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La Stanza Accanto: la favola nel bosco di Pedro Almodóvar sull’amicizia e le libere scelte

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Tilda Swinton e Julianne Moore sono le straordinarie protagoniste de La stanza accanto, il primo lungometraggio in lingua inglese di Pedro Almodovar, vincitore del Leone d'Oro al Festival di Venezia 2024. Il film è da oggi, 5 dicembre, nei cinema italiani distribuito da Warner Bros. Pictures.

La Stanza Accanto: la favola nel bosco di Pedro Almodóvar sull’amicizia e le libere scelte

Nelle tante interviste che ha rilasciato durante l'ultimo Festival di Venezia, che gli ha giustamente tributato il Leone d’Oro del Miglior Film, Pedro Almodóvar ci ha tenuto a sottolineare che La stanza accanto non è un film lugubre, cupo e tantomeno gore. Piuttosto è inondato di luce e a suo modo pieno di vita: la vita pulsante della natura che chiede silenziosamente pietà all’uomo, la vita interiore di chi ha seguito un cammino di libertà e autorealizzazione, e la vita attraverso la memoria, tanto più importante per chi, come il regista spagnolo, non crede nell'aldilà.

Primo lungometraggio in lingua inglese dell'autore di Volver, La stanza accanto è un'ulteriore tappa di un cammino stilistico e contenutistico che, pur non abbandonando completamente il melodramma, tende sempre più "alla sobrietà e a una narrazione più contenuta, più intima e profonda", nella quale l'emozione è devoluta, oltre che alla musica, squisitamente extradiegetica, al gioco dell'attore. A condurre la danza sono qui Tilda Swinton e Julianne Moore, attrici immense capaci l'una di padroneggiare lunghi monologhi e l'altra di restituire intensi piani d'ascolto.

Distribuito da Warner Bros. Pictures Italia, La stanza accanto è nelle nostre sale da giovedì 5 dicembre, interpretato anche da John Turturro e, in un piccolo ruolo, da Alessandro Nivola. La sceneggiatura è dello stesso Pedro Almodóvar, che ha preso ispirazione dal romanzo di Sigrid Nunez "Attraverso la vita".

La stanza accanto: la trama e il trailer

La stanza accanto racconta la storia di segue la storia di una madre imperfetta e di una figlia rancorosa, separate da un grave malinteso. Tra di loro, un'altra donna, Ingrid (Julianne Moore), amica della madre, è la custode del loro dolore e della loro amarezza. Martha, la madre (interpretata da Tilda Swinton), è una reporter di guerra e Ingrid è una romanziera autobiografica. Il film affronta la crudeltà infinita della guerra, i modi molto diversi in cui le due autrici femminili si avvicinano e scrivono della realtà, della morte, dell’amicizia e del piacere sessuale come i migliori alleati nella lotta contro l’orrore. Ma evoca anche i dolci risvegli con il cinguettio degli uccelli, in una casa costruita nel mezzo di una riserva naturale nel New England, dove le due amiche vivono in una estrema e stranamente amabile situazione.

L'eutanasia

Il tema più importante, e insieme più scottante, de La stanza accanto è l'eutanasia, che nella Spagna di Pedro Almodóvar è un diritto dal 2021, mentre nel resto del mondo sono ancora troppo pochi i paesi che non la considerano un reato. Attraverso ciò che il film racconta il regista difende il diritto dell'uomo di essere padrone non soltanto della propria vita ma anche della propria morte, soprattutto quando una malattia terminale rende l'esistenza un calvario, un lento disfacimento del corpo che per il malato coincide spesso con la progressiva perdita della dignità. Attraverso il personaggio di Tilda Swinton, che da reporter di guerra ha spesso flirtato con la Signora in Nero, Almodóvar condanna l'ipocrisia di quella parte della nostra società che sostiene si debba lottare con tutte le proprie forze contro la malattia, come in un'arena o su un ring, sperando in un miracolo e accettando come un dono prezioso ogni giorno in più che ci viene concesso. Ma chi l'ha detto che la sofferenza debba per forza nobilitare l'essere umano? - sembra dire La stanza accanto. Non siamo forse dotati di libero arbitrio? La vita di un malato terminale è davvero degna di essere vissuta? Inoltre, è davvero così necessaria l'angoscia che accompagna l'inesorabile percorso verso la fine?

C'è sempre qualcosa di personale nei film di Pedro Almodóvar, e se in Dolor y Gloria il personaggio di Antonio Banderas era una sorta di alter ego del regista, qui Almodóvar si identifica sia con Ingrid che con Martha, e il suo messaggio arriva potentissimo a chi guarda il film. Anche Tilda Swinton è a favore della "buona morte", e durante la Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia ha spiegato:

Mi chiedo in quale momento della storia l'uomo abbia dato le spalle alla morte. Negare la morte è un tale spreco di energie. La società dei consumi lo impone: ci crea illusioni, non vuole che siamo mai sazi. La contemplazione giornaliera della morte, invece, rende la vita molto più preziosa.

L'amicizia

Ne La stanza accanto non vediamo nessuno al fianco di Martha. A casa, in ospedale e nella casa nel bosco, non ci sono amici e parenti della donna, che trova conforto solamente in Ingrid. A proposito della solitudine del personaggio, Almodóvar ha detto più volte che non avrebbe mai potuto ambientare il film in Spagna, dove una persona malata sarebbe sempre stata circondata da amici e familiari. Anche in Italia le cose sarebbero andate nello stesso modo, condite da doni mangerecci e momenti di convivialità. Nella New York che ha fatto da sfondo a tanti amori e innamoramenti cinematografici, l'individualismo e la distinzione fra winners e loosers (vincitori e perdenti) sembra invece rendere la malattia scomoda e inclassificabile. Per questo l'amicizia riveste un ruolo così importante nel romanzo e nel suo adattamento per il grande schermo. Si tratta di un'amicizia forte che passa attraverso la comune esperienza di aver amato e di essersi abbandonate all'eros per affrontare guerre, lutti e infelicità. L'amicizia fra Ingrid e Martha, inoltre, significa "stare accanto" e, a proposito della parola "accanto", ecco cosa si legge nelle note di produzione del film scritte dal regista:

ACCANTO: Accompagnare, fare compagnia, stare accanto a qualcuno senza bisogno di parlare, semplicemente esserci. Si accompagna nel dolore e nel piacere. La generosità di "accompagnare" qualcuno è una delle qualità più altruistiche in assoluto. Una qualità superiore persino ai grandi sentimenti quali l'amore, l’amicizia o la fratellanza. Stare accanto, in complicità silenziosa, solidale, umana, a volte è quanto di meglio possiamo fare per gli altri.

Quella casa nel bosco

Il buen retiro scelto da Martha ne La stanza accanto è una casa isolata in un bosco, un basso edifico con ampie vetrate che prende il sole a tutte le ore del giorno. Inizialmente la tinta dominante della dimora era il beige, ma Almodóvar ha riempito l'abitazione di colori saturi, dandole una connotazione molto poco americana. Proprio questa sua unicità ha l'effetto di renderla quasi fatata, incantata. È qui che la natura si mostra in tutto il suo splendore, nel vento che agita gli alberi e nel canto mattutino degli usignoli. È qui che il tempo rimane sospeso e si ha l'impressione di trovarsi un limbo, una dimensione intermedia tra la vita e la morte. È qui, infine, che, in tempi di conflitti, sfruttamento e malattie, la pace può diventare, anche se solo per un attimo, una solida realtà.

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