C'era una volta in America è un film del 1984 diretto da Sergio Leone.
La storia inizia nel 1933, nella New York del Proibizionismo. Quattro sicari devono fare fuori il gangster David "Noodles" Aaronson (Robert De Niro). Per trovarlo, uccidono prima la sua compagna Eve e poi torturano "Fat" Moe Gelly - proprietario del bar dove staziona il criminale - che li indirizza a una fumeria cinese. Noodles però riesce a scappare su un treno per Buffalo.
Torna a New York solo nel 1968, più che sessantenne, dove rincontra Moe, ormai vecchio. Un flashback lo riporta negli anni '20: ricorda la bella Deborah (Elisabeth Mc Govern), il grande amore della sua vita, ripensa a quando era un ragazzo di strada del ghetto ebraico, alla profonda amicizia con Max Bercovicz (James Woods) e a come con lui avesse fondato una gang insieme a Patsy, Cockeye e Dominic, rendendosi così nemico il boss locale Bugsy (James Russo).
Dapprima si cimentavano in furti e ricatti di poco conto, ma crescendo erano diventati esperti criminali, coinvolti in importanti affari illeciti, oltre che uomini violenti e spietati. Una rapina di diamanti a una gioielleria, commissionata da un boss di un'altra città, aveva segnato una profonda frattura nel gruppo e Noodles aveva assistito alla morte di tutti i suoi amici. Finito il flashback, Noodles si troverà a fare i conti con il passato, tra vecchi fantasmi e questioni irrisolte, tra nuove imprese criminali e la possibilità di fare pace con la sua storia.
"Il grande addio di Sergio Leone al cinema: una straordinaria alternanza di piani temporali per raccontare la fine di un'epoca, la fine di un'amicizia e la fine di un amore. Alcuni eccessi di violenza, pur rappresentati in nome del realismo, sono più che discutibili. Ma il risultato finale è addirittura poetico. Grande De Niro, bravo James Woods, bravissimo Ennio Morricone". (Francesco Mininni, "Magazine italiano tv")."Gangster story, all'insegna di Proust, che per struttura è un labirinto alla borghese." (Laura e Morando Morandini, Telesette)"Questo di Leone sarebbe un ottimo film, almeno per la ricostruzione ambientale: peccato per l'eccessiva violenza". ("Famiglia tv")"Sol che presti la dovuta attenzione a quel "Cera una volta...", lo spettatore sarà assolutamente travolto: non assisterà, cioè e come al solito, ad un film, ma ne diventerà poco a poco ''complice". Benché violenze e brutalità non manchino, egli si abbandonerà a tutte le suggestioni estetiche di una siffatta complicità e questo per l'unico motivo che "C'era una volta in America" è solo cinema e grande cinema, quale rarissimamente è dato di ammirare. In tre ore e quaranta di proiezione sono riassunti, a quanto si sa, tredici anni di studi, di preparazione, di fatiche e di impegno nelle persona del regista Sergio Leone (superfluo parlare qui di lui o delle sue opere precedenti) e tutto ciò sulla base, sullo spunto di un romanzo autobiografico di David Aaronson ("A mano armata"), piccolo gangster ebreo di nome Harry Grey, attivo all'incirca 60 anni or sono. In Leone, la cronaca anche la più cruda e realistica è trasformata in favola. Il film è la felice reinvenzione, precisa e al contempo sfumata pur nelle mille sue sfaccettature; è, soprattutto, uno stupefacente viaggio nella memoria, una ricerca delle radici, che non a caso muove dalle ombre cinesi sul piccolo schermo di una fumeria d'oppio e dalle "rêveries" cui là ci si può abbandonare, per attingere a tutte le seduzioni dell'onirico, fino alla non occasionale localizzazione dell'ultimo fotogramma (con il volto deluso ed amaro di un Noodles perdente, ma ancora sorridente). II film è altresì una irruente cavalcata, in cui il senso del tempo, che tutto determina, smussa e muta, assegna alle immagini il giusto ritmo e dà un significato profondo ad ogni