Hulk è un film del 2003 diretto da Ang Lee.
Stati Uniti, 1966. Il brillante ma bizzarro scienziato Dave Banner (Nick Nolte) sta lavorando a un progetto finalizzato a rafforzare il corpo umano contro le malattie. Dopo i primi esperimenti con delle cavie, Dave vuole passare ai test sull'uomo, ma viene bloccato dal generale Thunderbolt Ross (Sam Elliott), il quale sospetta che il ricercatore abbia intenzioni poco chiare.
Dave allora decide di fare alcuni esperimenti chimici su se stesso, alterando così il proprio DNA. Dopo ciò sua moglie dà alla luce un bambino, Bruce, il quale crescendo mostra un carattere piuttosto irrequieto e ha difficoltà a gestire la rabbia. All'improvviso, il piccolo viene dato in adozione a un’altra famiglia e i suoi genitori biologici vengono dichiarati morti.
Passano gli anni. L'inquieto Bruce Banner (Eric Bana) è diventato un bravissimo scienziato e lavora in un laboratorio governativo insieme a Betty Ross (Jennifer Connelly), la sua ex fidanzata: i due conducono senza troppo successo esperimenti riguardanti la genetica e le nanotecnologie. Un giorno Bruce rimane vittima di un incidente di laboratorio e viene colpito da una dose mortale di raggi gamma. Ma invece di morire, il ricercatore sta benissimo, sebbene avverta dentro di sé una strana presenza...
"Intorno a questo magnifico personaggio da fumetto, l'Incredibile Hulk, la forza primigenia in lotta vittoriosa contro la civilizzazione e la tecnologia, il regista di Taiwan Ang Lee e i suoi sceneggiatori hanno costruito un lieto fine e un bozzolo di banale psicologismo, forse nell'idea di nobilitare la vicenda (o per limitare la costosa e difficile presenza di Hulk sullo schermo): le colpe dei cattivi padri ricadono sui figli (anche Betty Ross ha un padre dittatoriale, generale dell'esercito); la rabbia è barbarie, l'ira è violenza; Hulk può rappresentare la volontà di potenza degli scienziati; le manipolazioni genetiche sono un'arma distruttiva quanto la bomba atomica; la rigenerazione dei tessuti è una forma di immortalità. Tutte cose magari giuste ma ovvie, che non reggono al confronto con le grandi scene d'azione con Hulk protagonista; così come la suddivisione dello schermo in diverse parti non regge al confronto con gli effetti speciali che danno vita al Colosso Verde". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 25 agosto 2003)"Il cinema, estinta la vena degli eroi, si appresta a prosciugare quella dei supereroi allevati dal mondo dei fumetti. La Marvel e altre case editrici sono la nuova cassapanca della nonna dalla quale ripescare i vecchi album, le inverosimili storie di creature disumane e sovrumane, spesso con una doppia personalità. Trasportare l'ingombrante e arrabbiatissimo Hulk, l'incredibile gigante dalla forza devastante, poteva rivelarsi oltre che un trasporto eccezionale in cui i computer e i tecnici degli effetti speciali avrebbero potuto essere le uniche vere star del film, un fallimento. Così non è. Il merito va agli effetti speciali e ad Ang Lee. Il reparto tecnologico e visivo ha fatto un ottimo lavoro e il regista ha diretto un film doppio, quasi pensando a un pubblico più adulto e ai teenager: azione e sentimento, scene domestiche ed edipiche con due figure paterne accomunati da un'austera anaffettività, pathos e salti-sfondamenti capriole-distruzioni-rigenerazioni di pelle e tessuti-voli nell'alto dei cieli-tuffi". (Enrico Magrelli, 'Film Tv', 2 settembre 2003) "Se 'Hulk' tarda una quarantina di minuti a decollare, limitandosi a porre le premesse alla genesi del (buon)mostro, la seconda parte sembra un altro film. Nei primi quaranta minuti, Lee cerca di impiegare ragione e sentimento per reinventare il mito mettendone in luce il lato umano: dedica una parte sostanziale alla storia d'amore di Eric con la collega Betty, si sofferma soprattutto sui rapporti tra figli e genitori. Malauguratamente, adotta un'impostazione psicanalitica freudiana alquanto caricaturale, sia per quanto riguarda i Banner, sia per la coppia costituita da Betty e dall'ottuso generale che le è padre. Quel che viene dopo è una sagra di effetti speciali, naturalmente ben fatti (e ci mancherebbe...) ma tali da vietare allo spettatore qualsiasi contributo d'immaginario. Bollato come arma di distruzione di massa, Hulk è braccato nel deserto dai carri armati e dall'aviazione americana, incaricate di eliminare la - inesistente - minaccia. Il gigante fa volteggiare i carri e si aggrappa ai caccia, castigando gli antipatici militari ma senza riuscire a produrre alcuna emozione nello spettatore. Segue un epilogo che lascia aperta la porta alla speranza, nonché a probabili puntate successive. Leggermente svogliato, Ang sceglie soluzioni di regia più facili del suo solito, a cominciare da un uso insistito dello 'split screen' (lo schermo suddiviso in più immagini) che evoca l'impaginazione delle tavole a fumetti". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 30 agosto 2003)
Il film si basa sulla serie a fumetti creata da Stan Lee e Jack Kirby nel 1962.
Stan Lee appare tra i produttori esecutivi del film.
Qualche anno più tardi è stato girato un reboot, L'incredibile Hulk (2008), con Edward Norton nei panni del protagonista.
Attore | Ruolo |
---|---|
Eric Bana | Bruce Banner/Hulk |
Jennifer Connelly | Betty Ross |
Sam Elliott | Generale Thunderbolt Ross |
Josh Lucas | Maggiore Glenn Talbot |
Nick Nolte | Dr. David Banner |
Cara Buono | Edith Banner |
Celia Weston | Sig.ra Krensler |
Lou Ferrigno | Capo della sicurezza |