Nimona, un backstage sul particolare stile grafico del cartoon Netflix

Nimona è da qualche giorno su Netflix ed è molto probabile che, se siete appassionati di animazione, ne abbiate già sentito parlare: il film di Nick Bruno e Troy Quane nasce dalle ceneri dei Blue Sky Studios ed è stato salvato dall'Annapurna in collaborazione col colosso dello streaming, poi completato nelle spettacolari animazioni dalla DNEG. In questo backstage, gli autori ci spiegano come il particolare stile grafico del film serva con attenzione la sua logica narrativa. Se non riuscite a seguire l'inglese, qui in basso riassumiamo quanto viene detto nel video.

Nimona, una storia di forme, colori e accettazione

Essere compresi al di là delle etichette, nella nostra individualità, al di là degli archetipi che incarniamo anche nella vita vera. Come spiega ND Stevenson, responsabile dell'originale graphic novel (edita in Italia da BAO), era l'essenza stessa della metaforica storia di Nimona: in un mondo tra il medioevo e la fantascienza, una mutaforma reietta diventa l'unico appiglio di un cavaliere ingiustamente accusato di un crimine che non ha commesso. Lo stile che richiama le principesse Disney viene scosso e fatto esplodere. Simbolicamente i personaggi sono dettagliati solo quando sono vicini alla macchina da presa, diventando via via forme più sintetiche e anonime quando sono lontani. Luci e colori trasmettono subliminalmente quanto i personaggi si sentano o meno accettati nella società: l'ombra è esclusione. La tradizione è rigidità, verticalità, Nimona è movimento fluido e costante, istinto. Il buono ha le caratteristiche cromatiche che normalmente nei cartoon si associano ai villain.  Leggi anche Nimona, la recensione del cartoon Netflix tratto dalla graphic novel di ND Stevenson