accadimento, per minimo che esso sia. Ora, è appunto questo trascorrere e sovrapporsi di eventi (che il frequente ricorso al "flash-back" accentua e convalida) a donare al lavoro di Leone la sua principale connotazione temporale: dal 1922 - data delle prime scorribande degli adolescenti Noodles, Max, Patsy e Cockeye, più il piccolo Dominic, (che muore presto, freddato sul selciato nelle vicinanze del ponte di Brooklyn) - al 1935 (fine del proibizionismo), fino al 1968, che segna la riapparizione di Noodles dal buio dell'anonimato e quella del suo ex-amico Max. Sono gli anni della violenza più spietata, dei guadagni illeciti ma più redditizi; gli anni del gangsterismo più cruento, mille volte visto sullo schermo, delle bande e dei massacri in realtà verificatisi, ma qui reinventati e favoleggiati, con una perfetta (ma non certo indulgente) approvazione di quei miti tristi e sanguinari, nonché con una incredibile vitalità di espressione cinematografica. Malgrado il ribollire della materia, (e questo può sembrare anche paradossale), perfino con qualche vena di poesia. Tema non facile, dunque, ma affrontato quasi con un compito lirico, marcato da una sconsolata amarezza. Come a dire che, in fondo all'itinerario di quella adolescenza non protetta e sorretta e di quella maturità tanto ricca, quanta cinica e feroce, c'e solo la morte o, per chi ha fatto, magari per pigrizia o paura, una scelta, prima della morte il rifugio nel sogno e la evocazione di una perduta stagione. A parte questi due assunti (quello, in sostanza, cronachistico e quello della memoria), l'altro tema essenziale e punto di forza del film di Leone sta nella salda e sincera amicizia.
Il film è ispirato al romanzo The Hoods (1952) di Harry Grey.
La pellicola è il terzo capitolo della trilogia del tempo di Leone, preceduto da C'era una volta il West (1968) e Giù la testa (1971), inoltre è l'ultimo film del regista romano.
Dopo molti anni dalla sua uscita è stato rivalutato e definito come uno dei film più belli nella storia della cinematografia.
Deborah bambina è interpretata da Jennifer Connelly: questo ruolo segnò, di fatto, l'inizio della sua carriera.
La celeberrima colonna sonora fu affidata al compositore Ennio Morricone.
Nel film compare Mario Brega nel ruolo di Mandy.
Fat Moe (Mike Monetti): Cosa hai fatto in tutto questo tempo?
Noodles (Robert De Niro): Sono andato a letto presto
Noodles (Robert De Niro): Hai aspettato molto?
Deborah (Elizabeth McGovern): Tutta la vita.
Noodles (Robert De Niro): Il tempo non può scalfire
Noodles(Robert De Niro): Nessuno t'amerà mai come ti ho amato io. C'erano momenti disperati che non ne potevo più e allora pensavo a te e mi dicevo: "Deborah esiste, è là fuori, esiste!" E con quello superavo tutto. Capisci ora cosa sei per me?
Attore | Ruolo |
---|---|
Robert De Niro | David "Noodles" Aaronson |
James Woods | Max Bercovicz |
Elizabeth McGovern | Deborah Gelly |
Joe Pesci | Frankie Minaldi |
Tuesday Weld | Carol |
Danny Aiello | Vincent Aiello, capo della polizia |
Treat Williams | Jimmy O'Donnell |
Burt Young | Joe |
Richard Bright | Chicken Joe |
James Hayden | Patsy Goldberg |
William Forsythe | Philip 'Cockeye' Stein |
Mario Brega | Mandy |
Darlanne Fluegel | Eve |
Larry Rapp | 'Fat' Moe Gelly |
Richard Foronjy | Whitey |
Robert Harper | Sharkey |
Dutch Miller | Van Linden |
Gerard Murphy | Crowning |
Amy Ryder | Peggy |
James Russo | Bugsy |
Karen Shallo | Lucy Aiello |
Scott Tiler | Noodles da adolescente |
Olga Karlatos | Donna nel teatro delle marionette |
Frank Gio | Beefy |
Jennifer Connelly | Deborah Adolescente |
Ray Dittrich | Trigger |
Angelo Florio | Willie |
Adrian Curran | Cockeye da giovane |
Mike Monetti | 'Fat' Moe da giovane |
Noah Moazezi | Dominic |
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