Mamma mia! - Ci risiamo: la recensione del secondo atto a ritmo degli ABBA
Cambio alla regia, si esplora anche il passato di Donna, col volto di Lily James.
Per essere all'altezza di mamma Donna (Meryl Streep), l'ormai adulta Sophie (Amanda Seyfried) sta rimordernando l'hotel di famiglia, in previsione di una grande inaugurazione. Mentre Sophie fa il bilancio della sua vita e del suo rapporto con Sky, vecchi e nuovi volti approdano sull'isola, e nel frattempo indaghiamo sui famigerati tre incontri di una giovane Donna (Lily James) con gli aitanti Sam, Harry e Bill, nel fiore dei loro anni. Quali sono le radici di Sophie?
Il colossale successo del primo Mamma mia!, diretto da Phyllida Lloyd basandosi sul musical di Catherine Johnson, si concretizzò in 610 milioni di dollari nel mondo a fronte di una spesa di 52. Questo per tacere del risultato che ebbe nel rilanciare gli ABBA nell'immaginario anche di chi non li respirava già in cuffia un'ora sì e un'ora no. Dopo dieci anni e alla vigilia di un nuovo tour con gli avatar digitali del quartetto, ci troviamo di fronte al sequel Mamma mia! Ci risiamo, che questa volta non ha radici in nessuna versione teatrale, pur presentando lo zampino della Johnson in sede di soggetto, al quale ha prestato la penna anche l'esimio Richard Curtis. Responsabile comunque di sceneggiatura e regia è qui Ol Parker, di cui avevamo cautamente apprezzato la bonomia nei suoi due Marigold Hotel.
Mamma Mia! Ci risiamo presenta l'indubbio vantaggio, per i non troppo edotti in campo musicale, di dover scavare più a fondo nella discografia degli ABBA, andando oltre le hit proverbiali, che a scanso di equivoci sono riproposte, nel probabile timore di una rivolta dei fan. Si fanno apprezzare molto le esecuzioni e le movimentate coreografie di Waterloo e When I Kissed the Teacher: in tempi di correttezza politica estrema a Hollywood, quest'ultima in particolare suona molto più provocatoria ora di quanto non fosse nel 1976. Soprattutto questi due brani, come altri, offrono una prospettiva più fresca e dinamica, perché sono concentrati nei flashback con Lily James, nuova arrivata nel cast che anticipa con convincente allegria, sensualità e dinamismo quello che la Streep comunica in chiave nostalgica. Diverte riconoscere i lineamenti degli attempati tre papà nei tre giovani attori chiamati a intepretarli nel passato, Jeremy Irvine (Sam), Josh Dylan (Bill) e il simpatico tonto Harry (Hugh Skinner). Insomma, per una sua buona sezione Mamma mia! Ci risiamo aumenta la percentuale di giovane età nel film, cosa piuttosto necessaria se calcolate che sono passati dieci anni per il resto del cast attempato, che ora è ovviamente ancora più attempato, ma forse proprio per questo può suscitare la tenerezza di quelli che si spazientirono di fronte ai loro exploit nel primo Mamma mia!.
Ciò non toglie che il sequel perda qualche colpo nel momento in cui i flashback vengono accantonati in favore del picco emotivo della storia principale, ansiosa di ripercorrere note e dinamiche dei protagonisti che invece già avevamo percorso nel primo capitolo. Dancing Queen rimane irresistibile, ma avevamo già dato. Fortunatamente, l'apparizione di Cher alza la posta del kitsch a tal punto da farci pensare che nessuno si prenda troppo sul serio, e scene come quelle in cui Andy Garcia si complimenta con Sophie per la bellezza di Firth, Brosnan e Skarsgaard dovrebbero togliere ogni dubbio in merito.
Mamma mia! - Ci risiamo in definitiva sfodera una moderata personalità nei flashback, ma vive di rendita per tutto il resto del film, facendo leva sull'eventuale simpatia che il pubblico prova per i personaggi, sulla sua voglia di incontrarli di nuovo nei tramonti da cartolina di una Grecia idealizzata. Da questo desiderio dipenderà di certo molto del vostro apprezzamento.
- Giornalista specializzato in audiovisivi
- Autore di "La stirpe di Topolino"