Festa del Cinema di Roma 2024: ecco il programma completo della 19esima edizione
Torna dal 16 al 27 ottobre la manifestazione cinematografica romana diretta, per il terzo anno consecutivo, dalla brava Paola Malanga. Ecco tutti i film che vedremo alla Festa del Cinema di Roma 2024.
È stata presentata stamane a Roma, al Teatro Olimpico (che sarà una delle nuove sedi delle proiezioni e degli eventi) l'edizione numero 19 della Festa del Cinema di Roma, la terza diretta dalla brava Paola Malanga, un passato da critico cinematografico e da produttrice, che ha mostrato di essere perfettamente a suo agio anche alla guida di un festival grande, internazionale e comunque non di facile gestione come quello romano. Per anni alla ricerca di una sua identità precisa, la Festa della gestione Malanga sembra aver trovato, se non una quadra, la strada giusta, ripristinando un concorso internazionale, e aprendo sempre più alla città e al suo pubblico gli eventi.
La Festa del Cinema 2024 presenta un programma decisamente vasto e interessante, che Malanga ha paragonato a "un arazzo con tanti disegni, nel quale ognuno troverà il suo percorso". Tra i fili rossi che uniscono i tanti titoli del programma, Malanga ha citato "storia e politica, ma anche storia e memoria; l'attualità; la situazione contemporanea di stampa e giornalisti in parti difficili del mondo; la musica; lo sport; e poi ovviamente Roma, ma anche Napoli".
I premi alla carriera della Festa 2024 andranno a Viggo Mortensen e Johnny Depp, e entrambi gli artisti presenteranno a Roma le loro nuove fatiche registiche: Mortensen il western The Dead Don't Hurt, Depp il biopic su Amedeo Modigliani Modì, con protagonista Riccardo Scamarcio.
Verranno anche ricordati, con un programma speciale, i 100 anni dalla nascita del grande Marcello Mastroianni.
Questo è il programma completo della Festa del Cinema di Roma 2024.
CONCORSO PROGRESSIVE CINEMA – VISIONI PER IL MONDO DI DOMANI
100 LITRES OF GOLD
di Teemu Nikki, Finlandia, Italia, 2024, 88’ | World Premiere |
Cast: Elina Knihlä, Pirjo Lonka, Ville Tiihonen
La sahti è una birra molto forte aromatizzata al ginepro, che si trova solo in Finlandia, e che si produce preferibilmente in casa seguendo metodi secolari. Le due sorelle Taina e Pirkko ne sono apprezzate (e invidiate) produttrici: ma quando la terza sorella gliene chiede cento litri per il proprio matrimonio, iniziano i guai. Sensi di colpa inevasi, rivalità quasi letali con i vicini, beffe del destino e irresistibile voglia di “assaggiare” il prodotto renderanno la fornitura dei cento litri una vera e propria odissea tragicomica. Il regista di La morte è un problema dei vivi, presentato lo scorso anno in concorso alla Festa del Cinema di Roma, racconta dall’interno la provincia di un paese remoto e al tempo stesso molto vicino, dove l’orgoglio delle proprie radici e il gusto di fare bisboccia mascherano disagi e inquietudini profonde. E lo fa con una narrazione travolgente, all’insegna dello humour nero e della comicità deadpan. Irresistibili tutte le interpreti.
L’ALBERO
di Sara Petraglia, Italia, 2024, 92’ | Opera prima | World Premiere |
Cast: Tecla Insolia, Carlotta Gamba, Cristina Pellegrino
C’è un albero che si vede dalla finestra, là in fondo, sopra la ferrovia. E appeso al muro c’è il ritratto di un giovane poeta antico, Giacomo Leopardi, quello del tramonto della luna, degli amori tristi, della giovinezza che fugge di corsa. Bianca ha poco più di vent’anni, dovrebbe frequentare l’università, ha lasciato la casa dei genitori ed è andata a vivere nella casa dalla quale si vede l’albero, insieme ad Angelica, coetanea, amica e amata. Bianca scrive in un quadernetto, va in cerca di cocaina in dei locali rossi e blu, passa il tempo con gli altri amici a chiedersi come mai sono sempre tutti così tristi. L’esordio alla regia e alla sceneggiatura di Sara Petraglia (figlia di Sandro) è un ritratto esemplare dei ventenni di oggi, alla ricerca di utopie e speranze che non gli sono state concesse, della loro voglia di vivere e amare e della loro grande infelicità. Contemporaneo, poetico e graffiante, con Tecla Insolia (L’arte della gioia) e Carlotta Gamba (Gloria!, Vermiglio).
L’ART D’ÊTRE HEUREUX
di Stefan Liberski, Belgio, Francia, 2024, 109’
Cast: Benoît Poelvoorde, Camille Cottin, François Damiens, Gustave Kervern
Jean-Yves Machond, un artista concettuale in crisi, lascia Bruxelles e va a Étretat, la località della Normandia nota per le falesie immortalate da Claude Monet. L’incontro con un pittore locale, ovviamente figurativo, lo porterà a ripensare non solo la sua arte, ma anche la sua vita. Interpretato da Benoît Poelvoorde, quello che sulla carta è un personaggio pretenzioso e ridicolo diventa un irresistibile concentrato di umanità, comico e addirittura tenero nei suoi impacci a fare i conti con la realtà. E l’eco del Monsieur Hulot di Jacques Tati diventa la chiave per rivolgere uno sguardo attento e bizzarro a una Francia marginale raccontata con grande empatia. Liberski, che nel 1987 seguì la lavorazione della Città delle donne di Fellini, ed è romanziere e autore di fumetti, fa recitare anche il collega regista Gustave Kervern (Imprevisti digitali), con cui condivide il gusto dello humour spiazzante.
BERLINGUER. LA GRANDE AMBIZIONE
di Andrea Segre, Italia, Belgio, Bulgaria, 2024, 122’ | World Premiere |
Cast: Elio Germano, Elena Radonicich, Paolo Pierobon, Roberto Citran, Andrea Pennacchi, Giorgio Tirabassi, Paolo Calabresi, Francesco Acquaroli, Fabrizia Sacchi
La grande ambizione viene da una frase di Antonio Gramsci (fondatore del Partito comunista italiano), che la definì indissolubile dal bene collettivo. Ed è alla collettività, alle piazze stracolme degli anni ’70, che si rivolge l’allora segretario del PCI, che tentava di costruire il socialismo all’interno di una democrazia. Si apre con i reels del Cile, di Salvador Allende e l’assalto alla Moneda del 1973, e si chiude con quelli dei funerali di Berlinguer a Roma nel 1982, il film dedicato agli anni durante i quali Enrico Berlinguer tentò di realizzare il compromesso storico: il viaggio a Sofia, dove sfuggì a un attentato, l’URSS, il dibattito sul divorzio, le elezioni del 1975, la copertina sul “Time”, gli incontri con Aldo Moro, e soprattutto gli operai, la famiglia, il mare, le sue parole scritte e pronunciate in voce off. Andrea Segre tesse il ritratto di un politico pieno di umanità e di riserbo, di un uomo incrollabile, schivo, intelligentissimo e amatissimo dalla gente comune, del quale Elio Germano offre un’interpretazione tutta interiorizzata, non mimetica, empatica.
BRING THEM DOWN
di Christopher Andrews, Irlanda, Regno Unito, Belgio, 2024, 105’ | Opera prima |
Cast: Christopher Abbott, Barry Keoghan, Colm Meaney, Nora-Jane Noone, Paul Ready
Esordio alla regia di Christopher Andrews, Bring Them Down, ci porta in un’Irlanda rurale dove, sullo sfondo di paesaggi serenamente bucolici, si muovono personaggi tormentati, sospesi tra ombre di un passato oscuro e incombenti minacce future. Al centro della storia c’è Michael (Christopher Abbott) che, a causa della grave disabilità del padre (Colm Meaney), si trova a gestire da solo l’allevamento di ovini di famiglia, ma i suoi rapporti con il genitore e con i vicini sono difficili, complicati da intricate vicende personali. Dramma complesso di faide familiari, dove la tensione di un racconto al cardiopalma è palpabile e ogni movimento o parola dei protagonisti (grazie anche alle interpretazioni di Abbott e Barry Keoghan) si carica di presagi, fino a un finale, tanto violento quanto sorprendente.
LE CHOIX
di Gilles Bourdos, Francia, 2023, 77’ | World Premiere |
Cast: Vincent Lindon
Joseph Cross è un uomo solido, forte, affidabile, nella vita personale e professionale concreto come gli edifici che costruisce. Ma una sera, dopo una telefonata, sale in auto e si allontana dal cantiere: deve decidere quale direzione prendere, e da questo dipende tutta la sua vita futura. Un lungo viaggio nella notte, tra la voce di Joseph e le tante altre che risuonano dal telefono: ossessionato, teso, ansiogeno, Le choix è il remake di Locke, il film del 2013 scritto e diretto da Steven Knight e interpretato da Tom Hardy. La storia di una vita che si trasforma in un thriller claustrofobico, con Vincent Lindon nei panni del protagonista e alla regia Gilles Bourdos, l’autore di Afterwards, Renoir e Vulnerabili.
ES GEHT UM LUIS (ABOUT LUIS)
di Lucia Chiarla, Germania, 2024, 97’ | Opera prima |
Cast: Max Riemelt, Natalia Rudziewicz, Franziska Troegner
Stoccarda: Jens fa il tassista, spesso di notte, ed è nella sua vettura che lo deve raggiungere la moglie Costanze, per parlare vis à vis o fare l’amore. Questo equilibrio già precario entra definitivamente in crisi quando vengono a sapere che il loro figlio Luis viene bullizzato a scuola. Il motivo: il suo zaino è decorato da unicorni e percepito come “femminile”. Il secondo film da regista della genovese Lucia Chiarla, di lingua e produzione interamente tedesca, sa entrare con grande lucidità e una tensione da thriller in molti nodi irrisolti del nostro presente: la fragilità della coppia, l’incertezza del lavoro, l’inadeguatezza della scuola, i condizionamenti culturali. E sfrutta al meglio due idee di regia tanto essenziali quanto spiazzanti ed efficaci: tutto il film è girato in esterni, l’unico interno è quello del taxi; e di Luis sentiamo solo la voce.
GREEDY PEOPLE
di Potsy Ponciroli, Stati Uniti, 2024, 115’
Cast: Joseph Gordon-Levitt, Lily James, Himesh Patel, Tim Blake Nelson, Uzo Aduba, Simon Rex, Nina Arianda, Jim Gaffigan, José María Yazpik, Joey Lauren Adams
A Providence, Rhode Island, non succede mai niente di eccitante, spiega un poliziotto al suo collega appena arrivato. Perciò, trovati un hobby, stai attento al capo (una poliziotta, black) e non uccidere nessuno. Invece, naturalmente, ci scappa il morto e, di fianco al morto, ecco spuntare un milione di dollari. Comincia così il noir grottesco diretto da Potsy Ponciroli dopo Old Henry (il western presentato a Venezia nel 2022): un andirivieni nell’avidità e nella maldestrezza della gente comune come dei boss malavitosi, costruito in una successione di flashback dove versioni, personaggi, testimoni s’intrecciano e si contraddicono. Chiaro omaggio ai fratelli Coen, con uno dei loro attori feticcio, Tim Blake Nelson (che già era il vecchio Henry), e Lily James, Himesh Patel, Joseph Gordon-Levitt e altri a contendersi il malloppo.
L’ISOLA DEGLI IDEALISTI
di Elisabetta Sgarbi, Italia, 2024, 114’ | World Premiere |
Cast: Tommaso Ragno, Elena Radonicich, Renato Carpentieri, Michela Cescon, Mimmo Borrelli
L’isola degli idealisti è un romanzo di Giorgio Scerbanenco che, scritto nel 1942, andò perduto ed è stato pubblicato solo nel 2018 dalla Nave di Teseo. Elisabetta Sgarbi lo ambienta alla fine degli anni Sessanta, in un modo più crudele che echeggia i noir che a Scerbanenco hanno dato la fama. L’incontro tra una giovane coppia di ladri e gli abitanti di una villa sperduta (un ex medico disilluso, un anziano direttore d’orchestra, una scrittrice stanca di scrivere romanzetti) diventa un “gruppo di famiglia in un interno” dove vengono alla luce sogni, illusioni, rancori e fallimenti. Un film notturno, tra terra e acqua, immerso in nebbie padane da cui – segnando una continuità con le opere precedenti dell’autrice – affiorano impreviste opere d’arte (come quelle di Adolfo Wildt): e dove un gruppo di affiatati attori dà voce all’ironia e al pessimismo di colui che ormai è riconosciuto come uno dei grandi autori del Novecento italiano.
JAZZY
di Morissa Maltz, Stati Uniti, 2024, 86’
Cast: Jasmine Bearkiller Shangreaux, Syriah Fool Head Means, Richard Ray Whitman, Raymond Lee, Lily Gladstone
Sei anni nella vita di Jasmine, detta Jazzy, una bambina Oglala Lakota che cresce in una cittadina del South Dakota: la scuola, la ginnastica, la band, le feste di compleanno, i peluche, le amiche e soprattutto la migliore amica, Syriah, che un giorno deve partire per andare a stabilirsi altrove con la famiglia. Un coming of age complice e sensibile, che accompagna le sue protagoniste dai sei ai dodici anni, capace di raccontare la curiosità e la fatica di crescere, senza essere mai invasivo o banale. Diretto da Morissa Maltz (autrice nel 2022 di The Unknown Country) e coprodotto da Lily Gladstone (la stupenda protagonista di Killers of the Flower Moon di Scorsese), che appare anche nell’ultima parte del film, quando a una cerimonia e un pranzo Lakota vediamo per la prima volta inquadrati gli adulti che per tutto il film sono sempre stati solo voci, ombre, sagome, ai margini del mondo di queste straordinarie ragazzine.
KUN BANG SHANG TIAN TANG (BOUND IN HEAVEN)
di Huo Xin, Cina, 2024, 109’ | Opera prima |
Cast: Ni Ni, Zhou You, Liao Fan
L’esordio alla regia di Huo Xin, sceneggiatrice di successo di film d’autore come Shower (1999) e di grandi successi commerciali come Kung Fu Hustle (2004), è un'opera profondamente commovente e provocatoria, che affronta temi raramente esplorati nel cinema cinese: la violenza domestica e le difficoltà che un malato terminale deve affrontare all'interno del sistema sanitario cinese. Huo, con la sua regia sicura e la raffinatezza della sua complessa scrittura filmica, porta sullo schermo una potente storia di amore e resilienza, interpretata da un cast d’eccellenza: Ni Ni e Zhou You sono tra i giovani attori cinesi più richiesti del momento. Bound in Heaven si distacca dalle convenzioni narrative e stilistiche del locale cinema d’autore abitualmente noto al pubblico occidentale, segnando l'emergere di una nuova e brillante voce nel panorama cinematografico cinese.
READING LOLITA IN TEHRAN (LEGGERE LOLITA A TEHERAN)
di Eran Riklis, Italia, Israele, 2024, 108’ | World Premiere |
Cast: Golshifteh Farahani, Zar Amir, Mina Kavani, Bahar Beihaghi, Isabella Nefar, Raha Rahbari, Lara Wolf, Arash Marandi, Shahbaz Noshir, Catayune Ahmadi, Reza Diako, Ash Goldeh, Sina Parvaneh
Una professoressa di letteratura angloamericana e un ingegnere civile: una coppia di coniugi iraniani che tornano a Teheran dopo la rivoluzione di Khomeini, nel 1979. La valigia di Azar Nafisi è piena di libri, le sue passioni, i suoi amori: “Il grande Gatsby” di Fitzgerald, “Lolita” di Nabokov, “Daisy Miller” di James, “Orgoglio e pregiudizio” di Austen, capolavori pericolosi per la legge islamica, intorno ai quali si snodano tensioni e temi. Tratto dal best seller del 2003 di Azar Nafisi, che tornò negli Stati Uniti nel 1997 per insegnare all’università di Washington, racconta la lotta della protagonista per trasmettere bellezza e cultura agli studenti sempre più catechizzati e, una volta lasciato l’insegnamento pubblico, condividere i suoi seminari settimanali con le sue sette allieve migliori. Diretto da Eran Riklis (La sposa siriana, Il giardino dei limoni), con Golshifteh Farahani (Paterson, Pirati dei Caraibi) nel ruolo della protagonista.
LA NUIT SE TRAÎNE
di Michiel Blanchart, Belgio, Francia, 2024, 91’ | Opera prima |
Cast: Jonathan Feltre, Romain Duris, Jonas Bloquet, Natacha Krief
Mady, un giovane nero di Bruxelles, di giorno studia e di sera, per guadagnare qualcosa, fa il fabbro. È tranquillo, responsabile e cerca di stare lontano dai guai. Ma una notte va ad aprire la porta di una ragazza che gli ha detto di aver perso le chiavi di casa e precipita così in una spirale di violenza, paura, fuga. Un incubo urbano che ricorda le affannate odissee notturne di Scorsese, popolato di sbandati e malviventi, con una ragazza misteriosa e un capobanda inquietante (Romain Duris), tra locali, metropolitane, stazioni ferroviarie e strade, nelle quali nel frattempo si snoda una manifestazione Black Lives Matter. Un pugno di ore in una Bruxelles che è come New York, in un thriller stilizzato, compresso e montato benissimo. Scritto con Gilles Marchand dal belga Michiel Blanchart, che debutta nella regia del lungometraggio.
