Morto il regista Francesco "Citto" Maselli, una vita da intellettuale militante
Ci ha lasciato all'età di 92 anni il regista Francesco Maselli, meglio noto come Citto. Una vita e una carriera all'insegna della passione politica e civile.
Ci ha lasciato oggi a Roma all'età di 92 anni un altro dei "grandi vecchi" del cinema italiano, il regista Francesco Maselli, meglio noto come Citto, che ha vissuto una vita e una carriera all'insegna dell'impegno civile e politico e dell'organizzazione culturale.
Francesco Citto Maselli: una vita e una carriera in prima linea
Figlio di un critico d'arte, fin da adolescente Citto Maselli cresce in una famiglia intellettuale (suo padrino di battesimo è lo scrittore Luigi Pirandello) e si distingue per l'impegno politico che lo vede schierarsi col partito Comunista. Nel 1949 si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia, fondato da Luigi Chiarini, di cui sarà assistente alla regia. Lavora poi come aiuto regista di Michelangelo Antonioni, con cui stabilisce una collaborazione duratura (fino all'incontro con Visconti, che allontana i due): per lui scrive Cronaca di un amore e La signora senza camelie e contemporaneamente inizia a realizzare documentari. Nel 1953 dirige l'episodio Storia di Caterina per il film collettivo Amori in città e collabora con Luchino Visconti ad un altro film a episodi, Siamo Donne, nel frammento Anna Magnani. Sarà il regista a presentargli l'attrice e scrittrice Goliarda Sapienza, a lungo sua compagna. L'esordio di Maselli nel lungometraggio avviene nel 1955, quando il regista ha solo 25 anni, con Gli Sbandati, presentato alla Mostra del cinema di Venezia e per cui viene premiato. Dirige anche opere liriche, come Il Trovatore di Verdi, altra sua grande passione. Tra i suoi film più importanti del periodo iniziale ricordiamo La donna del giorno, I delfini e soprattutto Gli indifferenti, tratto dal romanzo di Alberto Moravia, con Claudia Cardinale, Tomas Milian e Rod Steiger. Maselli realizza poi per Franco Cristaldi un giallo, Fai in fretta ad uccidermi… ho freddo con Monica Vitti e Jean Sorel e la commedia Ruba al prossimo tuo con Claudia Cardinale e Rock Hudson.
Nel 1968, Maselli partecipa alle contestazioni alla Mostra del cinema di Venezia e porta avanti le motivazioni dei cineasti, della cui associazione, l'ANAC, è uno dei fondatori. Inizia il periodo più politico e militante del regista, espresso dal semiautobiografico Lettera aperta a un giornale della sera, del 1970. La sua partecipazione alla lotta politica lo tiene per un po' lontano dai set, ma nel 1975 assieme ad un attore impegnato come Gian Maria Volontè, firma Il sospetto, uno dei suoi film più interessanti. Lancia poi Valeria Golino, nel 1986, con Storia d'amore, che vale all'attrice debuttante la Coppa Volpi come miglior attrice. Seguendo questa nuova linea intimista sulle tracce del femminile, realizza Codice privato, Il segreto, L’alba. Tra i suoi lavori ricordiamo ancora Il compagno, Civico zero e Le ombre rosse. Instancabile organizzatore culturale, Francesco Maselli aveva sposato nel 1986 la compagna Stefania Brai, che lo accompagnava ovunque, fin da quando il regista doveva avvalersi della sedia a rotelle, presenza immancabile nei principali avvenimenti cinematografici del Paese. Che deve molto, in termini di impegno e coerenza, a questo intellettuale del secolo scorso, anche se oggi il suo nome e la sua militanza sono decisamente controcorrente.