The Acolyte troppo "woke"? Kathleen Kennedy e Leslye Headland affrontano le proteste
In un'intervista col New York Times, la presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy e la showrunner Leslye Headland affrontano le lamentele sull'eccesso di "woke" in The Acolyte, che parte su Disney+ il 5 giugno.
A pochi giorni dal debutto della serie di Star Wars dal titolo The Acolyte, su Disney+ dal 5 giugno, sono partite le lamentele sui contenuti "woke" e inclusivi, peraltro sottolineati in sede di presentazione: come da copione ormai, due fazioni ideologiche si contrappongono con una certa veemenza in rete. Nel frattempo Kathleen Kennedy, presidente della Lucasfilm, ha difeso l'approccio, mentre la showrunner Leslye Headland ha spiegato come si stia preparando al prevedibile impatto con i fan più arrabbiati. Leggi anche The Acolyte: I produttori e il cast introducono la serie in un nuovo video dietro le quinte
Kathleen Kennedy su The Acolyte e il "woke": "La narrazione dev'essere rappresentativa di tutti"
Era inevitabile che insistere sull'inclusività nel presentare The Acolyte: La seguace, nuova attesa serie di Star Wars ambientata nell'inedita (dal vero) Alta Repubblica, cento anni prima dei prequel di George Lucas, attivasse l'esercito anti-"woke". In attesa del 5 giugno, data del debutto in streaming su Disney+, è partito il consueto muro contro muro tra i creativi della Lucasfilm / Disney, interessati a veicolare valori liberali nella rappresentazione dei personaggi, e quella fascia di pubblico che si oppone all'idea che la creatività si pieghi alla propaganda politica. Kathleen Kennedy, presidente della Lucasfilm, come ha fatto altre volte difende la sua posizione: "Io credo profondamente che la narrazione debba essere rappresentativa di tutte le persone. Per me è una decisione semplice." Leslye Headland, showrunner e coregista della serie, si è già in parte rassegnata:
Come fan io stessa, so quanto in passato la narrazione in Star Wars sia stata frustrante, io stessa l'ho sentito. Ribadisco la mia empatìa nei riguardi dei fan di Star Wars. Ma voglio esser chiara: chiunque abbracci bigottismo, razzismo o espressioni di odio... non lo considero fan. [...] Pensi sempre: "Questo la gente vuole da Star Wars, quest'altro non lo vuole..." Alla fine non riesci più a pensare. Nel processo creativo devo rassegnarmi come artista all'idea di poter cadere, finché non mi rialzo. Ho promesso questo a me stessa.
Kennedy poi sostiene Headland e dice: "Lavorare oggi su questi marchi enormi, con i social media e il livello di aspettativa, è terrificante. Penso che Leslye abbia fatto un po' fatica. Credo che un sacco di donne che entrano nel mondo di Star Wars facciano un po' più di fatica. Siccome la fanbase è più maschile, a volte vengono attaccate in modi che possono essere molto personali."