PARADISO IN VENDITA
di Luca Barbareschi, Italia, Francia, 2024, 107’ | World Premiere |
Cast: Bruno Todeschini, Donatella Finocchiaro, Domenico Centamore, Matteo Gulino, Martina Ziami, Ludovico Caldarera, Antonio Ribisi La Spina, Lollo Franco, Roberto Pizzo, Francesco Giulio Cerilli, Vito Ubaldini, Stefania Blandeburgo, Vincent Nemeth
Nel 2015, al governo greco, in profonda crisi economica, venne in mente di vendere alcune isole dell’Egeo. Non ne fece niente, ma è da questa vecchia notizia di cronaca che prende spunto il nuovo film diretto da Luca Barbareschi, che riambienta la storia in un’immaginaria isoletta siciliana, Fenicusa, che il governo italiano in bancarotta decide di vendere ai francesi. Che naturalmente accettano, inviando un loro “ambasciatore” per lottizzare, comprare, “francesizzare” il territorio e la popolazione molto recalcitrante. Interpretata dalla pasionaria Donatella Finocchiaro con Vincent Nemeth e Bruno Todeschini, e ambientata a Filicudi (l’isola delle Eolie della quale Barbareschi è cittadino onorario), una commedia di caratteri, costume e politica, che racconta la sfida eterna tra culture affini e litigiose, di conquistatori conquistati e paesani battaglieri, nel solco della tradizione della commedia all’italiana.
POLVO SERÁN
di Carlos Marques-Marcet, Spagna, Italia, Svizzera, 2024, 106’
Cast: Ángela Molina, Alfredo Castro, Mònica Almirall Batet, Patrícia Bargalló, Alván Prado
Tra Pina Bausch e All That Jazz: Polvo Seran è uno sguardo unico, audace e significativo sulla nostra inevitabile fine, al tempo stesso un musical e un coraggioso dramma corale che danza con la morte e non rattrista mai. Quando l’attrice e danzatrice Claudia – una straordinaria Ángela Molina – decide di non aspettare passivamente che la sua malattia le tolga ogni autonomia, Flavio, il suo compagno di una vita (Alfredo Castro), mette in moto il piano architettato per porre fine alle loro vite insieme, in Svizzera. Sono talmente presi da ciò a cui stanno andando incontro che sembrano dimenticarsi di tutto ciò che sta loro intorno, in un caos di emozioni e profonda umanità. Al regista Carlos Marques-Marcet va il merito di avere trovato il tono giusto per un approccio audace e innovativo a un tema così impegnativo.
QUERIDO TRÓPICO
di Ana Endara, Panama, Colombia, 2024, 108’ | Opera prima |
Cast: Paulina García, Jenny Navarrette, Juliette Roy
Nella frenetica Panama City, il giardino di una casa diventa il palcoscenico per l’incontro di due donne sole: Ana María, un’immigrata colombiana incinta con problemi economici e di status, e Mercedes, una matriarca e imprenditrice, affetta da una forma iniziale di demenza e molto dispettosa. Diretto da Ana Endara, documentarista al suo debutto nel cinema di finzione, Querido Trópico esplora con forza e intensità il legame che si sviluppa tra queste due donne, apparentemente diverse ma complementari. Grazie alle interpretazioni di Paulina García (Gloria) e Jenny Navarrette (The Other Son), il film affronta temi come la cura, la solitudine, la rabbia, i desideri inappagati, attraverso un racconto toccante e insieme inaspettato. Come il clima panamense, imprevedibile e mutevole, Querido Trópico è un dramma luminoso dalle tonalità tropicali, ricco di colpi di scena.
SPIRIT WORLD
di Eric Khoo, Francia, Giappone, Singapore, 2024, 105’
Cast: Catherine Deneuve, Yutaka Takenouchi, Masaaki Sacai
Obon è la festa giapponese delle lanterne: una breve finestra nel tempo durante la quale i morti fanno visita ai vivi, in estate. Lo racconta un vecchio giapponese, amante della musica, a Claire Emery, leggendaria cantante francese che ha appena tenuto un concerto sold out a Tokyo e che adesso, in un bar, ha bevuto troppo sakè. E qui comincia il viaggio tra questo e altri mondi, tra i vivi e i morti, tra le stagioni e le emozioni, tra la città e il mare, tra le canzoni che Claire ha cantato e i film che un giovane regista in crisi creativa ha realizzato. Catherine Deneuve attraversa con malinconia e intensità la storia diretta da Eric Khoo, il più noto degli autori di Singapore (12 Stories, My Magic, Tatsumi), su una sceneggiatura scritta da suo figlio Edward. Un viaggio intelligente, garbato, vivissimo, nel corso del quale i protagonisti vengono a patti con la loro vita, i loro affetti, i loro spiriti.
THE TRAINER
di Tony Kaye, Stati Uniti, 2024, 95’ | World Premiere |
Cast: Vito Schnabel, Julia Fox, Steven Van Zandt, Beverly D’Angelo, Bella Thorne, Gina Gershon, Stephen Dorff, Lenny Kravitz, Paris Hilton, Allan Góes, Taylour Paige, Colleen Camp, Brock O’Hurn, John McEnroe
Indossa un casco, quasi alato, che sembra quello di Mercurio nell’iconografia classica ed è ispirato a Troy, una canotta nera e braghe da ginnastica rosse: si chiama Jack, è un giovane esperto di fitness che sta attraversando un periodo difficile ed è perciò costretto a vivere con la mamma a Los Angeles, e che conta sul suo casco per riuscire, durante otto vertiginosi giorni senza sonno, ad afferrare finalmente il suo American Dream. Vito Schnabel (figlio di Julian), gallerista, produttore, attore, artista, ci ha messo anni per riuscire a realizzare la sua commedia indie, grottesca e surreale, collezionando un cast d’eccezione: insieme a lui, Stephen Dorff, Gina Gershon, Berverly D’Angelo, Steven Van Zandt, Julia Fox, Lenny Kravitz, Paris Hilton, Gus Van Sant. Dirige Tony Kaye, autore di American History X e di tanti video musicali.
FREESTYLE
FILM
ARSA
di MASBEDO, Italia, 2024, 94’ | World Premiere |
Cast: Gala Zohar Martinucci, Jacopo Olmo Antinori, Tommaso Ragno, Lino Musella, Luca Chikovani, Giovanni Cannata, Michele Sinisi, Maziar Firouzi, Matilde Schiaretta
Il primo vero e proprio lungometraggio di finzione del duo MASBEDO (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni) è ambientato a Stromboli, già al centro di alcune loro opere e videoinstallazioni. E unisce il lavoro straordinario sull’immagine con quello sulla parola (grazie alla collaborazione con lo scrittore Giorgio Vasta) e con una costruzione complessa, in più tempi e più luoghi. La vicenda della giovane e solitaria Arsa si intreccia con quella di un giovane (Jacopo Olmo Antinori), affascinato da lei e deciso a svelarne il mistero. E periodicamente riemerge un passato, dove un padre artigiano e scultore (Lino Musella) venne svilito nella sua creatività. I Masbedo cercano un cinema che non assomiglia a nient’altro (anche se lo sguardo a tratti è memore di Stromboli, terra di Dio), fatto rigorosamente per il grande schermo, esplorando nuovi modi di raccontare con le immagini.
CÌ XĪN QIÈ GŬ (PIERCE)
di Nelicia Low, Singapore, Taiwan, Polonia, 2024, 107’ | Opera prima |
Cast: Liu Hsiu-Fu, Tsao Yu-Ning, Ding Ning
Thriller psicologico dalla struttura narrativa che sembra richiamare l’arte della scherma, fatta di movimenti che celano le vere intenzioni e di rapidi affondi che "trafiggono l’anima e spezzano le ossa", come suggerisce il titolo cinese del film, Pierce segna il promettente esordio alla regia di Nelicia Low. Già campionessa di scherma nella squadra nazionale di Singapore prima di passare dal fioretto alla macchina da presa, Low si è ispirata a un fatto di cronaca realmente accaduto a Taiwan per tratteggiare la complessa relazione tra due fratelli, uniti dalla passione per la spada e da un passato oscuro. Tensioni familiari, segreti inconfessati, inganni e sottili dinamiche di potere si fondono in un sofisticato dramma psicologico dai risvolti agghiaccianti.
CIAO BAMBINO
di Edgardo Pistone, Italia, 2024, 95’ | Opera prima | World Premiere |
Cast: Marco Adamo, Anastasia Kaletchuk, Luciano Pistone, Pasquale Esposito, Salvatore Pelliccia, Sergio Minucci, Luciano Gigante, Attilio Peluso, Antonio Cirillo, Rosalia Zinno
Dopo il pluripremiato corto Le mosche, Pistone torna a utilizzare il bianco e nero per raccontare il periodo a confine tra l’adolescenza e la vita adulta. Siamo nel rione Traiano di Napoli, e Attilio viene incaricato di proteggere una giovane prostituta dell’Est. Presto se ne innamora, ma mantenere il segreto è essenziale. Anche perché dovrà scegliere tra la ragazza e la fedeltà al padre, appena uscito dal carcere e perseguitato dagli strozzini. L’esordio del regista è anche uno degli ultimi film che è riuscito a produrre il compianto Gaetano Di Vaio della Bronx Film. E si ritrova la sua impronta in questo racconto che unisce personaggi ben radicati in una realtà difficile con uno stile e una narrazione che non temono di confrontarsi con il grande cinema internazionale.
GHOSTLIGHT
di Kelly O’Sullivan, Alex Thompson, Stati Uniti, 2023, 115’
Cast: Keith Kupferer, Dolly de Leon, Katherine Mallen Kupferer, Tara Mallen
Quanto può aiutarci l’arte, qualsiasi forma d’arte, a capirci, crescere, conoscerci meglio, superare i traumi individuali e famigliari, anche se non abbiamo mai pensato di aver alcun talento creativo? Se lo chiede il nuovo film scritto e diretto da Kelly O’Sullivan e Alex Thompson (Saint Frances), dove l’allestimento di Romeo e Giulietta da parte di una piccola compagnia teatrale di quartiere di Chicago fa scoprire una parte inaspettata di se stesso a un maturo operaio edile, ombroso e scontroso. Dan, sua moglie e la figlia adolescente sono interpretati da una vera famiglia teatrale di Chicago: Keith Kupferer, Tara Mallen e Katherine Mallen Kupferer, mentre la leader della compagnia è affidata alla minuscola, fervida Dolly De Leon (migliore attrice a Cannes 2022 per Triangle of Sadness di Ruben Ostlund).
GRAND THEFT HAMLET
di Pinny Grylls, Sam Crane, Regno Unito, 2024, 90’ | Doc | Opera prima |
Gennaio del 2021, terzo lockdown britannico, tutti i teatri sono chiusi, e due attori disoccupati, Sam Crane e Mark Oosterveen, passano il tempo giocando tra loro online a “Grand Theft Auto”. E qui scatta l’idea: perché non mettere in scena in GTA l’Amleto? Provini aperti a chi voglia partecipare, location tipiche del gioco, inseguimenti e sparatorie mentre i protagonisti si affannano a raccomandare: “Per favore, non uccidetevi tra voi! E non sparate agli attori!” alla loro platea virtuale. La violenza mozzafiato di GTA si fonde bene con i tanti morti e le passioni di Amleto, mentre intorno a loro si affollano gli avatar dei più disparati partecipanti. Pinny Grylls, moglie di Crane, decide di girare un documentario dell’impresa con il cellulare del suo personaggio, dopo aver registrato molto materiale. Nasce un irresistibile omaggio alla forza della rappresentazione, in tutte le sue forme, una rincorsa nello spazio e nel tempo che traccia un filo rosso tra passato e futuro.
MARKO POLO
di Elisa Fuksas, Italia, 2024, 78’ | World Premiere |
Cast: Iaia Forte, Flavio Furno, Letizia Cesarini, Elisa Fuksas, Lavinia Fuksas, Elisa Casseri, Doriana Mandrelli, Massimiliano Fuksas, Barbara Alberti, Vincenzo Nemolato, Giampiero Judica
Quando la regista Elisa Fuksas apprende dell’improvvisa interruzione del film a cui stava lavorando, progettato per anni e incentrato sul suo percorso di conversione al cattolicesimo, tutto nella sua vita inizia a vacillare. Compresa la sua fede. Decide così d’intraprendere una crociera verso Medjugorje accompagnata da sua sorella, dalla sceneggiatrice e dall’attore protagonista del film fallito e... dalla Madonna. Tra realtà e invenzione, documentario e fiction, una riflessione sul concetto di fede (non solo religiosa) e quindi sulla necessità di riscoprire il proprio senso di appartenenza al mondo, affrontando le proprie vulnerabilità e i propri sogni. Un viaggio in cui la regista si mette in scena con intelligenza e ironia, cercando di ricostruire il suo mondo interiore e riconciliarsi con la sua storia.
MCVEIGH
di Mike Ott, Stati Uniti, 2024, 90’
Cast: Alfie Allen, Brett Gelman, Ashley Benson, Anthony Carrigan, Tracy Letts
Il 19 aprile del 1995, alle 9 del mattino, un furgone carico di esplosivo parcheggiato davanti all’Alfred P. Murrah Federal Building di Oklahoma City saltò in aria. Considerato il più sanguinoso degli atti di terrorismo interno degli Stati Uniti, l’attentato fece 168 morti e più di 600 feriti. Un’ora e mezzo dopo viene fermato Timothy McVeigh, ventisettenne sottufficiale reduce dalla Guerra del Golfo, simpatie suprematiste, voglia di armi, di violenza, di vendicare i martiri di Waco. Mike Ott, ostinato indie americano sempre in cerca di frammenti di un’America provinciale e marginale (Littlerock, California Dreams, Actor Martinez), ricostruisce l’ideazione e la pianificazione dell’attentato stando addosso al suo protagonista: Alfie Allen (John Wick, Il trono di spade), dimesso, silenzioso, inquietante, con momenti privati alla Travis Bickle. Teso come un thriller, disturbante come un documentario, estremamente attuale.
NATALE FUORI ORARIO
di Gianfranco Firriolo, Italia, 2024, 85’ | Doc | World Premiere |
In un mondo che ha smarrito il significato autentico della festa, tre bizzarri figuri (il cantante, il gigante e il mago) che compongono una sorta di trinità laica si mettono in viaggio per raggiungere il Fuori Orario, un locale in cui si sono esibiti per tanti anni celebrando l’arrivo del Natale. Sulla loro auto trasportano una teca in cui è rinchiuso il corpo del proprietario, Frankie La Luce. Tra ironia e malinconia, finzione e documentario (riemergono le immagini dei vecchi concerti di Capossela al Fuori Orario), il regista Gianfranco Firriolo e il cantautore Vinicio Capossela tornano a collaborare in un anomalo e originalissimo ibrido tra road movie e film-concerto, elogio del potere aggregante della musica e contemporaneamente riflessione sullo scorrere del tempo. Tutto impreziosito dalla straordinaria fotografia invernale di Luca Bigazzi.
NOTTEFONDA
di Giuseppe Miale Di Mauro, Italia, 2024, 92’ | Opera prima | World Premiere |
Cast: Francesco Di Leva, Mario Di Leva, Adriano Pantaleo, Giuseppe Gaudino, Dora Romano, Valeria Colombo, Chiara Celotto
Alla ricerca dell’assassino della propria moglie, morta investita da un pirata della strada, Ciro sta perdendo contatto con la realtà. Passa le notti tra tangenziali e autogrill, portando con sé il figlio tredicenne Luigi, per cui non riesce a essere un buon padre. Ma molte cose non sono quello che sembrano. Per il suo esordio sul grande schermo, Giuseppe Miale Di Mauro, uno dei fondatori del NEST, il teatro di San Giovanni a Teduccio che ha dato un’occasione ai giovani di uno dei quartieri più difficili alla periferia di Napoli, si ispira al suo romanzo La strada degli americani per raccontare una storia di rabbia e redenzione. Fa parlare i luoghi notturni di una città al di fuori di ogni oleografia. E trova in Francesco Di Leva un interprete che mette in gioco tutto se stesso, e che non a caso recita accanto al proprio figlio Mario.
ON FALLING
di Laura Carreira, Regno Unito, Portogallo, 2024, 104’ | Opera prima |
Cast: Joana Santos, Inês Vaz
In una città scozzese, una giovane immigrata portoghese, Aurora, lavora nel magazzino di una ditta di grande distribuzione, tutto il giorno a scovare e registrare i pacchi che vanno spediti. Malpagata, isolata, con il tempo scandito dal suo lettore di barcode, come tutti gli altri operai vorrebbe un lavoro diverso, stabile. Di sera torna nell’appartamento dove ha una stanza, mangia pasta in cucina, incontra di sfuggita gli altri coinquilini, paesi diversi, colori diversi. Una vita che si regge su un equilibrio esilissimo. È tutto costruito sulla intensa fierezza e sulla timidezza della protagonista Joana Santos il lungometraggio d’esordio di Laura Carreira, giovane cineasta portoghese che ha studiato cinema a Edimburgo, che ha sviluppato il progetto con il sostegno della Sixteen Films fondata nel 2002 da Ken Loach e che riesce a tratteggiare un ritratto acuminato e sensibile della solitudine contemporanea e di quanto sia necessario combatterla.
