Hypnotic: recensione del thriller di Robert Rodriguez con Ben Affleck

13 giugno 2023
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C'entra pochissimo il pur citato cinema di Christopher Nolan, perché Rodriguez sa benissimo che questo è e deve essere un B-Movie. Lo spirito è quello dei primi anni Duemila, i colori ipersaturi quelli di Tony Scott, e in fin dei conti questo è anche un film sul cinema. La recensione di Hypnotic di Federico Gironi.

Hypnotic: recensione del thriller di Robert Rodriguez con Ben Affleck

Sarà che sono irrimediabilmente figlio degli anni Novanta, ma per Robert Rodriguez ho un debole. Un debole modellato da film come El Mariachi, Desperado e Dal tramonto all’alba, e che, in tempi più recenti, non è stato il solo motivo per cui ritengo Alita - L’angelo della battaglia un film nel complesso sottovalutato.
C’è ovviamente una parte di questo mio debole nel fatto che abbia trovato questo suo nuovo Hypnotic - thriller dalle (finte) ambizioni (quasi) nolaniane che è stato presentato a Cannes 2023, sezione di Mezzanotte - un film piuttosto interessante, ma non solo, e non del tutto. E certo, c’è Ben Affleck, altro personaggio per il quale ho sviluppato una singolare inclinazione, ma insomma, conta quel che conta.
Hypnotic non è ovviamente il Rodriguez del Mariachi, né tantomeno quello della sua produzione per ragazzi, peraltro tutto tranne che trascurabile. Non è il Rodriguez di Machete né quello di Alita, né quello di Sin City (un dittico che aveva indicato al cinema una strada che poi nessuno ha avuto il coraggio o l’astuzia di percorrere).
Da dove viene, allora, un film come Hypnotic?
Rimanendo nell’ambito della filmografia del regista di Austin, toccherebbe citare The Faculty, sci-fi/horror di fine anni Novanta. Che non ha nulla a che vedere con questo film qui in termini di trama, ma ce l’ha, e non poco, se consideriamo lo spirito produttivo e l’ideale cinematografico industriale con il quale è stato realizzato.

Coi suoi colori ipersaturi come quelli di un Tony Scott ultima maniera, e fotografato dallo stesso Rodriguez (anche sceneggiatore, montatore e produttore), Hypnotic è un film che pare essersi svegliato da un coma (o da un’amnesia indotta o autoindotta, per rimanere vicini alla storia che racconta) che l’ha tenuto all’oscuro degli ultimi due decenni di cinema, e che quindi propone un approccio al racconto, alla storia, alle immagini e perfino agli effetti speciali che ha una sorta di chiaro retrogusto vintage. E che, soprattutto, affronta la sfida dello schermo con la consapevolezza e l’orgoglio di ciò che è e vuole essere: ovvero un B-movie dove a contare non è il testo, o il contenuto, ma l’intrattenimento.
Per questo - e non solo per una durata ridotta, un’ora e mezza che scorre fluidissima - è sbagliato ogni tipo di confronto, pure possibile, con il cinema delle architetture mentali di Christopher Nolan, citato, se non preso un po’ in giro, negli unici momenti in cui Rodriguez si concede effetti digitali. Perché se Nolan, legittimamente, mira molto in altro, cinematograficamente e intellettualmente, ed è molto serio, Rodriguez in questo Hypnotic fa completamente il contrario.

Poco importa allora che l’occhio più allenato capisce molte cose già nelle primissime inquadrature del film. Né che la trama abbia buchi e incongruenze, e che certe giacchette rosse siano un tocco un po’ pacchiano.
Importa che Hypnotic si diverta, partendo da premesse “poliziesche” per arrivare nei pressi di Fenomeni paranormali incontrollabili, e che così facendo, con Affleck, e Alice Braga, e William Fichtner e tutti gli altri, con i viaggi in Messico e ritorno, ci diverta.
Ancora di più, nel suo raccontare il potere dell’illusione, e con scene - quelle in cui si parla della ripetizione delle azioni, o che mostrano le illusioni di realtà come veri e propri set cinematografici - che svelano in maniera forse fin troppo sfacciata questa sua natura meta-, importa che Hypnotic sia un film in qualche modo anche sul cinema, e sul suo potere... ipnotico.
Quel potere che ti fa vedere qualcosa che non c’è, credere all’impossibile, anche quando dentro di te sai che è tutta una finzione. Quel potere che ti fa dire che sì, tutto sommato funziona, un film razionalmente assurdo come quello che hai appena visto. Come Hypnotic.



  • Critico e giornalista cinematografico
  • Programmatore di festival
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