esistenziali.

Strappare lungo i bordi: il flusso di coscienza di Zerocalcare sbarca su Netflix tra risate e lacrime

Non posso dire e spiegare bene il perché (c'entra ovviamente la questione degli spoiler) ma ho visto le ultime due puntate di Strappare lungo i bordi lacrimando intensamente.
C'è da dire che lacrimo spesso e volentieri, e quindi questa cosa potrebbe non fare tanto testo, eppure non la sottovaluterei. E, se state leggendo queste righe quando la serie di Zerocalcare (che debutta in streaming su Netflix il 17 novembre) l'avete già vista il e state pensando di aver capito perché, io stessi lacrimando così tanto, beh: non cantate vittoria troppo presto.

In fondo basta pochissimo, bastano pure i primi due episodi volendo, per capire che sotto alle battute, alle invenzioni e alle situazioni che ti fanno sghignazzare o perfino scompisciare a scena aperta (io l'ho fatto spesso e volentieri nel corso di ogni episodio, compresi quelli che mi hanno allo stesso tempo portato a secernere liquido lacrimale) Strappare lungo i bordi è una serie che parla di robe toste, serie, importanti. Commoventi.
Che poi basta anche avere un minimo di dimestichezza col lavoro di questo fumettista romano (che all'anagrafe fa Michele Rech e chenonostante il successo e - suppongo - i soldi, trova ancora il tempo e la voglia di fare cose semplici, come venire a gratis nel cortile della scuola delle mie figlie per parlare ai bambini del suo mestiere e fare qualche disegno su richiesta, senza farsi pubblicità e con un'umiltà e una disponibilità che non sono da tutti, né di tutti i giorni) per sapere che raccontare cose toste con grande leggerezza è sempre stato il tratto distintivo di Zerocalcare.
Uno che sa far ridere la gente e farla pensare al tempo stesso. Che sa alternare il discorso collettivo, sociale e non di rado anche politico, con una spietata autoanalisi intimista nella quale potersi rispecchiare con un sorriso che è spesso molto amaro.

Questo rispecchiamento non è - e l'ha detto lui stesso - una questione generazionale. È qualcosa di più trasversale, direi quasi universale, che ha a che fare coi fatti della vita, e con i nodi irrisolti che tante persone si portano dentro, e sui quali si fanno consciamente o meno mille domande, e che magari cercano di nascondere ma che poi, quando Zerocalcare li mette per iscritto, o per immagini, è impossibile non riconoscere.
È questione di stare un po' impicciati, come dice lui. E a maggior ragione in tempi come questi, chi di noi non sta impicciato, almeno un pochino?
Inutile allora girarci attorno: tra il racconto di un'amicizia trascurata, di una ruota da cambiare con l'aiuto della mamma, di una casa disordinata raccontata come il mondo guerresco del Trono di Spade, del casino che è il mondo del lavoro o del freddo polare di certi treni veloci che atrtravesano il paese, il flusso di coscienza di Strappare lungo i bordi si apre in momenti e riflessioni che sono esistenziali nel senso più pieno e profondo, se volete "alto", del termine.

Interrogandosi sul suo innocente egocentrismo, sulle sue idiosincrasie, sui suoi limiti, sui suoi stalli e sul suo essere "cintura nera quinto dan di schivare la vita", Zerocalcare ci spinge a fare lo stesso. Dove "lo stesso" è guardare la realtà e al tempo stesso guardarci dentro, e affrontare quello che fuori ma soprattutto dentro c'è davvero, senza raccontarci cazzate, prima di andare a proporre agli altri la solita vecchia pantomima.
Perché il tempo passa, passa veloce e passa per tutti: e delle domande sulla figura che stiamo tirando fuori dalla vita strappando lungo i bordi, illudendoci che si allineerà sempre con quella che abbiamo o sogniamo di noi stessi, è sempre bene farsele.

P.S.: una piccola nota tecnica. Ci sono in Strappare lungo i bordi una serie di idee e di scelte d'inquadratura, di montaggio, di regia, che vengono dritte dritte dall'immaginario del cinema. E a naso Zerocalcare è pronto per il lungometraggio. Animato o anche dal vivo.



  • Critico e giornalista cinematografico
  • Programmatore di festival
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