SUNLIGHT
di Nina Conti, Regno Unito, 2024, 96’ | Opera prima |
Cast: Nina Conti, Shenoah Allen, Melissa Chambers
Nella stanza di uno squallido motel, un uomo tenta di impiccarsi, ma non ci riesce e cade a terra. Si risveglia sul suo camper, che sta attraversando il New Mexico guidato da una scimmia gigante di peluche. Comincia così il viaggio attraverso i sentieri profondi e arretrati degli States di Jane, una donna in fuga da una relazione tossica che rifiuta di uscire dal suo peloso costume da scimmia, e Roy, conduttore radiofonico depresso con alle spalle un padre bastardo e imbroglione e una enorme mamma aggressiva: una commedia costruita sull’assurdo, dove si susseguono personaggi fuori di testa, battute surreali, momenti di tenerezza che esplodono in una risata. Vera protagonista è Monkey e, dentro i suoi panni, la sua creatrice, Nina Conti (figlia dell’attore Tom Conti), pluripremiata attrice (soprattutto teatrale), comedian e ventriloqua inglese, qui al suo esordio nella regia del lungometraggio di finzione e sceneggiatrice insieme al suo coprotagonista Shenoah Allen.
UNDER A BLUE SUN
di Daniel Mann, Francia, Israele, 2024, 79’ | Doc |
Oggi Bashir Abu Rabia è un pittore palestinese/beduino che ha settantacinque anni e vive nel deserto del Negev. Nel 1988 prese parte, come tecnico degli effetti speciali, alla realizzazione di Rambo III di Peter MacDonald, dove Sylvester Stallone combatteva a fianco dei mujaheddin afghani contro i sovietici colonialisti. Altri tempi. Il film di Daniel Mann (che insegna a Londra ed è attento studioso dell’uso dei media da parte dell’IDF, come mostra il suo libro “Occupying Habits: Everyday Media as Warfare in Israel- Palestine”) parte come un saggio di archeologia del set, ma presto smonta una serie di menzogne, a partire da quella del presunto terzomondismo del film del 1988, mostrando come fin da allora si intrecciassero in modo inquietante la finzione dei set cinematografici e i set di addestramento per l’esercito israeliano. E senza retorica diventa una denuncia straziante delle condizioni di coloro che abitano in quella regione, privati della propria terra e vittime, a partire dal 1948, di una discriminazione sempre più disumana.
ARTS
ASPETTANDO RE LEAR
di Alessandro Preziosi, Italia, 2024, 86’ | Doc | World Premiere |
Alessandro Preziosi dirige e interpreta una nuova versione del Re Lear in cui i personaggi del capolavoro shakespeariano si muovono all’interno di scenografie interamente composte dalle opere del grande artista biellese Michelangelo Pistoletto. In questo modo, lo spazio scenico diventa una sorta di gigantesco e suggestivo labirinto mentale che permette all’attore-regista di sottolineare ulteriormente sia l’intima sofferenza di Lear sia uno dei temi portanti della tragedia: il rapporto tra padri e i figli. Il documentario, diretto dallo stesso Preziosi, segue le prove e la messinscena dell’opera, e riflette non solo sul processo creativo ma anche sul legame, sempre troppo poco esplorato, fra teatro e arte visiva. Al contempo approfondendo il significato della memoria, del tempo e della fragilità umana e offrendo uno sguardo lucidissimo sulla vulnerabilità dei rapporti familiari e sull’eterno conflitto tra generazioni.
IL COMPLOTTO DI TIRANA
di Manfredi Lucibello, Italia, 2024, 71’ | Doc | World Premiere |
Nel 2000 Oliviero Toscani accetta l’invito di Giancarlo Politi di Flash Art a curare una sezione della prima edizione della Biennale di Tirana. Il grande fotografo presenta quattro artisti scandalosi: pornografi, jihadisti, pedofili... In realtà i quattro artisti non esistono, così come Oliviero Toscani mai si è prestato a un’operazione del genere: a ideare tutta la beffa è stato un provocatore di Cogoleto, Marco Lavagetto, che ha un lavoro ufficiale nel ramo delle pompe funebri. Lucibello ricostruisce questa storia come un gioco di scatole cinesi che svela man mano la verità, tra un finto Toscani interpretato da Bebo Storti e un vero Toscani che interviene con ironico disincanto; e quando compare il vero ideatore della beffa, chi può dirci che sia davvero lui? Tra scherzi e paradossi, la riflessione riguarda anche il fatto che critici e istituzioni ormai non hanno più alcuna capacità di certificare che cosa è arte e cosa no.
DUSE, THE GREATEST
di Sonia Bergamasco, Italia, 2024, 83’ | Doc | World Premiere |
Eleonora Duse (1858-1924) aveva compreso molto bene le potenzialità del cinema e ne diffidava: le uniche immagini in movimento che rimangono di lei sono quelle del film Cenere di Febo Mari, tratto non da un classico del suo repertorio ma da Grazia Deledda. Ma la memoria della sua arte teatrale è stata tramandata per diverse generazioni, e Bergamasco ne cattura gli ultimi bagliori: come quando intervista la splendida Ellen Burstyn, allieva di Lee Strasberg, il fondatore dell’Actors Studio, che riuscì a vedere la Divina dal vivo. Tra materiali d’archivio imperdibili (Luchino Visconti intervistato da Lilla Brignone) e giovani attrici che si confrontano con il mito, Bergamasco realizza un film che è un viaggio nel tempo, un autoritratto obliquo e discreto, un’affascinante indagine nel mestiere di recitare.
FRANCO CALIFANO – NUN VE TRATTENGO
di Francesca Romana Massaro, Francesco Antonio Mondini, Italia, 2024, 67’ | Doc | World Premiere | Ambientata in una sola notte, la storia inizia negli studi di Radio Radicale, dove uno speaker rende omaggio alla parabola artistica di Franco Califano, sospesa tra Lazio e Campania. Intanto, l’attore Lele Vannoli intraprende un viaggio a bordo di un’auto d’epoca, sintonizzandosi proprio su quelle frequenze, e attraversa una Roma onirica e dorata in cui fanno mostra di sé tutti i luoghi legati alla vita del Maestro, un vero mattatore delle notti capitoline. All’interno della radio si alternano varie testimonianze che rievocano ricordi e aneddoti legati a Califano, la cui voce riempie lo spazio e trascina lo spettatore nel suo vortice segreto. In questo modo, il film diventa un ritratto intimo e vibrante che esplora il legame profondo tra l’artista, la sua musica e le città che l’hanno ispirato.
GIULIA MIA CARA! GIORGIO
di Maria Mauti, Italia, 2024, 80’ | Doc | World Premiere |
“Giulia mia cara! Giorgio” è la formula con cui iniziano e finiscono le numerose lettere che il grande regista Giorgio Strehler scrisse all’attrice Giulia Lazzarini, sua musa e collaboratrice. Il film parte da questo dialogo elettivo tra due artisti che hanno dato vita a uno dei più fecondi sodalizi del teatro del Novecento per poi entrare nel mondo di una delle più straordinarie interpreti della scena italiana, ascoltandone le riflessioni e mostrandone le emozioni. Alternando interviste e materiale di repertorio spesso inedito, la regista Maria Mauti torna a raccontare la storia della cultura attraverso i suoi protagonisti (aveva in passato realizzato profili, tra gli altri, di Ermanno Olmi, Pina Bausch e José Saramago) e realizza un ritratto intimo e appassionante di Giulia Lazzarini, capace di trascendere i confini del palcoscenico per esplorare la complessità dell’anima.
I AM MARTIN PARR
di Lee Shulman, Francia, Regno Unito, 2024, 70’ | Doc |
Nato nel 1952, Martin Parr è uno dei più grandi fotografi degli ultimi cinquant’anni: un testimone distaccato di un mondo sempre più assurdo, un cronista ironico del kitsch britannico, un critico feroce del consumismo, ma soprattutto un narratore di storie sospese tra commedia e tragedia. Perché “una buona foto è quella che racconta una storia, che ha un’energia che attrae lo spettatore”, ha detto. “Essere un fotografo significa saper scegliere un’immagine. Ma non è qualcosa che si possa teorizzare. Se avessi trovato la formula perfetta, forse non sarei ancora qui a fare foto”. A entrare nel mondo di Parr è un complice perfetto come Lee Shulman: non è un nome a caso, essendo l’ideatore dell’Anonymous Project, dedicato alla raccolta di scatti anonimi e amatoriali che in passato ha fatto dialogare con quelli di Parr.
ITALO CALVINO NELLE CITTÀ
di Davide Ferrario, Italia, 2024, 80’ | Doc | World Premiere |
“L’unica cosa che vorrei insegnare è un modo di guardare, cioè di essere in mezzo al mondo”. Sono le parole pronunciate da Italo Calvino con cui si apre il documentario realizzato da Davide Ferrario con la collaborazione di Marco Belpoliti, giunti al terzo capitolo di un sodalizio imperniato sulla rievocazione della vita e delle opere dei grandi scrittori italiani del Novecento, dopo Primo Levi e Umberto Eco. Le città menzionate dal titolo non sono solamente quelle virtuali descritte da Calvino nel suo capolavoro Le città invisibili ma anche quelle reali in cui lo scrittore (nato a Cuba, cresciuto a Sanremo e morto a Siena dopo aver vissuto e lavorato in diverse parti d’Italia) ha lasciato la sua traccia. Un omaggio perfetto a uno dei protagonisti della nostra cultura, con Violante Placido nel ruolo della musa calviniana e Valerio Mastandrea, Filippo Scotti e Alessandro Vassallo come alter ego dello scrittore.
LEONARDO DA VINCI
di Ken Burns, Sarah Burns, David McMahon, Stati Uniti, 2024, 1 ep., 114’ | Doc |
Il complesso percorso di Leonardo (1452-1519) tra arte e scienza, invenzioni tecnologiche e filosofia, viene esplorato nel più esaustivo dei documentari che gli sono stati finora dedicati. Quasi quattro ore di divise in due parti (The Disciple of Experience e Painter-God), dove a parlare sono innanzitutto gli scritti e i codici di Leonardo, con il supporto di interviste a studiosi, esperti, registi come Guillermo del Toro, e di ricostruzioni e materiali visti di rado. “Esplorando la vita di Leonardo ci siamo resi conto che, pur essendo un uomo del suo tempo, aspirava a qualcosa di universale”, commenta Sarah Burns, uno dei tre registi. “Grazie ai suoi straordinari talenti artistici e scientifici, Leonardo ci aiuta a capire meglio il mondo naturale di cui facciamo parte, e apprezzare meglio che cosa significa essere uomini,” aggiunge Ken Burns. E David McMahon: “Non abbiamo avuto paura di allontanarci dalla cronologia. Il pensiero di Leonardo era così unico, e per molti versi senza tempo, che un approccio tradizionale sarebbe stato insufficiente.” Adriano Giannini dà voce a Leonardo, Keith David è il narratore.
MUSICANTI CON LA PIANOLA
di Matteo Malatesta, Italia, 2024, 113’ | Doc | World Premiere |
Con la loro musica, i compositori Pivio e Aldo De Scalzi hanno segnato gli ultimi venticinque anni del cinema italiano. Il documentario racconta la loro storia personale e la loro carriera, ricorrendo anche alle preziose testimonianze di personalità come Ferzan Özpetek, Alessandro Gassmann, Enzo Monteleone, Giuliano Taviani, Cecilia Zanuso e i Manetti Bros. E tra studi di registrazione, set e piazze, c’è anche spazio per un emozionante tributo a quattro artisti scomparsi che hanno indelebilmente segnato la parabola artistica dei due: Claudio Caligari, Ezio Bosso, Vittorio De Scalzi e Alessandro D’Alatri. Un itinerario visivo e sonoro che non solo celebra il talento e la creatività di Pivio e Aldo De Scalzi ma ci invita anche a riflettere sul potere della musica di unire, emozionare e ispirare.
PELLIZZA PITTORE DA VOLPEDO
di Francesco Fei, Italia, 2024, 75’ | Doc | World Premiere |
Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868–1907) non è solo l’autore di uno dei quadri più iconici del Novecento, “Il quarto stato” che da quando è stato dipinto, nel 1901, è diventato l’emblema della classe dei lavoratori che salgono alla ribalta della Storia: ha introdotto il divisionismo nella pittura italiana e ha avuto una vita breve, dolorosa e appartata in un angolo dell’alessandrino dove si incrociano tre regioni; una vita che ha avuto una conclusione tragica e apparentemente inspiegabile. Fabrizio Bentivoglio si cala in questo uomo tormentato leggendo brani dai suoi scritti inediti. Mentre Francesco Fei fa parlare i luoghi, ed entra con l’obiettivo della macchina da presa all’interno di quadri di straordinaria bellezza, dove l’analisi psicologica e l’adesione emotiva al mondo rurale sono ottenute con una tecnica di sorprendente complessità e modernità.
PIETRE E MATTONI
di Saeid Shahparnia, Iran, Italia, 2024, 52’ | Doc | World Premiere |
Un documentario in prima persona, in cui il regista Saeid Shahparnia rivolge la sua attenzione alla bellezza attonita e immortale delle architetture urbane per mettere in relazione la sua vita con la storia di due città: Qazvin, in Iran, dove è nato e cresciuto, e Roma, in cui vive da ormai quindici anni. I temi convocati sono importanti e stimolanti: il significato profondo della bellezza e della memoria, il senso di appartenenza che ciascuno avverte nei confronti dei luoghi che lo hanno formato, la necessità di preservare il passato e proteggere il patrimonio urbano. Soprattutto, però, grazie anche agli interventi di personalità come Massimiliano Fuksas, Mehdi Mojabi, Ardeshir Shojaei Kaveh, Mehrzad Parhizkari e Umberto Croppi, emerge una riflessione sul legame inseparabile che intreccia identità individuale e collettiva.
IL RE DI NAPOLI. STORIA E LEGGENDA DI MARIO MEROLA
di Massimo Ferrari, Italia, 2024, 90’ | Doc | World Premiere |
L’arte di Mario Merola è stata multimediale: canzone, teatro, cinema. Ma è soprattutto alla sceneggiata che ha legato la sua fama e la sua grandezza: un teatro dei poveri, un’arte popolare che Merola affrontava con un’adesione e un’autorevolezza totale. Solo negli anni Settanta intellettuali come Goffredo Fofi (qui intervistato insieme a tanti altri: da Nino D’Angelo a Maurizio de Giovanni, da Marisa Laurito a Valerio Caprara) si accorsero di lui: ma non per fare un esercizio di rivalutazione camp, dall’alto. Perché per capire Merola, le sue radici in una cultura e società, secolare, occorre entrare nel suo mondo. Questo fa il documentario biografico di Ferrari, dando comunque spazio anche a operazioni imprevedibili come Westmoreland Naples di Marcello Garofalo, in cui Merola affrontò il mondo di Jean Vigo, Fassbinder e Allen Ginsberg: come sempre, con una credibilità e un’umiltà straordinarie.
ROAD DIARY: BRUCE SPRINGSTEEN AND THE E STREET BAND
di Thom Zimny, Stati Uniti, 2023, 99’ | Doc |
A febbraio 2023, Bruce Springsteen e la E Street Band hanno iniziato un tour mondiale (ancora in corso), intorno al quale il documentarista Thom Zimny ha costruito il film, riprendendo gli artisti durante le prove, i backstage, i concerti davanti a fan di tutto il mondo. Da sei anni non suonavano insieme ed ecco le prime prove in un teatro del New Jersey, con i membri storici della band e i nuovi arrivati, e poi lo snodarsi del tour. E quello delle canzoni, che seguono, per una volta, un ordine prestabilito dal Boss, perché questa successione rappresenta la storia che vuole raccontare, cioè “la vita, la morte e tutto quello che ci sta in mezzo”. Collaboratore storico di Springsteen, regista dei film dai suoi concerti, Zimny coglie la carica umana e artistica che continua ad animare la band e il rapporto fortissimo che si instaura con il suo pubblico, serata dopo serata.
SI DICE DI ME
di Isabella Mari, Italia, 2024, 68’ | Doc | World Premiere |
Una celebrazione della potenza del teatro come strumento di cambiamento. Da trent'anni, Marina Rippa dirige laboratori teatrali nei quartieri più complessi di Napoli. Frequentando i suoi corsi, molte donne riescono a esprimere la loro vera essenza e superare i vincoli imposti dalla cultura in cui vivono. Il laboratorio si trasforma così in uno spazio vitale di condivisione e liberazione, dove corpo e voce si uniscono per rendere visibile ciò che è invisibile, rivelando la bellezza e la forza che risiedono in ognuna di loro. In un momento buio della sua vita, Marina scopre che proprio l’abbraccio delle sue donne rappresenta un legame di sorellanza che trascende i confini del teatro. Il film narra questo straordinario viaggio di emancipazione e autodeterminazione, trasformando lo spazio scenico in un luogo sacro dove storie di ribellione e riscatto prendono vita.
