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Il ragazzo dai pantaloni rosa: insulti e commenti omofobi durante una proiezione per studenti

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Mentre assistevano alla proiezione de Il ragazzo dai pantaloni rosa alla Festa del cinema di Roma, alcuni studenti hanno fischiato e detto cose terribili e omofobe. Immediata la reazione del Ministro dell'Istruzione e della mamma di Andrea Spezzacatena, di cui il film racconta la storia.

Il ragazzo dai pantaloni rosa: insulti e commenti omofobi durante una proiezione per studenti

Parlando de Il ragazzo dai pantaloni rosa, presentato alla Festa del Cinema di Roma, la regista e gli interpreti del film che racconta la vera e tragica storia di Andrea Spezzacatena avevano espresso il desiderio che il risultato dei loro sforzi fosse proiettato nelle scuole, per mostrare ai ragazzi le estreme conseguenze del bullismo e in particolare del cyberbullismo. Una proiezione organizzata all’Auditorium, e riservata a un gruppo di giovani studenti, ha purtroppo dimostrato che l'omofobia e i pregiudizi che il film combatte sono duri a morire. È accaduto infatti, con grande sorpresa dei presenti, che alcuni ragazzi abbiano riso e fischiato, per poi passare a parole e frasi offensive come "Gay di m****a", "Fr***o", "Ma quando s’ammazza?". La notizia, diffusa su X da un giornalista e blogger, è subito rimbalzata da una parte all’altra ed è arrivata all’orecchio del Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che ha dichiarato:

Ho sentito la direttrice dell’ufficio scolastico regionale, Anna Paola Sabatini, e ho chiesto di attivarsi per conoscere chi siano i responsabili di questi comportamenti vigliacchi e squallidi. Rinnovo la mia vicinanza e solidarietà alla mamma di Andrea. Il bullismo va contrastato con la massima severità. Appena saranno noti i nomi dei responsabili, andrò nella loro scuola perché voglio incontrarli personalmente.

Sfortunatamente anche Teresa Manes, che è la mamma di Andrea Spezzacatena, ha saputo dell’accaduto. Ecco il suo commento su Facebook:

Mi piacerebbe che chi continua a negare l'omofobia in questo Paese prendesse spunto da quanto accaduto per rivedere il proprio pensiero e regolare il proprio agito. Perché la parola non è un concetto vuoto. La parola è viva ed uccide. Io, di certo, non mi piego. Anzi, continuerò più forte di prima. Mio figlio non c'è più ma l'omofobia a quanto pare sì.

Ricordiamo che Andrea Spezzacatena si è impiccato, a soli 15 anni, perché non sopportava i commenti omofobi e la crudeltà dei compagni di scuola, che avevano creato una pagina Facebook appositamente per dileggiarlo. Non tutti coloro che erano presenti all’incriminata proiezione si sono lasciati andare ai commenti omofobi, ma il fatto che ci siano stati è gravissimo, perché significa che  il nostro non è un paese inclusivo, tollerante e democratico, e, se ci sono preadolescenti e adolescenti come i furbetti di cui sopra, la colpa è di genitori ineducati e incapaci di educare, oltre che omofobi essi stessi. Avremo anche dalla nostra una cultura secolare e un pool di straordinari cervelli, ma, pur discendendo dagli antichi romani, ci comportiamo come barbari. Del resto, se la mentalità imperante è quella di chi non paga le tasse, se si investe sempre meno nel sociale, se ci si adopera, con impudenza e malcelato orgoglio, per negare o mettere in discussione i diritti fondamentali dell’individuo, e se, infine, il patriarcato è duro a morire e i femminicidi sono all’ordine del giorno, difficilmente usciremo dal Medioevo in cui siamo non troppo repentinamente precipitati.

A questa notizia, se ne aggiunge un’altra, più recente. Sembra che alcuni genitori di studenti di una scuola di Treviso abbiamo chiesto di evitare di far vedere Il ragazzo dai pantaloni rosa agli alunni. La proiezione, prevista per il 4 di novembre è stata quindi rinviata a data da destinarsi, spingendo il sindaco della città a parlare di "un'occasione persa per approfondire temi rilevanti e complessi della nostra società".

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