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Jason Isaacs racconta di quando ha chiamato Mel Gibson "Rabbino Gibson" e dice: "Ha fatto cose imperdonabili"

In una lunga intervista, Jason Isaacs parla di Mel Gibson, giudica le sue esternazioni antisemite imperdonabili e ricorda la volta in cui, durante un evento benefico, si è rivolto a lui chiamandolo "Rabbino Gibson".

Jason Isaacs racconta di quando ha chiamato Mel Gibson "Rabbino Gibson" e dice: "Ha fatto cose imperdonabili"

Ben sappiamo che Mel Gibson ha avuto i suoi alti e i suoi bassi e che ci sono stati dei momenti in cui Hollywood lo ha aspramente criticato e in parte ostracizzato. Il regista e attore, infatti, soprattutto quando era in stato di ebbrezza, non ha lesinato in termini di offese razziste e omofobe. Nel 2011, ad esempio, ha rivolto insulti antisemiti a un poliziotto e, a seguito di tale increscioso comportamento, è andato in rehab per disintossicarsi dall'alcool.

Se vi narriamo tutto questo è perché Jason Isaacs ha parlato di Mel Gibson in un'intervista a Volture, raccontando di averlo chiamato "Rabbino Gibson" e ricordando qualche ben noto imbarazzante episodio. Isaacs è australiano proprio come Mel e i due hanno diviso il set di Il Patriota di Roland Emmerich.

Quando Jason Isaacs ha detto a Mel Gibson: "Rabbino Gibson, come stiamo?"

Del collega Mel Gibson, Jason Isaacs ha detto prima di tutto:

A conoscerlo ci si rende conto che è molto affascinante. In più è intelligente e autoironico, però ha detto e fatto delle cose che sono immorali e imperdonabili.

Dopodiché l'attore ha aggiunto:

Sono stato invitato da un amico a un evento benefico legato al cricket e organizzato per gli attori australiani. Il mio amico mi ha detto: "Se vieni tu, viene anche Mel". Gli ho risposto: "Ma io non voglio vedere Mel". Non lo vedevo da quel terribile sfogo antisemita contro i poliziotti che lo avevano fermato. Al che il mio amico ha detto: "Dai, su, raccoglieremo un sacco di soldi per beneficenza". Così sono andato e c'era Mel che, dalla parte opposta della stanza, ha chiamato amichevolmente Jace. A quel punto gli ho detto: "Rabbino Gibson, come stiamo?". Mi si è avvicinato e mi ha detto: "Ero davvero ubriaco e tentavo di fare in modo che mi picchiassero o mi sparassero. Sto attraversando un periodo terribile". Dopodiché ha cominciato a sfogarsi su cose molto personali. Non è un mio amico, ma - e forse me ne vergognerò in eterno - ho cambiato subito atteggiamento perché stava tirando fuori tutta la sua vulnerabilità.

Quando Volture gli ha domandato se sia giusto perdonare comportamenti come quello di Mel Gibson, Isaacs ha risposto:

No, non puoi sempre perdonare tutto a tutti. Non sto dicendo che perdono Mel. L'ho visto una volta ogni 10 anni per cinque minuti. Ci scriviamo ogni morte di papa. Non so cosa pensare del fatto che abbia inserito ne La Passione di Cristo un personaggio che altro non è se non un demone ebreo di cui non viene fatta menzione nei vangeli. Non so come comportarmi, ma se stanotte bussasse alla mia porta dicendomi: "Guarda, mi hanno cancellato l'hotel, posso stare da te?", probabilmente gli risponderei di sì.

Quando la reputazione di Gibson è andata a farsi benedire, non tutti gli hanno voltato le spalle. Jodie Foster, ad esempio, gli è stata vicina. Lo stesso dicasi per Robert Downey Junior, che lo ha invitato a una raccolta fondi poco dopo la brutta storia del poliziotto trattato a maleparole.

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