SERIE
L’AMICA GENIALE. STORIA DELLA BAMBINA PERDUTA
di Laura Bispuri, Italia, 2024, 2 ep., 116’
Cast: Alba Rohrwacher, Irene Maiorino, Fabrizio Gifuni, Stefano Dionisi, Anna Rita Vitolo, Pier Giorgio Bellocchio, Daria Deflorian, Gaia Girace, Lino Musella, Eduardo Scarpetta, Edoardo Pesce, Sonia Bergamasco
Nella quarta stagione della serie, diretta da Laura Bispuri, Lila ed Elena sono ormai giunte all’età adulta, cariche del peso di esistenze tumultuose sospese tra cadute rovinose e improvvise rinascite. Elena (Alba Rohrwacher) ha raggiunto la fama come scrittrice, si è sposata, ha avuto due figlie, poi si è separata, e ora fa ritorno a Napoli, attratta da un amore giovanile riemerso nella sua vita adulta. Lila (Irene Maiorino), invece, è rimasta ancorata alla sua città, immersa nei complessi legami familiari e nelle trame oscure della camorra, ma ha saputo reinventarsi come imprenditrice informatica. Di fronte alle sfide della vita, entrambe le donne continueranno a scoprire nuovi lati del loro carattere. Sullo sfondo, la Storia d’Italia e del mondo si dipana come un arazzo, costringendo le protagoniste a misurarsi col mutare dei tempi.
AVETRANA – QUI NON È HOLLYWOOD
di Pippo Mezzapesa, Italia, 2024, 4 ep., 257’ | Serie | World Premiere |
Cast: Vanessa Scalera, Paolo De Vita, Giulia Perulli, Imma Villa, Federica Pala; Anna Ferzetti, Giancarlo Commare, Antonio Gerardi
Il 26 agosto del 2010, ad Avetrana, un paese sul mare in provincia di Taranto, scompare Sarah Scazzi, una ragazzina di 15 anni. In pieno giorno, primo pomeriggio, Sarah era uscita per andare dalla cugina Sabrina Misseri e poi, con alcune amiche, al mare. Escluse le ipotesi di una fuga o un rapimento, dopo più di un mese di ricerche, il corpo di Sarah fu ritrovato in un pozzo in campagna, indicato dallo zio Michele Misseri. Uno dei casi mediatici che hanno sconvolto l’Italia diventa una serie tv in 4 episodi, diretti con stile scarno ed efficace da Pippo Mezzapesa (Il bene mio, Ti mangio il cuore), anche sceneggiatore con Antonella Gaeta e Davide Serino. Ogni episodio è narrato dal punto di vista di uno dei protagonisti: Sarah, la cugina Sabrina e i genitori di lei, Michele e Cosima.
BELLAS ARTES
di Mariano Cohn, Martín Bustos, Spagna, Argentina, 2024, 6 ep., 180’ | Serie |
Cast: Oscar Martínez, Ángela Molina, Ana Wagener, Dani Rovira, Jorge López
Antonio Dumas: “un uomo maturo, bianco ed eterosessuale”, come si definisce lui stesso manifestando una certa arrogante supponenza, viene scelto come nuovo direttore del Museo Ibero-Americano di Arte Moderna di Madrid. Antonio è bravo nel suo lavoro, ed è anche scostante, un po’ cinico ed esasperato dal politically correct. Ma il mondo degli artisti (vecchi e giovani), dei raccomandati, dei politici non è certo migliore di lui. Dopo aver dissezionato l’universo della pittura (Il mio capolavoro), della letteratura (Il cittadino illustre), del cinema (Finale a sorpresa), Gaston Duprat e Mariano Cohn affilano il loro feroce umorismo per un ritratto a tutto tondo del campionario umano che anima l’ambiente dell’arte moderna, in una miniserie in sei puntate di 30 minuti ciascuna, per la spagnola Movistar Plus+ e Disney+. Protagonista Oscar Martinez (Coppa Volpi a Venezia per Il cittadino illustre), regia di Mariano Cohn e Martín Bustos.
THE COUNT OF MONTE CRISTO (IL CONTE DI MONTECRISTO)
di Bille August, Italia, Francia, 2024, 2 ep., 100’ | Serie | World Premiere |
Cast: Sam Claflin, Jeremy Irons, Mikkel Boe Følsgaard, Ana Girardot, Blake Ritson, Karla-Simone Spence, Lino Guanciale, Michele Riondino, Gabriella Pession, Harry Taurasi, Poppy Corby Tuech, Nicolas Maupas, Amaryllis August, Jason Barnett
Edmond Dantès: giovane capitano di marina pieno di speranze, accusato ingiustamente, rinchiuso per quindici anni nelle orribili segrete del Castello d’If (il carcere nel Golfo di Marsiglia), evaso, inasprito, deciso a vendicarsi di chi gli ha rovinato la vita. Dopo più di 20 versioni cinematografiche e televisive, l’intramontabile eroe romantico creato da Alexandre Dumas a metà dell’Ottocento torna in una serie tv in 8 puntate, interpretato da Sam Claflin (Pirati dei Caraibi, Hunger Games) e da Jeremy Irons nella parte dell’abate Faria. Scritta da un team guidato da Sandro Petraglia, girata tra Francia, Italia e Malta, la serie è diretta da Bille August, il regista danese vincitore di due Palme d’oro, per Pelle alla conquista del mondo (anche Oscar per il miglior film straniero) e Con le migliori intenzioni.
LA MÁQUINA (MÁQUINA: IL PUGILE)
di Gabriel Ripstein, Messico, 2024, 2 ep., 97’ | Serie |
Cast: Gael García Bernal, Diego Luna, Eiza González, Lucía Méndez, Jorge Perugorría, Andrés Delgado, Karina Gidi, Dariam Coco
Dopo una rovinosa disfatta, Esteban “La Máquina” Osuna (Gael García Bernal) sembra giunto al capolinea della sua carriera pugilistica. Il fato, tuttavia, gli riserva una speranza: il suo manager e fidato amico Andy Lujan (Diego Luna), animato da una ferrea determinazione, è infatti deciso a concedergli una nuova opportunità. Tuttavia, l’ombra di una spietata organizzazione torna a incombere, trasformando la sua rivincita in una questione di vita o morte. Esteban dovrà perciò fronteggiare i suoi demoni interiori e contemporaneamente proteggere la sua famiglia. Diretta da Gabriel Ripstein, una serie avvincente e piena di azione incentrata sulla lotta per il riscatto personale, dove il ring diventa teatro di una battaglia tanto fisica quanto psicologica.
MISS FALLACI
di Luca Ribuoli, Giacomo Martelli, Alessandra Gonnella, Italia, 2024, 2 ep., 104’ | Serie | World Premiere |
Cast: Miriam Leone, Maurizio Lastrico, Francesca Agostini, Jóhannes Jóhannesson, Ken Duken, Rosanna Gentili, Giordano De Plano, Francesco Colella, Leonardo Lidi
Nella seconda metà degli anni ’50, una giovane donna italiana, una ragazza non ancora trentenne, sfida l’universo al 100% maschile del giornalismo ostinandosi a tentare di uscire dagli argomenti moda e gossip riservato alle signore redattrici o inviate: Oriana Fallaci, scrittrice e giornalista divenuta poi celebre in tutto il mondo, lavora per «L’Europeo», fa la cronaca romana della dolce vita e trasforma il viaggio da inviata negli Stati Uniti nell’occasione per mettere a punto ritratti di personalità eccezionali. Interpreta da Miriam Leone, l’indomabile signorina Fallaci, le sue passioni, i suoi affetti, la sua modernità, prendono vita nella serie in 8 episodi di 52 minuti, girata a Roma, dove sono state ricreati angoli di New York, Londra e Los Angeles. Basata su due dei primi libri della scrittrice, I sette peccati di Hollywood e Penelope alla guerra e sulle sue interviste.
VITA DA CARLO TERZA STAGIONE
di Carlo Verdone, Valerio Vestoso, Italia, 2024, 4 ep., 120’ | Serie | World Premiere |
Cast: Carlo Verdone, Monica Guerritore, Stefania Rocca, Caterina De Angelis, Antonio Bannò, Filippo Contri, Maria Paiato, Stefano Ambrogi, Ema Stokholma, Maccio Capatonda, Gianna Nannini, Zucchero Fornaciari, Nino D’angelo, Serena Dandini, Roberto D’agostino, Francesco Motta, Lucio Corsi
Nella terza stagione di Vita da Carlo, realtà e finzione tornano a intrecciarsi indissolubilmente. Verdone continua a mettersi in gioco con invidiabile autoironia interpretando se stesso senza filtri o infingimenti: questa volta, gli viene addirittura offerta la possibilità di dirigere il Festival di Sanremo. D’altronde, chi meglio di lui, con la sua vasta cultura musicale, potrebbe aiutare la kermesse a risollevarsi? Affiancato da un cast solidissimo (Monica Guerritore, Caterina de Angelis, Filippo Contri, Maria Paiato e Antonio Bannò) a cui si aggiunge Maccio Capatonda nel ruolo del vicino di casa, Verdone riesce nella duplice impresa di divertire grazie al suo istrionismo mattatoriale e contemporaneamente far riflettere sul senso profondo dell’arte e dello spettacolo.
GRAND PUBLIC
LA CASA DEGLI SGUARDI
di Luca Zingaretti, Italia, 2024, 109’ | Opera prima |
Cast: Luca Zingaretti, Gianmarco Franchini, Federico Tocci, Chiara Celotto, Alessio Moneta, Riccardo Lai, Marco Felli, Cristian Di Sante, Filippo Tirabassi
Il ventenne Marco (Gianmarco Franchini) ha una grande capacità di entrare in sintonia con il dolore del mondo, vorrebbe diventare un poeta, ma si sente bloccato da un disagio senza nome e si attacca troppo spesso alla bottiglia. Finalmente qualcuno riesce a scuoterlo dal suo torpore: sono i colleghi della cooperativa di pulizie dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dove impara cos’è la vita vera. E al padre tramviere (Luca Zingaretti), onesto ma a volte incapace di comprenderlo, se ne aggiungerà un altro più ruvido, interpretato da Federico Tocci, che saprà metterlo in crisi. Ispirandosi all’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, Zingaretti esordisce alla regia, trovando l’immediatezza e la sincerità per raccontare diverse generazioni e mostrando la Roma di oggi dalla prospettiva di chi crede nel lavoro e nella scrittura – e decide di non mollare, malgrado tutto.
CONCLAVE
di Edward Berger, Stati Uniti, Regno Unito, 2024, 120’
Cast: Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow, Lucian Msamati, Brían F. O'Byrne, Carlos Diehz, Merab Ninidze, Thomas Loibl, Sergio Castellitto, Isabella Rossellini
Una notte, un papa molto amato muore all’improvviso; il decano cardinale Lawrence deve organizzare e presiedere il conclave che eleggerà il nuovo pontefice, e i centodiciotto cardinali più potenti della chiesa cattolica si chiudono in Vaticano per le votazioni. Il rosso porpora degli abiti cardinalizi squarcia le architetture sontuose e rigorose e i bianchi, neri, grigi dei marmi vaticani: Lawrence deve destreggiarsi tra giochi di potere, intrighi, alleanze, misteri e deve lui stesso scegliere tra una chiesa illuminata e una tradizionalista, tra il nuovo e il vecchio, mentre un segreto emerge a poco a poco dagli ultimi atti del Papa. Dal bestseller mozzafiato del 2016 di Robert Harris, sceneggiato dallo stesso scrittore con Peter Straughan (La talpa, Il cardellino), un thriller inquietante e spiazzante, guidato dai dubbi di Ralph Fiennes nella parte di Lawrence e dalle personalità dirompenti di Stanley Tucci, John Lithgow e Sergio Castellitto. Breve ruolo-chiave per Isabella Rossellini.
ETERNO VISIONARIO
di Michele Placido, Italia, Belgio, 2024, 112’ | World Premiere |
Cast: Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, Federica Luna Vincenti, Giancarlo Commare, Aurora Giovinazzo, Michelangelo Placido, Ute Lemper
Dalle solfatare della Sicilia più arretrata a Stoccolma, dove vince il Nobel per la letteratura nel 1934: la vita di Luigi Pirandello è fatta di estremi, e anche ciò affascina Michele Placido. Che, ispirandosi alla biografia di Matteo Collura Il gioco delle parti, racconta l’inferno della vita famigliare (la moglie Antonietta Portulano, Valeria Bruni Tedeschi, rinchiusa in un manicomio) dell’autore di Sei personaggi in cerca d’autore e i suoi trionfi (ma anche le contestazioni e gli scandali) del palcoscenico, il sogno di un amore assoluto con Marta Abba (Federica Luna Vincenti) e il rapporto controverso con il fascismo. Placido si ritaglia la parte di Saul Colin, agente e collaboratore di Pirandello, e trova in Fabrizio Bentivoglio l’interprete congeniale di un artista che seppe capire la dissoluzione dell’identità dell’uomo novecentesco e descrivere quella gabbia di simulazioni che è la società.
FINO ALLA FINE
di Gabriele Muccino, Italia, 2024, 118’ | World Premiere |
Cast: Elena Kampouris, Saul Nanni, Lorenzo Richelmy, Enrico Inserra, Francesco Garilli
In vacanza con la sorella, la ventenne americana Sophie si appresta a trascorrere la sua ultima giornata a Palermo prima di ripartire per la California. L’incontro con Giulio e col suo gruppo di amici, però, finisce per coinvolgerla in una vicenda troppo grande per lei. E forse le cambierà per sempre l’esistenza. Sceneggiatore con Paolo Costella, Gabriele Muccino torna al cinema con un action movie stratificato: thriller, storia d’amore, racconto di sopravvivenza e redenzione. Ambientato nell’arco di ventiquattro ore, il film è anche una riflessione sul ruolo del destino, sul passaggio all’età adulta e sul peso delle scelte, e conta su un cast internazionale guidato dalla protagonista Elena Kampouris.
HEY JOE
di Claudio Giovannesi, Italia, 2023, 117’ | World Premiere |
Cast: James Franco, Francesco Di Napoli, Giulia Ercolini, Aniello Arena, Gabriel Riley Hill Antunes, Giada Salvi, Francesca Montuori, Donovan W. White
A Napoli, nel 1944, le ragazze mezze nude chiamano i militari americani appena sbarcati: “Hey Joe!”. Qui Dean incontra Lucia e s’innamora di lei, ma poi è costretto a partire. Nel 1971, nella cittadina del New Jersey nella quale vive, Dean riceve una lettera spedita da Napoli tredici anni prima: Lucia è morta e il loro figlio Enzo ha dodici anni. E torna in Italia per incontrare un venticinquenne riottoso e legato alla malavita. Solido, costruito come un melodramma a forte sfondo sociale, diretto da Claudio Giovannesi (anche sceneggiatore, insieme a Maurizio Braucci, con cui aveva già collaborato per La paranza dei bambini), Hey Joe scorre fluido, attento al pathos della narrazione come alla forza evocativa dei paesaggi, sempre in equilibrio tra i suoi due personaggi, il padre James Franco e il figlio Francesco Di Napoli.
LIBRE
di Mélanie Laurent, Francia, 2024, 109’
Cast: Lucas Bravo, Léa Luce Busato, Yvan Attal, Rasha Bukvic, Steve Tientcheu, David Murgia, Léo Chalié, Slimane Dazi
Un noir d’azione, un poliziesco picaresco, con colori e ritmi del grande cinema degli anni Settanta, per raccontare una storia vera, quella di Bruno Sulak (Lucas Bravo): un rapinatore gentiluomo che evita spargimenti di sangue, all’epoca paragonato dalla stampa ad Arsenio Lupin; un fuorilegge che beffa la polizia con la sua vitalità e la sua voglia di libertà. Gli dà la caccia l’ostinato commissario Moréas (Yvan Attal), che però finisce per rispettarlo. Bruno riesce a più riprese a evadere dalle prigioni in cui viene rinchiuso, per ritrovare Thalie (Léa Luce Busato), sua compagna e partner nelle sue avventure criminali. Finché qualcosa va storto: e qui la verità ufficiale diverge da come, molto probabilmente, sono andate le cose.
LONGLEGS
di Osgood Perkins, Stati Uniti, 2024, 101’
Cast: Maika Monroe, Nicolas Cage, Blair Underwood, Kiernan Shipka, Alicia Witt
A una giovane agente dell’FBI che rivela particolari talenti (para)psicologici viene assegnato un vecchio caso irrisolto: una brutale serie di omicidi e suicidi famigliari disseminati in tutto lo stato dell’Oregon. Lee indaga, riceve una visita misteriosa, forse ricorda, collega eventi, decodifica messaggi. Scritto e diretto dal figlio di Anthony Perkins, Osgood, a sua volta attore e apprezzato regista di horror (February, Gretel e Hansel), Longlegs riesce a fondere indagini, cold case, bambole sataniche, serial killer, soprannaturale, codici enigmistici, follia e ossessioni famigliari senza per questo strafare, deragliare, ma restando lineare ed efficacissimo. L’eroe eponimo, Longlegs, è tratteggiato con toni bizzarri, feroci, isterici, ironici, istrionici da Nicolas Cage, risorto a nuova, notevole carriera horror fin dal 2018 con Mandy. La giovane agente è invece Maika Monroe, scream queen anni 2000 fin da It Follows.
MANI NUDE
di Mauro Mancini, Italia, 2024, 124’ | World Premiere |
Cast: Alessandro Gassmann, Francesco Gheghi, Fotinì Peluso, Paolo Madonna, Giordana Marengo, Renato Carpentieri
Una notte, all’improvviso, il diciottenne Davide viene rapito e rinchiuso nella buia centina di un camion, dove si trova costretto a lottare con uno sconosciuto e a ucciderlo a mani nude. Il suo rapitore, Minuto, diventa per lui un padre putativo, lo allena a lottare e lo fa entrare in un circuito di combattimenti clandestini organizzati per appagare la sete di sangue degli spettatori. Solo l’amore, forse, potrà salvarlo. Dopo Non odiare, Mauro Mancini continua a raccontare le radici della violenza e a scavare con inedita complessità nelle ferite dell’animo umano. Ad aiutarlo ci sono la fotografia di Sandro Chessa, che immerge la vicenda in luci d’acquario, e un cast di prim’ordine, sia per quanto riguarda i giovani e bravissimi Francesco Gheghi e Fotinì Peluso sia per i veterani come Alessandro Gassmann e Renato Carpentieri.
LA PIE VOLEUSE (LA GAZZA LADRA)
di Robert Guédiguian, Francia, 2024, 101’
Cast: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Grégoire Leprince-Ringuet, Marilou Aussilloux, Lola Naymark
Cos’è la felicità per Maria (Ariane Ascaride)? Mangiare ostriche ascoltando Rubinstein che suona Liszt, davanti al mare di Marsiglia. Lei è l’amorevole badante di alcuni anziani, e sogna che suo nipote diventi un pianista. Per pagargli le lezioni non esita a rubare soldi ai suoi assistiti, convinta di non fare nulla di male. Quando la cosa verrà a galla, le conseguenze porteranno il caos in tre famiglie. Guédiguian ritrova i suoi attori del cuore in un film dagli sviluppi imprevisti, solare e anche carnale come solo lui sa fare. E dove, questa volta, riflette non sui massimi sistemi ma sulle debolezze della vita quotidiana, gli errori e le illusioni – a cominciare da quelle dell’amore.
IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA
di Margherita Ferri, Italia, 2024, 123’ | World Premiere |
Cast: Andrea Arru, Claudia Pandolfi, Corrado Fortuna, Milvia Marigliano, Samuele Carrino, Sara Ciocca Il film di Margherita Ferri racconta uno dei primi casi riconosciuti di cyberbullismo: quello di Andrea Spezzacatena, spinto a compiere un gesto irreparabile dalle canzonature dei compagni su Facebook. Galeotti furono un paio di pantaloni la cui stoffa scolorita dal lavaggio aveva assunto una colorazione rosa: Andrea decise d’indossarli egualmente in barba alle possibili reazioni di chi è ancora prigioniero di fragili stereotipi sociali basati sul mito dell’apparenza. Sorretta da un cast in stato di grazia (Claudia Pandolfi si affianca ai giovani Samuele Carrino e Sara Ciocca), l’opera affronta temi delicati (non solo gli abusi psicologici ma anche l’omertà di chi dovrebbe invece proteggere i ragazzi offesi) senza mai eccedere nel patetismo e nella retorica, affidandosi soltanto alla forza dei sentimenti.
THE RETURN
di Uberto Pasolini, Francia, Grecia, Italia, Regno Unito, 2024, 119’
Cast: Juliette Binoche, Ralph Fiennes, Charlie Plummer, Marwan Kenzari, Claudio Santamaria, Ángela Molina
Nella sua rilettura affascinante dell’Odissea, Uberto Pasolini riunisce Ralph Fiennes e Juliette Binoche, già protagonisti de Il paziente Inglese. Lo stile classico abbraccia la forza epica della storia; la macchina da presa sta agganciata ai volti dei suoi due interpreti; i loro sguardi e le loro parole densi di pathos restituiscono il senso profondo di un mito intramontabile. The Return inizia con il naufragio di Ulisse sulle coste di Itaca, dopo oltre vent’anni di assenza trascorsi in guerra. La sua regina, Penelope, lo ha atteso con pazienza, mentre il loro figlio Telemaco rischia la morte per mano dei pretendenti che ambiscono al trono. La storia è nota, gli attori magnifici, il racconto epico, ma lo spirito sembra suggerire nuove chiavi di interpretazione delle pagine immortali di Omero: il ritorno non colma il vuoto lasciato da lunghi anni di assenza ma porta con sé i traumi e i conflitti di un passato lontano.
SATURDAY NIGHT
di Jason Reitman, Stati Uniti, 2024, 109’
Cast: Gabriel LaBelle, Rachel Sennott, Cory Michael Smith, Ella Hunt, Dylan O'Brien, Emily Fairn, Matt Wood, Lamorne Morris, Kim Matula, Finn Wolfhard, Nicholas Braun, Cooper Hoffman, Andrew Barth Feldman, Kaia Gerber, Tommy Dewey, Willem Dafoe, Matthew Rhys, J.K. Simmons
Si facevano chiamare “The not ready for prime time players” (gli artisti non pronti per il prime time); erano Chevy Chase, Dan Aykroyd, John Belushi, Gilda Radner, Jane Curtain, Laraine Newman, Garrett Morris, ai quali vanno aggiunti i tanti ospiti speciali, da Billy Crystal a Jim Henson e, scrittori, truccatori, costumisti, tecnici, musicisti e, su tutti, il produttore trentenne Lorne Michaels, che inventò uno degli show televisivi più rivoluzionari del mondo, andato in onda per la prima volta sulla Nbc l’11 ottobre del 1975, alle 23.30, dallo studio 8H del Rockefeller Plaza di New York: il Saturday Night Live. Jason Reitman (Juno, Tra le nuvole, Ghostbusters: Legacy) ricostruisce i 90 minuti frenetici che precedono la prima puntata, stando addosso a Michaels (interpretato da Gabriel LaBelle, il protagonista di The Fabelmans), stretto tra i costumi non pronti, le luci che cadono, l’ego degli attori, i dubbi dei produttori, mentre il tempo passa inesorabile. Una commedia demenziale che corre come un thriller.
STORIA DI UNA NOTTE
di Paolo Costella, Italia, 2024, 90’ | World Premiere |
Cast: Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Giulietta Rebeggiani, Biagio Venditti, Massimiliano Caiazzo La vita può essere sconvolta da un solo istante. A scoprirlo sulla sua pelle è la numerosa famiglia di Piero ed Elisabetta, all’improvviso costretta a fare i conti con le conseguenze di un incidente che ha portato via il primogenito Flavio. Quando, trascorsi due anni, il figlio più piccolo, Denis, rovina a terra sciando durante una vacanza a Cortina e deve perciò essere operato, ecco che i fantasmi del passato si ripresentano prepotentemente. L’inverno non è solo una delle quattro stagioni astronomiche ma anche un luogo dell’anima: lo mostra perfettamente la sceneggiatura che Paolo Costella ha scritto con Tania Pedroni, dove il freddo e il silenzio diventano metafore del dolore e della perdita. Tratto dal romanzo “Nelle migliori famiglie” di Angelo Mellone, un delicato intreccio d’emozioni che diventa una riflessione sul lutto e sulla necessità di rialzarsi. Impreziosita dalle interpretazioni di un cast in stato di grazia composto, tra gli altri, da Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Luigi Diberti e Stefania Casini.
SUPEREROI
di Stefano Chiantini, Italia, Francia, 2024, 97’ | World Premiere |
Cast: Edoardo Pesce, Sara Silvestro, Barbara Chichiarelli, Giorgia Spinelli, Antonio Zavatteri, Alessandro Mauthe, Edoardo Giugliarelli, Gaia Ravina, Henri Augusto Valero Somoza, Elisa Billi, Havana Alfarano
Alvaro e Jenny sono padre e figlia. Lui è un camionista, lei una giovane promessa del nuoto. Il loro rapporto si è incrinato dopo che Alvaro ha lasciato Margherita, la madre di Jenny. Quando però l’uomo viene colpito da un malore improvviso, ad assisterlo sarà proprio la figlia, rivitalizzando il loro legame e rianimando il loro amore. Il sacrificio, la rinuncia, il conflitto famigliare e generazionale, il perdono, la guarigione fisica e la redenzione morale: Stefano Chiantini ripropone i temi forti del suoi film precedenti (Isole, Naufragi, Storie sospese) e ne realizza una sintesi commovente e mai ricattatoria. Un film delicato e malinconico ma senza rassegnazione, che i due protagonisti (Edoardo Pesce e la rivelazione Sara Silvestro) esaltano con le loro interpretazioni.
IL TRENO DEI BAMBINI
di Cristina Comencini, Italia, 2024, 105’ | World Premiere |
Cast: Barbara Ronchi, Serena Rossi, Christian Cervone, Francesco Di Leva, Antonia Truppo, Monica Nappo, Dora Romano, Beatrice Schiros, Ivan Zerbinati, Lucio Morano, Jacopo Pagano Guerrieri, Domenico Rea, Sophia Cecere, Stefano Accorsi
1946. Amerigo ha otto anni e non si è mai allontanato da Napoli e da sua madre Antonietta (Serena Rossi). Il suo mondo però sta per cambiare. A bordo di uno dei “treni della felicità”, voluti dal PCI per promuovere l’integrazione tra gli italiani, passerà l’inverno al Nord, dove una donna sola, Derna (Barbara Ronchi), lo accoglierà e si prenderà cura di lui. Accanto a lei Amerigo acquista la consapevolezza per fare una scelta dolorosa che cambierà per sempre la sua vita. Dall’omonimo romanzo di Viola Ardone (Einaudi), tradotto in venticinque lingue, un viaggio tra la miseria, l’ignoranza, il pregiudizio (i comunisti che mangiano i bambini...), ma anche la solidarietà e la voglia di cambiare dell’Italia del dopoguerra, vista con gli occhi di un bambino diviso tra due madri, e con quelli del musicista che è diventato.
U.S. PALMESE
di Antonio Manetti, Marco Manetti, Italia, 2024, 120’ | World Premiere |
Cast: Rocco Papaleo, Blaise Afonso, Giulia Maenza, Lisa Do Couto Teixeira, Max Mazzotta, Massimo De Lorenzo, Gianfelice Imparato, Massimiliano Bruno, Guglielmo Favilla, Aurora Calabresi, Giuseppe Futia, Mario Russo, Luca Attadia, Salvatore Costa, Antonio Di Turi, Adriano Fedele, Guillaume De Tonquedec, Claudia Gerini
Palmi: cittadina nell’area metropolitana di Reggio Calabria, 18.000 abitanti, una squadra di calcio, la U.S. Palmese, quattro volte in serie C e ventuno in serie D. Ma un giorno a un tifoso viene in mente di fare una colletta in paese per ingaggiare Etienne Morville, giovane campione francese di colore che viene dalla banlieu parigina e che ha un carattere tanto brutto da essere stato cacciato dal Milan. Parte dall’esuberante entusiasmo di Rocco Papaleo, che va in giro con il suo Ape a lanciare volantini e raccogliere firme per le donazioni, la commedia sportivo-romantica dei Manetti Bros. ambientata a Palmi, con digressioni a Milano e a Parigi, dove caratteri, sport, amore, affetti, difetti, ripicche e dispetti collidono e finiscono per rimescolarsi e trovare un equilibrio. Nel cast Claudia Gerini, Massimiliano Bruno e i giovani Blaise Alfonso e Giulia Maenza.
LA VALLÉE DES FOUS
di Xavier Beauvois, Francia, 2024, 120’
Cast: Jean-Paul Rouve, Pierre Richard, Madeleine Beauvois, Joseph Olivennes, Xavier Maly, Abbès Zahmani, Sophie Cattani, Hugues Delamarliere, Aboubacar Bidanessy
Normandia: Jean-Paul, ristoratore in crisi e appassionato di vela, decide di partecipare a una regata virtuale, stando chiuso per ottanta giorni in una vera barca: piazzata però nel giardino di casa sua. Se vince, potrà risolvere molti suoi problemi; ma prima che gli altri concorrenti, deve affrontare i suoi demoni, a partire dall’amore per l’alcol. In una provincia francese che diventa subito glocal, il reale si mescola con il virtuale: ma nulla può sostituire gli scontri famigliari e i piaceri della tavola. Beauvois trova la suspense e l’agonismo del film sportivo in un contesto inedito. E non guarda mai dall’alto al basso il suo antieroe folle, disperato e malgrado tutto ottimista. Le musiche originali sono di Pete Doherty (che in Normandia è andato a vivere). Nel cast si rivede con piacere Pierre Richard.
WE LIVE IN TIME
di John Crowley, Regno Unito, 2024, 108’
Cast: Florence Pugh, Andrew Garfield
Dieci anni nella vita di una coppia, nata per caso (o per incidente), magnifica e diversa: Tobias un po’ depresso dopo un divorzio, e Almut, una chef vitalissima. Incontro, attrazione, sesso, matrimonio, gravidanza, malattie e gli altri alti e bassi della vita che vanno e vengono durante questi dieci anni, non lineari, ma intrecciati dalla sceneggiatura abilissima del drammaturgo Nick Payne. Alchimia istantanea tra Florence Pugh e Andrew Garfield, che paiono nati l’una per l’altro, naturali, veri, star scintillanti di una rinata romantic comedy che sa fondere il dramma con momenti di quotidiana, irresistibile comicità, la tenerezza, il dolore, l’orgoglio, la maldestrezza. Dirige John Crowley, tante regie teatrali e, per il cinema, Boy A e Brooklyn.
PROIEZIONI SPECIALI
100 DI QUESTI ANNI
di Michela Andreozzi, Max Bruno, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Francesca Mazzoleni, Rocco Papaleo, Sydney Sibilia, Italia, 2024, 80’
Cast: Rocco Papaleo, Valerio Aprea, Claudia Gerini, Paola Minaccioni, Carlo De Ruggieri, Maria Chiara Giannetta, Claudia Zanella, Roberta Capizzi, Paolo Calabresi, Francesco Leo e Federico Maria Galante L’Archivio Luce, uno degli archivi cinematografici e fotografici più prestigiosi al mondo, celebra il suo centesimo compleanno con un’iniziativa unica: un film a episodi composto da otto cortometraggi, diretti dai protagonisti della commedia italiana contemporanea, Michela Andreozzi, Max Bruno, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Francesca Mazzoleni, Rocco Papaleo e Sydney Sibilia. Il risultato è anzitutto un omaggio divertito allegro e variegato a un secolo di memoria audiovisiva. Ma è anche un modo creativo per esplorare e reinterpretare il ricco patrimonio d’immagini del nostro Paese. Merito anche d’interpreti del calibro di Valerio Aprea, Carlo De Ruggieri, Federico Maria Galante, Claudia Gerini, Maria Chiara Giannetta, Paola Minaccioni, Vincenzo Nemolato e lo stesso Papaleo.
AGO
di Giangiacomo De Stefano, Italia, 2024, 80’ | Doc | World Premiere |
Giacomo Agostini non è stato solo uno dei più grandi piloti nella storia del motociclismo, ma anche uno dei simboli dell’Italia degli anni ’60 e ’70, ovvero di una società che aveva fatto dei mezzi meccanici un pilastro imprescindibile della vita quotidiana, elevandoli a simbolo del progresso e dell’innovazione. Il film ne rievoca la vita e la carriera ricorrendo a immagini di repertorio spesso inedite e alle testimonianze di chi lo ha conosciuto o di chi è cresciuto ammirando le sue imprese (da Nico Cereghin a Guido Meda, da Marc Márquez a Claudio Costa, da Carlos Lavado a Gianni Morandi). A emergere è il ritratto di un moderno Parsifal che ha più volte sfidato la morte uscendone vincitore, un mito che ha trasceso l’ambito sportivo per entrare direttamente nell’immaginario collettivo di un’intera nazione.
ANTIDOTE
di James Jones, Regno Unito, 2024, 89’ | Doc |
Il giornalista investigativo bulgaro Christo Grozev, l’attivista antiputiniano leader dell’opposizione Vladimir Kara-Murza, e uno scienziato che ha partecipato alla creazione di veleni letali e poi è fuggito dalla Russia, e per questo resta anonimo: insieme alle loro famiglie e ad altri giornalisti, sono i tre protagonisti del nuovo documentario di James Jones, pluripremiato autore britannico sempre attento ai temi e ai luoghi più scottanti. Grozev guida il racconto, con i suoi viaggi e indagini tra Europa e Nord America alla ricerca delle tracce dei presunti tentativi di avvelenamento degli agenti russi, mentre è Evgenia Kara-Murza a dare voce al marito, in carcere durante la lavorazione del film, e la fuga dello scienziato viene messa in scena come in un film di finzione. Dalla fusione di riprese, animazione, interviste, footage, nasce una sorta di spy story tesissima e un omaggio al giornalismo investigativo.
LA CASA DI TUTTI
di Antonio Manetti, Marco Manetti, Italia, 2024, 12’ | World Premiere |
Cast: Ido Ryu, Min Joo Kim, Itae Park
Una bambina coreana con un impermeabile giallo corre sotto la pioggia attraverso la città. Mi-Rae, in vacanza a Roma con i suoi genitori, dopo tanti monumenti, arriva alla basilica di San Pietro, dove resta colpita dalle parole di un sacerdote: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto”. Girato all’interno di San Pietro, prodotto dalla Mompracem con Rai Cinema, il cortometraggio dei Manetti Bros. racchiude un messaggio di speranza e solidarietà ed è stato realizzato in occasione della prima edizione della Giornata Mondiale dei Bambini.
CATTIVI MAESTRI
di Roberto Orazi, Italia, 2024, 60’ | Doc | World Premiere |
Vincenzo Fuoco, trentacinque anni e una passione inesauribile per il gioco del calcio, fin da quando era ragazzino. Quando a undici anni giocava nella squadra del suo paese, Villa d’Adda, fu acquistato da una squadra professionistica e fu qui che incontrò un dirigente sportivo predatore seriale, che s’insinuò nella sua vita e nella sua famiglia. Oggi, Vincenzo è uscito dall’incubo, è tornato all’amore per il calcio e ha deciso di raccontare la sua storia, nel documentario diretto da Roberto Orazi, l’autore di Human Organ Traffic, A Mao e a Luva, Dentrofuori.
COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI
di Riccardo Cremona, Matteo Keffer, Italia, 2024, 90’ | Doc | World Premiere |
Si sdraiano in mezzo a strade e autostrade, sotto la neve, in mezzo al traffico, a volte incatenati l’uno all’altro, colorano l’acqua delle fontane (anche quella di Trevi), macchiano di colori (lavabili) monumenti e installazioni, lasciano manate sul vetro dei capolavori custoditi in musei come gli Uffizi, ma sono anche presenti ad aiutare ovunque avvenga una catastrofe ambientale, dalle alluvioni in Emilia Romagna e Toscana, alla tromba d’aria a Jesolo, alla siccità che distrugge gli uliveti di Castiglione del Lago: sono gli attivisti di “Ultima generazione”, il movimento non violento impegnato nel tentativo di fermare il disastro climatico che ci coinvolge tutti. Appunto, l’ultima generazione in grado di farlo. Il film, diretto da Riccardo Cremona e Matteo Keffer e prodotto da Ottavia Virzì e Paolo Virzì, che ha coordinato il lavoro, racconta dall’interno la storia e le esperienze di questo gruppo di giovani pieni di volontà e voglia di vivere.
LE COSE IN FRANTUMI LUCCICANO
di Marta Basso, Sara Cecconi, Carlotta Cosmai, Alice Malingri, Lilian Sassanelli, Italia, 2024, 85’ | Doc | World Premiere |
Palazzo Nardini, via del Governo Vecchio 39, Roma. Questo edificio quattrocentesco, testimone di secoli di storia, conserva ancora i segni di un periodo infuocato dalla lotta femminista. Occupato nel 1976 dal Movimento di Liberazione della Donna, è stato il cuore pulsante delle rivendicazioni del femminismo romano e italiano, divenendo il primo spazio liberato, autogestito e dedicato esclusivamente alle donne. Oggi, seppur sfibrato e silenzioso, sembra animato dal desiderio di raccontare quella storia per un’ultima volta. Attraversando stanze vuote e corridoi polverosi, lo sguardo di giovani registe si addentra nel passato del movimento femminista, mettendolo in dialogo con il presente e con le realtà che ne hanno ereditato e reinterpretato la spinta rivoluzionaria.
DAMYOREUL IBEUN SARAM (BLANKET WEARER)
di Park Jeong-mi, Corea del Sud, 2024, 117’ | Doc |
Dopo anni passati prima nell’esercito, cercando di diventare ufficiale militare, e poi nella monotona routine di lavori impiegatizi tra Corea e Londra, la regista Park Jeong-mi, alla sua prima esperienza cinematografica, decide di abbandonare tutto e di vivere, letteralmente, senza toccare un soldo per un anno. Con una bicicletta presa in prestito e una telecamera che riprende tutto tranne lei stessa, Jeong- mi inizia un viaggio avventuroso alla ricerca di sé. Dalla Londra alternativa delle case occupate, alle comunità di agricoltura biologica dell’Inghilterra rurale, raggiunge l’Europa continentale e continua il viaggio verso Est insieme a carovane di hippy, seguendo un flusso di coscienza pacifico e naturale, lontana dalla civiltà dei consumi. Un insolito e singolare diario di viaggio.
DIKE – VITA DA MAGISTRATO
di Caterina Crescini, Italia, 2024, 64’ | Doc |
Dike è la dea della giustizia, rappresentata tradizionalmente come una donna con gli occhi chiusi o bendati, che tiene in una mano una bilancia e nell’altra una spada. La legge è uguale per tutti, ma è anche severa. Caterina Crescini, affiancata da Filippo Cellini, autore che ha curato lo sviluppo e la scrittura del documentario insieme all’Associazione Nazionale Magistrati, si chiede come viene applicata dalla magistratura italiana, andando al di là di miti e pregiudizi. E per questo esplora le vite di sei magistrati impegnati in diversi ruoli e in diverse fasi della loro vita privata e professionale, analizzando le difficoltà, le fatiche e le soddisfazioni di questo mestiere, che ha una realtà complessa e articolata.
EROICI! 100 ANNI DI PASSIONE E RACCONTI DI SPORT
di Giuseppe Marco Albano, Italia, 2024, 70’ | Doc |
Partendo dalla prestigiosa ricorrenza dei cento anni di storia del Corriere dello Sport, uno dei quotidiani più letti in Italia, il documentario esplora l'essenza profonda dello sport, vero e proprio collettore sociale e culturale, e l’evoluzione del modo in cui viene vissuto e raccontato. Il racconto si srotola attraverso una doppia prospettiva: da un lato, dà voce ai grandi atleti e ai protagonisti dello sport italiano; dall’altro, documenta la nascita, la produzione e la distribuzione del quotidiano, vero e proprio archivio della memoria collettiva del nostro Paese. Il risultato è una testimonianza potente e avvincente in cui convivono storie e aneddoti destinati a rimanere eterni, capaci di plasmare il modo in cui gli italiani vivono e celebrano le loro passioni sportive.
ESTADO DE SILENCIO
di Santiago Maza, Messico, 2024, 79’ | Doc |
Prodotto da Diego Luna per l’etichetta messicana La Corriente del Golfo, in collaborazione con Gael García Bernal, e diretto da Santiago Maza, Estado de silencio è un documentario sconvolgente di grande urgenza e attualità. Il film racconta con forza e umanità il quotidiano terrore vissuto dai giornalisti messicani, impegnati a denunciare corruzione e cartelli della droga in un paese dove il confine tra legge e crimine è estremamente labile. Attraverso sequenze inquietanti, in cui l'ex presidente Andrés Manuel López Obrador incoraggia apertamente la sfiducia nei confronti dei media, il film lancia un messaggio che travalica i confini del Messico: la libertà di stampa è minacciata ovunque. Opera cruda e necessaria, Estado de silencio invita lo spettatore a riflettere sulla fragilità della verità, sullo stato dell'informazione nel mondo e sul coraggio di chi si rifiuta di restare in silenzio.
FERRARI: FURY AND THE MONSTER
di Steve Hoover, Stati Uniti, 2024, 80’ | Doc |
Il nome Ferrari è da sempre sinonimo di successo, genio ingegneristico e passione artigianale. La sua storia s’intreccia con quella di personaggi come il fondatore Enzo, del grande ingegnere e progettista Mauro Forghieri o del pilota Niki Lauda, che nel 1975 riportò la Ferrari sul tetto del mondiale della Formula 1. Senza dimenticare bolidi leggendari, come la Ferrari GTO, per molti la più grande automobile di tutti i tempi. Il documentario ripercorre una storia che in parte richiama alla mente film di valore e successo come Ferrari di Michael Mann o Le Mans ’66 – La grande sfida, ma adotta una prospettiva differente e, attraverso materiali d’epoca e nuove interviste, rievoca la storia di un autentico mito senza tempo, stagliatosi indelebilmente nell’immaginario collettivo.
L’ISOLA DELLA CURA
di Alex Grazioli, Italia, 2024, 32’ | Doc |
Dal 1584, nel cuore di Roma, in mezzo al Tevere, l’Isola Tiberina è un luogo dedicato alla cura di pazienti e pellegrini, dove oggi sorge l’Ospedale Isola Tiberina – Gemelli Isola. Avvolta nel mito, questa piccola isola è testimone del passaggio dai riti misterici pagani alla spiritualità del mondo cristiano, dagli imperatori ai papi, dai sacerdoti-medici dei tempi antichi, agli specialisti d’avanguardia di oggi, senza aver mai perso la sua vocazione all’accoglienza e alla guarigione. Diretto da Alex Grazioli, il documentario ricostruisce la storia millenaria dell’isola, con interventi di Giuseppe Fiorello, lo storico dell’arte Filippo Cosmelli, l’architetta Ilaria Delsere e padre Raphael Barbato.
LILIANA
di Ruggero Gabbai, Italia, 2024, 84’ | Doc |
Liliana è un documentario di Ruggero Gabbai che ripercorre la testimonianza della senatrice a vita Liliana Segre legata all’arresto, alla deportazione e allo struggente ultimo addio al padre. Il film si basa su accostamenti, rimandi e contrasti tra il racconto storico e il ritratto contemporaneo di una delle donne più importanti del panorama italiano. Il docu-film mette in luce gli aspetti meno conosciuti della senatrice, facendo scoprire una figura culturale e politica moderna e appassionata nel trasmettere alle giovani generazioni un messaggio di libertà e uguaglianza. A raccontarla sono le voci delle persone a lei vicine: i figli, i nipoti, personaggi pubblici come Ferruccio De Bortoli, Mario Monti, Geppi Cucciari, Fabio Fazio, Enrico Mentana, i carabinieri della scorta, che permettono di avvicinarsi a una Liliana più familiare e privata.
LIRICA UCRAINA
di Francesca Mannocchi, Italia, 2024, 90’ | Doc | World Premiere |
La regista Francesca Mannocchi, una delle più importanti corrispondenti di guerra d’Europa, ha trascorso diversi mesi in Ucraina poco prima dell’inizio del conflitto con la Russia, scoprendone l’anima segreta e interagendo con molte persone di cui si è pian piano conquistata la fiducia. Così, percorrendo le strade liberate di Buča, Borodjanka e Irpin’, ha compreso che raccontare una guerra significa innanzitutto ascoltare le voci di quanti hanno vissuto l’orrore e le sofferenze che essa comporta. Il documentario non solo pone interrogativi etici fondamentali ma induce lo spettatore a riflettere sulla follia bellica, immergendolo nella vita e nella storia di un contesto che sembra apparentemente lontanissimo e mettendolo a confronto coi i racconti della gente comune.
LUMIÈRE, LE CINÉMA!
di Thierry Frémaux, Francia, 2024, 110’
Il seguito di Lumière! The Adventure Begins ospita circa cento film dei Lumière, tutti perfettamente restaurati. Questo nuovo lungometraggio, dopo il grande successo del suo predecessore, conferma al pubblico di tutto il mondo che alla base delle più belle opere della storia del cinema ci sono le sue origini, profondamente francesi e, allo stesso tempo, internazionali. La colonna sonora è tratta da opere del compositore Gabriel Fauré, contemporaneo dei fratelli Lumière. Il film è ideato e narrato da Thierry Frémaux, direttore generale dell'Institut Lumière.
MIKE
di Giuseppe Bonito, Italia, 2024, 2 ep., 100’| Serie | World Premiere |
Cast: Claudio Gioè, Paolo Pierobon, Valentina Romani, Elia Nuzzolo, Massimo De Lorenzo, Tomas Arana, Clotilde Sabatino, Sandra Ceccarelli, Augusto Fornari, Federica Torchetti, Gualtiero Burzi, Michele Ragno, Gianluca Zaccaria, Luca Di Sessa, Alberto Vecchiato
Nacque a New York il 26 maggio del 1924, mentre il 3 gennaio del 1954 presentò Arrivi e partenze, il primo programma televisivo trasmesso dalla Rai: due anniversari eccellenti per celebrare Mike Bongiorno, uno degli “inventori” della televisione italiana, in una miniserie in due puntate realizzata da Giuseppe Bonito per Rai Fiction e interpretata da Elia Nuzzolo e Claudio Gioé, rispettivamente nei panni del giovane e del maturo Mike. Strutturato in flashback che, a partire dal 1971 (l’anno dei Rischiatutto, l’apice del successo), ricostruiscono all’indietro la vita del presentatore, dall’infanzia newyorkese alla guerra vissuta in Italia ai successivi sviluppi della sua carriera, il racconto approfondisce anche gli aspetti meno noti del suo carattere e della sua vita privata.
NEL TEMPO DI CESARE
di Angelo Loy, Italia, 2024, 90’ | Doc | World Premiere |
Il documentario racconta una storia avvincente e densa di emozioni che si snoda lungo il Tevere a partire dal 1999, seguendo le vicende di due famiglie di pescatori d’anguille che da generazioni vivono e lavorano su un tratto urbano del fiume, all’altezza del Grande Raccordo Anulare, nella zona sud di Roma. Da una parte ci sono Cesare e Alfredo, noti come i “Rosci”, due fratelli che incarnano la tradizione e l’orgoglio di una famiglia da sempre legata alle antiche tradizioni fluviali. Dall’altra, i loro rivali storici, Nando e Franco, detti i “Ciccioni”, che abitano insieme alla loro anziana madre, sor Irene, una figura centrale che funge da fulcro affettivo e morale della famiglia. A cambiare tutto, però, ci penserà l’arrivo dal Bangladesh del giovane migrante Anwar, capace di aprire lo scorrere millenario del fiume al contatto con nuove culture.
I NIPOTI DEI FIORI
di Aureliano Amadei, Italia, 2024, 93’ | Doc | World Premiere |
Aureliano Amadei ricompone i frammenti della sua infanzia, vissuta tra viaggi e comunità hippy. In questo percorso di riscoperta incontra molte persone che, come lui, sono cresciute respirando il vento dei grandi cambiamenti sociali degli anni Settanta. Se in 20 sigarette il regista raccontava in forma di fiction la sua esperienza di sopravvissuto a Nāṣiriya, qui ricorre al documentario per riflettere sul lascito di certe mitologie culturali come quella dei figli dei fiori e allo stesso tempo interrogarsi sul suo ruolo di genitore e sul concetto stesso di famiglia. In questo modo, il cinema diventa non solo un dispositivo autobiografico capace di esorcizzare i fantasmi personali ma anche lo strumento attraverso cui attuare una contagiosa seduta di terapia collettiva. Non solo, però, perché il film sa raccontare anche la spaccatura tra generazioni che si è allargata negli ultimi anni.
THE OPERA! – ARIE PER UN’ECLISSI
di Davide Livermore, Paolo Gep Cucco, Italia, 2023, 106’ | World Premiere |
Cast: Valentino Buzza, Mariam Battistelli, Vincent Cassel, Fanny Ardant, Caterina Murino, Erwin Schrott, Rossy De Palma, Angela Finocchiaro, Linda Gennari, Charlotte Gentile, Sergio Bernal
Due amanti il giorno delle nozze; un fato crudele; il viaggio oltre la vita. È la storia eterna di Orfeo ed Euridice, separati il giorno delle nozze, che gli autori raccontano in un’opera-musical dal linguaggio immersivo e transmediale. Il mito è trasposto nella contemporaneità: Caronte è un tassista (Vincent Cassel), e si passa da una Parigi semisommersa al palcoscenico del Teatro Regio di Torino, in un gioco di rimandi musicali che vanno da Puccini a Händel, da Verdi a Gluck, da Vivaldi ai Frankie Goes to Hollywood. E nelle immagini si fondono la parola, l’opera lirica, la moda (i costumi sono di Dolce & Gabbana) e le arti visive, tra reale e virtuale. Fanny Ardant è Proserpina, Rossy De Palma è Atropo, Angela Finocchiaro è la madre di Orfeo.
PIENA DI GRAZIA
di Andree Lucini, Italia, 2024, 60’ | Doc | World Premiere |
Da cinquecento anni a Palmi, in Calabria, si svolge una festa unica al mondo in onore dell’assunzione della Madonna: dove una bambina viene eletta dai cittadini per salire su un carro sacro alto diciassette metri e interpretare il ruolo della Vergine assunta in cielo. Le voci dei cittadini di Palmi ci raccontano il loro amore incondizionato per questa manifestazione, ma anche tutte le contraddizioni che si porta dietro. Tre bambine di undici anni, Nicole, Giada e Mariateresa, sognano di andare sul carro, ma la prescelta deve avere i capelli lunghi, lisci e neri, la pelle scura ma non troppo, oltre a essere coraggiosa. All’esordio nella regia, Andree Lucini (anche sceneggiatrice con Désirée Manetti) racconta un mondo antico che sopravvive nel presente attraverso gli occhi di bambine che si avvicinano all’adolescenza, affrontando temi universali e attuali: il rapporto con il proprio aspetto, il bisogno di apparire, la paura di non essere abbastanza.
SABBATH QUEEN
di Sandi DuBowski, Stati Uniti, 2024, 105’ | Doc |
Amichai Lau-Lavie, un personaggio straordinario: erede di trentotto generazioni ininterrotte di rabbini ortodossi, gay dichiarato, negli anni ’80 a New York ideatore del personaggio Rebbetzin Hadassah, vedova di rabbini, drag queen in visone o sottoveste, studioso della Torah, creatore della performance Storahtelling e del Lab/Shulan, una congregazione ebraica inclusiva, che ammette tutte le religioni e ama l’arte e la sperimentazione. Divenuto rabbino lui stesso, ha reinventato cultura e religione attraverso la trasgressione e, soprattutto, l’arte. La sua storia, la sua vitalità, le sue esperienze, i suoi viaggi, i suoi rapporti con i famigliari, sono raccolti in un documentario maturato e girato nell’arco di ventuno anni da Sandi DuBowski, autore di Trembling Before G-d e produttore di A Jihad for Love. Nel finale, Amichai, riferendosi al 7 ottobre 2023, si rivolge a Israele e Palestina chiedendosi: “Come possiamo reimmaginare le nostre sacre tradizioni per raggiungere la pace?”.
SAN DAMIANO
di Gregorio Sassoli, Alejandro Cifuentes, Italia, 2024, 86' | Doc | World Premiere |
Fuggito dall’ospedale psichiatrico di Breslavia, in Polonia, il trentacinquenne Damiano arriva a Roma alla ricerca di una nuova vita e, senza un soldo in tasca, s’immerge nel brulicante mondo che bazzica intorno alla stazione Termini. Rifiutandosi di vivere come un senzatetto, trova rifugio in una torre sulle antiche mura romane e comincia a frequentare la risoluta Sofia. Il documentario è la storia di un incontro: quello tra i registi Sassoli e Cifuentes con Damiano, una figura fuori da ogni schema, che ha istinti violenti ma anche un animo fragile (scoppia a piangere nei momenti più inaspettati) e cerca di scendere a patti con le turbe psichiche che lo tormentano. Ne esce un ritratto intimo e onesto, in cui la precarietà di coloro che vivono ai margini dell’esistenza si riflette in un paesaggio urbano contemporaneamente affascinante e indifferente.
STOP MAKING SENSE – 40th ANNIVERSARY
di Jonathan Demme, Stati Uniti, 1984-2024, 88’ | Doc |
Il 19 ottobre 1984 usciva Stop Making Sense, storico film concerto dei Talking Heads, una pietra miliare dei documentari rock realizzata dal premio Oscar® Jonathan Demme. Esattamente quarant’anni dopo, il 19 ottobre 2024, la Festa del Cinema ospiterà la nuova edizione del film restaurata in 4K, supervisionata da James Mockoski di American Zoetrope, con una colonna sonora totalmente rimasterizzata e curata dal chitarrista dei Talking Heads, Jerry Harrison. Stop Making Sense fu girato nel corso di tre notti al Pantages Theatre di Los Angeles, dove il regista e la sua troupe catturarono l'energia e l'eccentricità dello show dal vivo portandola all’interno di quello che Spike Lee ha definito “The greatest concert film ever”.
SUGARCANE
di Julian Brave NoiseCat, Emily Kassie, Canada, Stati Uniti, 2024, 107’ | Doc |
Ed Archie NoiseCat, della Shuswap Nation, ha passato la vita a cercare di dimenticare la scuola della missione cattolica di St. Joseph di Williams Lake, nella Columbia Britannica canadese, dove è stato letteralmente prigioniero quando era ragazzo. Suo figlio Julian Brave NoiseCat, giornalista e attivista, ha passato la vita a raccontare la storia di abusi, stupri, omicidi e suicidi che nascondeva quella scuola, una delle 139 cha aveva organizzato il governo canadese. La scuola di St. Joseph chiuse nel 1981, ma solo nel 2021 sono iniziate le indagini in seguito alla scoperta di fosse comuni. Julian Brave NoiseCat ha diretto con la giornalista e filmmaker Emily Kassie un film documentario che non è solo uno sconvolgente atto d’accusa, ma un modo di rendere omaggio alle vittime e di risarcire e valorizzare una cultura, quella dei nativi americani, che per secoli si è cercato di sopprimere: non solo attraverso il taglio dei capelli, l’imposizione di una lingua e di una religione, ma anche con violenze inimmaginabili.
TOMMASO, IL CALCIO A COLORI DI MAESTRELLI
di Francesco Cordio, Alberto Manni, Italia, 2024, 98’ | Doc | World Premiere |
La storia del rivoluzionario allenatore Tommaso Maestrelli, un pioniere del cosiddetto “calcio totale” e un sognatore audace che ha sfidato il predominio delle grandi squadre del Nord, portando una Lazio allora composta da calciatori sconosciuti a conquistare uno storico scudetto. Il documentario, però, non è solo il doveroso omaggio a un grande uomo di sport, di cui ricorre il cinquantennale dalla sua scomparsa, ma anche un viaggio nell’Italia del Novecento, condotto attraverso una mescolanza di filmati d’archivio, interviste a esperti e testimonianze di chi ha vissuto quegli anni. Un modo per mostrare il ruolo centrale che lo sport ha avuto nell’evoluzione della società, dei costumi e della cultura italiana, a cui s’intreccia indissolubilmente.
ULTIMO BIGLIETTO PER L’ARCA DI NOÈ
di Viviana Di Russo, Riccardo Di Russo, Italia, 2024, 65’ | Doc |
Millenni dopo il diluvio universale, un nuovo nubifragio sta per abbattersi sul pianeta, generato questa volta dalle nuvole oscure dalla deforestazione, dall’inquinamento, dal bracconaggio e dalla speculazione, che mettono a rischio la vita di migliaia di animali. Fortunatamente, lo spirito di Noè non si è dissolto nel tempo. Oggi esiste infatti una comunità internazionale, l’EAZA (Associazione europea zoo e acquari), che lavora instancabilmente per garantire la conservazione delle specie a rischio. Il documentario varca le porte di un moderno zoo dell’EAZA a Roma per raccontare, attraverso le storie della cucciola di otaria Coco, della piccola tigre di Sumatra Kala, di una comunità di scimpanzé e di una coppia di varani di Komodo, una missione finalizzata a proteggere e salvare la natura.
LA VALANGA AZZURRA
di Giovanni Veronesi, Italia, 2024, 94’
Negli anni Settanta, la nazionale italiana di sci alpino diventa il fiore all’occhiello dello sport italiano, generando un interesse (anche economico) senza precedenti per una disciplina generalmente considerata marginale. Intervistando in prima persona i protagonisti di un’epoca irripetibile, Giovanni Veronesi ne rievoca l’epica (dall’indimenticabile rivalità fra Gustav Thöni e lo svedese Ingemar Stenmark ai trionfali Giochi Olimpici del 1976 a Innsbruck), ma non dimentica i momenti più bui e cupi (fra incidenti mortali e tragedie private). La contagiosa simpatia del regista, il ricorso sapiente ai materiali di repertorio e l’onestà senza compromessi degli intervistati rendono il documentario una testimonianza in grado di travalicare lo sport per diventare un affresco sociale e collettivo capace di mostrare le sfaccettature di un intero Paese.
BEST OF 2024
ANORA
di Sean Baker, Stati Uniti, 2024, 138’
Cast: Mikey Madison, Mark Eydelshteyn, Yura Borisov, Karren Karagulian, Vache Tovmasyan
Fa la lap dance e si fa chiamare Ani perché Anora ricorda troppo le radici della fresca immigrazione famigliare dalla Russia, vive a New York, si fa gli affari suoi e non si fa illusioni. Ma quando arriva il giovane figlio di un oligarca russo e s’incapriccia di lei fino a chiederle di sposarsi a Las Vegas, per un attimo Ani crede davvero alla storia di Cenerentola. Comincia così la commedia venata di amarezza che ha vinto la Palma d’oro a Cannes, uno dei tanti ritratti di vite complicate ma fantastiche tratteggiati in questi anni da Sean Baker, dopo i principi di Broadway e le prostitute di West Hollywood (Tangerine) e i sogni chiamati Florida. Perfette come sempre, vivide e concrete, le ambientazioni a New York, Brooklyn e Las Vegas, e modernissimo il lavoro sulla commedia classica, rivisitata da uno dei più vitali autori americani di oggi.
ARCHITECTON
di Viktor Kossakovskij, Germania, 2024, 98’ | Doc |
Un minuscolo progetto paesaggistico dell’architetto Michele De Lucchi: un cerchio di pietre, costruito nel giardino di casa, all’interno del quale nessun essere umano potrà mettere piede e che verrà interamente colonizzato dalla natura lasciata incolta. Partendo dall’osservazione di questo spazio, il documentarista russo Victor Kossakovskij propone una meditazione visiva, imponente e al tempo stesso intima e poetica, sull’architettura. La Terra non può più sostenere i grandiosi monumenti architettonici che si sono serviti per la loro costruzione della Terra stessa e i moderni edifici in cemento hanno un impatto ambientale devastante. Immagini mozzafiato di ruderi di antichi templi, città turche distrutte da terremoti recenti, o case ucraine sventrate dalle bombe russe, intrecciano civiltà e società disparate, tracciando il sottile filo rosso del folle design dell’umanità. In concorso alla Berlinale 2024.
EMILIA PÉREZ
di Jacques Audiard, Francia, 2024, 132’
Cast: Zoe Saldana, Karla Sofía Gascón, Selena Gomez, Adriana Paz, Edgar Ramírez, Mark Ivanir Cantano i mariachi con le camicie di lustrini, cantano le donne delle pulizie con le divise rosa, i pazienti e i medici di una clinica, i bambini e i ragazzi con le felpe, e i banditi e le madri che ancora cercano i desaparecidos. E canta Zoe Saldana, giovane avvocata in tailleur rosso, e Selena Gomez, frivola moglie bionda, e Karla Sofia Gascón, boss di un cartello della droga divenuto una signora seducente e potente: a Città del Messico, un thriller che si trasforma in un melodramma rutilante ed entrambi che si colorano e si illuminano della passione del musical. Un’opera per il nuovo millennio che fa tesoro di tutti i tesori cinematografici, narrativi e visivi del Novecento, scritto e diretto da Jacques Audiard, che sembra aver messo a frutto tutti i tormenti, le passioni, le intuizioni e le visioni dei tanti generi che ha attraversato con il suo cinema. Probabilmente “il film” del 2024, vincitore a Cannes del Premio della giuria e della migliore interpretazione ex aequo alle tre protagoniste.
EN FANFARE
di Emmanuel Courcol, Francia, 2024, 103’
Cast: Benjamin Lavernhe, Pierre Lottin, Sarah Suco
Quando Thibaut, un celebre direttore d’orchestra, si ammala di leucemia e ha bisogno del trapianto di midollo osseo scopre di essere stato adottato, ma anche di avere, nel Nord della Francia, un fratello di sangue, un modesto operaio, che suona il trombone nella banda comunale. È la musica a legare i protagonisti del terzo film da regista dell’attore e sceneggiatore Emmanuel Courcol: quella raffinata di Thibaut e quella più ruspante di Jimmy, la classica, il jazz, le marce, fino a una travolgente esecuzione del Bolero di Ravel. La musica e il riconoscersi simili nonostante le enormi differenze, sulle quali vive uno spunto drammatico che si trasforma in commedia di caratteri, una storia di rapporti personali che diventa affresco sociale, città contro provincia, nord depresso contro ricco centro. Scritto dal regista con Irène Muscari, interpretato dagli ottimi Benjamin Lavernhe e Pierre Lottin.
ERNEST COLE: LOST AND FOUND
di Raoul Peck, Francia, Stati Uniti, 2024, 106’ | Doc |
Vincitore del premio L’Œil d’or (miglior documentario) al Festival di Cannes, Ernest Cole: Lost and Found ci aiuta a comprendere meglio l'importante lavoro del noto fotografo sudafricano Ernest Cole. Il suo libro “House of Bondage” – prezioso documento del 1967 sull’apartheid – gli valse un meritato riconoscimento internazionale. Ma, nonostante ciò, Cole, dopo essere stato esiliato negli Stati Uniti e in Europa, visse in povertà e morì di cancro nel 1990, pochi giorni dopo la liberazione di Nelson Mandela. La sua storia sembrava conclusa fino al 2017, quando in una cassaforte in Svezia furono ritrovati sessantamila negativi completamente sconosciuti. Cole non perse mai la sua capacità di scattare immagini straordinarie, per lui documentare chi vive nell’ombra e rubare scatti preziosi era l’essenza stessa della sua tormentata vita.
LES FEMMES AU BALCON
di Noémie Merlant, Francia, 2024, 103’
Cast: Souheila Yacoub, Sanda Codreanu, Noémie Merlant, Lucas Bravo, Nadège Beausson-Diagne, Christophe Montenez
Ondata di calore su Marsiglia, più di quaranta gradi, la voce del meteo raccomanda a tutti di uscire poco, mentre la macchina da presa sale e gira tra i balconcini dei palazzi, per fermarsi davanti a quello di una signora nera e stanca che decide di vendicarsi dei maltrattamenti del marito, bianco, grande e grosso. Comincia con questo piccolo episodio irresistibile la storia delle tre belle amiche che condividono un appartamento, un balcone e una passione per il dirimpettaio, maschio alfa molto pieno di sé e donnaiolo, che le invita per un drink. La notte si riempie non di sesso, ma di orrore e fantasmi. Presentato nella sezione di mezzanotte del Festival di Cannes, una commedia horror molto femminista, libera e spudorata, seconda regia dell’attrice Noémie Merlant, la protagonista di Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma, qui cosceneggiatrice.
MEGALOPOLIS
di Francis Ford Coppola, Stati Uniti, 2023, 138’
Cast: Adam Driver, Giancarlo Esposito, Nathalie Emmanuel, Aubrey Plaza, Shia LaBeouf, Jon Voight, Laurence Fishburne
C’è un architetto utopista, uno che sa fermare il tempo e stare in bilico sul cornicione sporgente di un palazzo futurista (il Chrysler), uno che vorrebbe ricostruire New Rome secondo un progetto innovativo, usando il Megalon, il misterioso materiale che ha creato, più vicino alla natura che al cemento. New York come l’antica Roma, immersa nei giochi di potere, nel vizio, negli intrighi, percorsa da personaggi antitetici ed estremi, che si chiamano Cesare, Cicero, Catilina, Julia e Clodio: Coppola meditava questo film dai tempi di Apocalypse Now e l’ha realizzato con la Zoetrope, autofinanziandosi con la vendita di una parte dei suoi vigneti californiani. Visionario ed enorme, un film nel quale Coppola fonde in equilibrio esemplare le sue invenzioni più ardite e i suoi intrighi più passionali, i giochi di colori e dimensioni di Un sogno lungo un giorno e le guerre per bande del Padrino, il gusto della sperimentazione e la gioia della narrazione. Un grande oggetto cinematografico sospeso tra passato e futuro.
NASTY
di Tudor Giurgiu, Cristian Pascariu, Tudor D Popescu, Romania, 2024, 104’ | Doc |
“Nasty”, cioè maligno o sgradevole, è il soprannome perfetto per l’enfant terrible del tennis: Ilie Năstase, il campione rumeno che negli anni Settanta è entrato nella leggenda con le sue innumerevoli vittorie sui campi più prestigiosi del mondo. Carismatico ed elegante, ma anche irriverente e arrogante, Năstase ha scosso l’imbalsamato mondo del tennis dell’epoca, diventando la prima rock star ribelle del gioco. Presentato al Festival di Cannes, il film attinge a una vasta quantità di filmati reperiti in tutto il mondo e ci restituisce un ritratto a tutto tondo del campione, della sua generosità, stravaganza e insolente teatralità, ma anche della sua irascibilità sboccata. Nell’anno in cui il tennis domina l’immaginario collettivo globale è doveroso rivisitare la storia del campione più “entertaining” di sempre.
ON BECOMING A GUINEA FOWL
di Rungano Nyoni, Zambia, Regno Unito, Irlanda, 2024, 99’
Cast: Susan Chardy, Elizabeth Chisela, Henry B.J. Phiri
Una giovane donna scopre il cadavere di un uomo lungo una strada, di notte. È suo zio, ma tutti coloro a cui telefona sembra che non vogliano occuparsene. Fin dalla prima sequenza – ipnotica, tragica e paradossalmente comica – Rungano Nyoni precipita lo spettatore in un mondo di cui probabilmente non sa nulla. Ed è solo l’inizio di un viaggio nei segreti della classe media di un Paese africano, lo Zambia, che vive tra sogni di benessere e orrori rimossi. Il secondo lungometraggio della regista, che è nata nello Zambia e ha studiato in Inghilterra, è stato premiato per la miglior regia a Un certain regard a Cannes 2024. E se la denuncia del patriarcato e dei suoi complici è così tagliente, è anche perché è realizzata con uno stile che – forte della fotografia di David Gallego e delle musiche di Lucrecia Dalt – si installa con originalità a fianco dei grandi del cinema d’autore internazionale, intrecciando realismo e allucinazione.
THE SEED OF THE SACRED FIG (IL SEME DEL FICO SACRO)
di Mohammad Rasoulof, Iran, Germania, Francia, 2024, 168’
Cast: Misagh Zare, Soheila Golestani, Mahsa Rostami, Setareh Maleki, Niousha Akhshi, Reza Akhlaghi, Shiva Ordooei, Amineh Arani
Iman, un funzionario, buon marito, padre di due figlie che frequentano il liceo e l’università, viene promosso giudice investigativo nella Corte rivoluzionaria di Teheran, carica importantissima nel regime iraniano. Ma anche una carica che comporta per tutta la famiglia segretezza, isolamento, anonimato. Nel frattempo, si fanno più forti le proteste contro il regime, nella popolazione e tra gli studenti. Innervato dalla paranoia, un thriller politico-famigliare di fortissima tensione, dove la scomparsa di una pistola genera panico e dove affetti, legami, fiducia, comprensione dissolvono nell’ossessione compulsiva del regime. Scritto e diretto da Mohammad Rasoulof (Orso d’oro a Berlino nel 2020 con Il male non esiste), girato clandestinamente, presentato dall’autore (fuggito dall’Iran dopo essere stato condannato a otto anni di carcere) al Festival di Cannes, dove ha vinto il Premio speciale della giuria.
SMALL THINGS LIKE THESE
di Tim Mielants Irlanda, Belgio, 2024, 96’
Cast: Cillian Murphy, Eileen Walsh, Michelle Fairley, Emily Watson, Clare Dunne, Helen Behan
Tratto dall'omonimo romanzo di Claire Keegan, Small Things Like These porta sullo schermo una storia dolorosa di straordinaria intensità, incentrata sulle tristemente note Magdalene Laundries, istituti gestiti dalla Chiesa dove le ragazze madri venivano sfruttate e i loro figli sottratti e venduti. Ambientato nell’Irlanda degli anni ‘80, il film è prodotto e interpretato da Cillian Murphy e diretto con grande sensibilità da Tim Mielants (Peaky Blinders). Murphy interpreta Bill, un carbonaro che, durante le festività natalizie, affronta una profonda crisi esistenziale. Ricordi a lungo soppressi di un’infanzia segnata dalla povertà riaffiorano inesorabili quando, consegnando carbone alla lavanderia della chiesa, si imbatte in giovani donne terrorizzate. Intriso di atmosfere dickensiane, questo racconto intenso e coinvolgente mantiene alta la tensione fino al suo enigmatico e potente finale.
THE SUBSTANCE
di Coralie Fargeat, Regno Unito, Stati Uniti, Francia, 2024, 140’
Cast: Demi Moore, Margaret Qualley, Dennis Quaid
Una stella sulla Walk of Fame di Hollywood, inquadrata dall’alto, mentre il tempo passa, anni, secoli per quanto riguarda bellezza femminile e divismo: Elizabeth Sparkle non è più una star e, ultracinquantenne, oggi, non la vogliono neppure più come conduttrice del programma tv di aerobica. Perciò decide di usare la misteriosa “Sostanza”, e così nasce Sue, un’altra lei giovane, tonicissima, affamata di vita, generazione Z. Demi Moore e Margaret Qualley alternano le loro settimane di vita nell’horror scatenato, furibondo, coloratissimo, divertentissimo che ha strappato l’applauso più lungo al pubblico del Festival di Cannes (dieci minuti) e alla giuria il premio per la migliore sceneggiatura. Partendo da un impianto teorico serissimo, Coralie Fargeat (al secondo film, dopo il bel Revenge) costruisce un horror autentico, sanguigno, a volte grottesco a volte tragico a volte splatter, con grande autoironia in sottofondo e vera passione e rispetto per il genere.
STORIA DEL CINEMA
DOCUMENTARI
BOGART: LIFE COMES IN FLASHES
di Kathryn Ferguson, Stati Uniti, 2024 | Doc |
Incentrato sull'icona dell'epoca d'oro di Hollywood, Humphrey Bogart, il film affronta le sue relazioni con le cinque formidabili donne della sua vita: la madre e le quattro mogli, tra cui Lauren Bacall. Con un accesso senza precedenti a rari filmati di privati e narrato esclusivamente con le sue parole, Bogart: Life Comes in Flashes esplora il percorso che lo porterà a diventare l’interprete di classici senza tempo come Casablanca, Il falco maltese e Il grande sonno. Ogni relazione offre una comprensione profonda e intima di un uomo per il quale la celebrità è stata duramente conquistata.
C’ERA UNA VOLTA NAPOLI
di Ciro Ippolito, Marco Giusti, Italia, 2024, 86’ | Doc |
Viaggio a Napoli di una “strana coppia”: il produttore, regista, sceneggiatore e interprete, Ciro Ippolito, e il critico ed esploratore delle profondità dei B-Movies, Marco Giusti. Vogliono tentare un ritratto del cinema che si è fatto a Napoli, dal pioniere Gustavo Lombardo, a inizio Novecento, fino a Mario Merola e allo stesso Ciro Ippolito. Sgangherato e divertente, il documentario on the road riserva molte sorprese.
DANS LA TETE DE GODARD ET DE BEAUREGARD
di Hind R. Boukli, Francia, 2024, 69’ | Doc |
Grazie al diario della moglie di Georges de Beauregard, Bruna, seguiamo la lunga relazione tra un ex resistente, divenuto produttore, e un ex critico cinematografico, Jean-Luc Godard, che stava per esordire nella regia cinematografica. Una relazione che non si esaurisce con À Bout de souffle ma che prosegue fino alla morte di Beauregard nel 1984. Produttore atipico, coraggioso, creativo, Beauregard avrebbe prodotto molti film leggendari del cinema francese.
DELON MELVILLE, LA SOLITUDE DE DEUX SAMOURAÏS
di Laurent Galinon, Francia, 2023, 51’ | Doc |
Quando Alain Delon apprende che Jean-Pierre Melville sta morendo, si trova in Costa Azzurra. Guiderà tutta la notte per raggiungere Parigi e assistere il suo Maestro. Nel documentario è come se fossimo seduti in quella macchina, accanto a Delon, e assieme a lui ragionassimo sulla relazione tra il regista e l’attore, tra l’interprete esemplare dei personaggi melvilliani, rassegnati a un destino fatale ma al contempo fieri e solidali, e il Maestro che, alla fine del suo percorso artistico, aveva trovato in Delon l’interprete ideale.
L'HOMOSEXUALITE AU CINEMA, LES CHEMINS DE LA VICTOIRE
di Sonia Medina, Francia, 2023, 51’ | Doc |
Perché il cinema è rimasto così a lungo in ritardo sulla morale? Perché quest’arte nuova, nata per raccontare la modernità si è ritrovata prigioniera di un moralismo e del puritanesimo? In soli cinquantuno minuti questo densissimo documentario fa emergere le tracce di uno sguardo diverso, dai film di Thomas Alva Edison al cinema contemporaneo. Dalla censura alla fragile tolleranza, la storia di una guerra incerta.
JOHN CASSAVETES PAR THIERRY JOUSSE
di Camille Clavel, Francia, 2024, 60’ | Doc |
Seduti alla moviola, accanto al critico Thierry Jousse, analizziamo il cinema di John Cassavetes, dalla prima all’ultima regia. Film che sono un’avventura di vita e di cinema, dove gli attori sono la materia stessa della sua opera, con personaggi che scappano e che non possono essere chiusi in un’inquadratura. Un lavoro sensuale, vitale, generoso, di un artigiano senza regole, che con i suoi film ha aperto la strada della New Hollywood. Un Film Essay che attraverso la passione di Jousse ci porta dentro all’universo creativo di Cassavetes e della moglie Gena Rowlands.
MARIO VERDONE: IL CRITICO VIAGGIATORE
di Luca Verdone, Italia, 2024, 75’ | Doc |
“Carlo si divertiva a imitare un ubriaco, io a riprenderlo con la cinepresa 8 millimetri. Giochi semplici e ingenui come eravamo noi ragazzi a quell’epoca”. La voce di Luca Verdone accompagna le prime immagini di quello che è un viaggio sentimentale e documentaristico sul padre Mario. Mario Verdone, il primo docente di cinema in Italia, grazie ad Aldo Moro Ministro dell’educazione, cineasta, poeta, selezionatore della Mostra di Venezia, critico, insegnante al Centro Sperimentale, grande esperto del cinema dell’avanguardia, del futurismo, del circo. Un racconto a più voci, da Elio Pecora a Ferrarotti, fino a Luchetti e ai suoi famigliari che riscopre una figura fondamentale della critica e ricostruisce il ritratto di una generazione che ha inventato l’Italia democratica e antifascista.
LE SCENARIO DE MA VIE, FRANÇOIS TRUFFAUT
di David Teboul, Francia, 2024, 98’ | Doc |
I film di François Truffaut “si muovono come treni, capisci? Come treni nella notte”. La sua vita ha seguito lo stesso ritmo; aveva cinquantadue anni quando apparve la parola Fine. Qualche mese prima, il regista aveva iniziato a condividere la storia della sua giovinezza con il vecchio amico Claude de Givray, approfondendo la storia della sua famiglia. Ma il tempo stringeva e non riuscì a completare questa autobiografia, che aveva progettato di chiamare “la sceneggiatura della mia vita”. Il film di David Teboul, ricco di lettere e documenti inediti, rivela parte di quest'ultima narrazione, con la sceneggiatura di Serge Toubiana.
TITANUS 1904
di Giuseppe Rossi, Italia, 2024, 75’ | Doc |
Fondata nel 1904 a Napoli agli albori del cinema muto da Gustavo Lombardo, la Titanus ha attraversato oltre un secolo di storia, diventando uno dei pilastri dell’industria cinematografica italiana e internazionale. Il documentario racconta la straordinaria avventura della famiglia Lombardo, che ha sempre guidato la Titanus con passione e innovazione: dal fondatore Gustavo, a suo figlio Goffredo che negli anni ‘50 e ‘60 ampliò gli orizzonti della casa di produzione producendo kolossal e film d’autore e negli ‘80 fu pioniere delle serie televisive, fino al nipote Guido, che continua ad onorare l’eredità della famiglia con uno sguardo rivolto al futuro. La storia della Titanus è la testimonianza di come una visione imprenditoriale e artistica possa, anche in Italia, perdurare nel tempo, adattandosi ai cambiamenti e continuando ad influenzare generazioni di spettatori e cineasti.
VALERIO ZURLINI, PEINTRE DES SENTIMENTS
di Sandra Marti, Francia, 2023, 52’ | Doc |
Partendo dall’audio di una preziosa intervista che Jean Gili fece a Valerio Zurlini, Sandra Marti restituisce con il suo documentario la profondità dell’opera di un autore importante, oggi in parte dimenticato, straordinario direttore d’attori, profondo conoscitore dell’arte figurativa italiana, capace di ritrarre il malessere di un’Europa che usciva, con molte ferite, da due guerre mondiali.
OMAGGI ED EVENTI SPECIALI
Marcello Mastroianni 100
CIAO MARCELLO!
Antologia di apparizioni televisive a cura di Paolo Luciani, Italia, 2024, 20’
Per gentile concessione di Fuori Orario
CIAO MARCELLO, MASTROIANNI L’ANTIDIVO
di Fabrizio Corallo, Italia, 2024, 90’ | Doc |
L’umanità di Mastroianni, la sua ironia, il suo scanzonato non prendersi sul serio, il suo non essere mai un divo, ma sempre un essere umano, con le debolezze, le fragilità che attraversano l’animo maschile, sono le caratteristiche che Silvia Scola e Fabrizio Corallo hanno seguito per ritrarre il divo italiano più mediatizzato di sempre, il cui fascino non tramonta, grazie alle scelte che seppe fare durante la sua lunga carriera e che lo hanno condotto ad interpretare, con coraggio, ruoli che pochi attori arrivati al suo successo avrebbero accettato, il cornuto, l’impotente, l’omosessuale, l’infame, l’uomo incinto. Tutti ruoli che accettava, anzi cercava, per mettersi in gioco, per liberarsi dalla gabbia stretta del “latin lover” che il suo fascino, il successo planetario de La dolce vita e del suo personaggio rischiavano di imporgli. Marcello, caso unico di attore il cui nome lo identifica più del suo cognome, capisce immediatamente, con una lucidità sensitiva, i rischi di essere il primo attore italiano esposto alla luce accecante del successo mediatico mondiale. Attraverso uno straordinario lavoro di ricerca tra gli archivi italiani ed internazionali il docufilm ci restituisce un’immagine ricca e divertente delle tante sfumature di Mastroianni, anche grazie alla presenza di Luca Argentero che racconta ad una giovane assistente montatrice (Barbara Venturato) la vita e la carriera di un artista che anche se sta per compiere cento anni sentiamo come nostro contemporaneo.
FANTASMI A ROMA
di Antonio Pietrangeli, Italia, 1961, 101’
Cast: Marcello Mastroianni, Sandra Milo, Tino Buazzelli, Vittorio Gassman, Eduardo De Filippo, Belinda Lee, Claudio Gora, Ida Galli, Franca Marzi, Lilla Brignone, Enzo Cerusico
Restauro: The Film Foundation e Fondazione Cineteca di Bologna in collaborazione con Cristaldifilm presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata, a partire dai negativi originali. Grading supervisionato dal direttore della fotografia Luca Bigazzi. Con il sostegno di Hobson/Lucas Family Foundation
LE MANI SPORCHE
di Elio Petri, Italia,1978, 3 ep., 234’ | Serie |
Cast: Marcello Mastroianni, Giovanni Visentin, Anna Maria Gherardi, Giuliana De Sio, Pietro Biondi, Omero Antonutti
MASTROIANNI, UN CASANOVA DEI NOSTRI TEMPI
di Antonello Branca, Italia, 1965, 1 ep., 51’ | Serie | Doc | Puntata della trasmissione Primo Piano numero 34 di Carlo Tuzii
STANNO TUTTI BENE
di Giuseppe Tornatore, Italia, Francia, 1990, 118’
Cast: Marcello Mastroianni, Michèle Morgan, Valeria Cavalli, Marino Cenna, Roberto Nobile, Salvatore Cascio, Leo Gullotta
Per gentile concessione di Mediaset
Gian Maria Volonté, trent’anni dalla morte
LA MORT DE MARIO RICCI (LA MORTE DI MARIO RICCI)
di Claude Goretta, Svizzera, Francia, Repubblica Federale Tedesca, 1983, 101’
Cast: Gian Maria Volonté, Magali Noël, Mimsy Farmer, Heinz Bennent, Jean-Michel Dupuis In collaborazione con la Scuola d'Arte Cinematografica Gian Maria Volonté
Anica 80
C’È ANCORA DOMANI
di Paola Cortellesi, Italia, 2023, 118’
Cast: Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli, Vinicio Marchioni
Alla presenza di esponenti istituzionali
RICOMINCIO DA TRE
di Massimo Troisi, Italia,1981, 109’
Cast: Massimo Troisi, Lello Arena, Fiorenza Marchegiani, Deddi Savagnone, Lino Troisi, Renato Scarpa, Marco Messeri, Giuseppe Porelli, Michele Mirabella
ARCHEOLOGIA DEI TG
Quando il Telegiornale era in bianco e nero e in pellicola. Grazie al lavoro di digitalizzazione del patrimonio di Tg messi in onda dal 1952 al 1985 sul canale nazionale RAI, che le Teche Rai stanno realizzando in collaborazione con il Ministero della Cultura, la Festa del Cinema di Roma 2024 può presentare una primo assaggio di questo enorme e straordinario corpus di immagini, che racconta il nostro Paese, con una piccola selezione tra le circa 250.000 pellicole riscoperte e valorizzate dopo oltre cinquant’anni.
In collaborazione con Teche RAI
RESTAURI
L’ARMÉE DES OMBRES (L’ARMATA DEGLI EROI)
di Jean-Pierre Melville, Franci, Italia, 1969, 151’
Cast: Lino Ventura, Simone Signoret, Paul Meurisse, Jean-Pierre Cassel, Paul Crauchet, Claude Mann,
Serge Reggiani, Christian Barbier
Restauro: Studiocanal in 4K, con il sostegno di CNC, presso il laboratorio L'Image Retrouvée
D'EST
di Chantal Akerman, Belgio, Francia, 1993, 110’ | Doc |
Restauro: Cinémathèque Royale de Belgique e Fondation Akerman
MIMÌ METALLURGICO FERITO NELL'ONORE
di Lina Wertmüller, Italia, 1972, 121’
Cast: Giancarlo Giannini, Mariangela Melato, Agostina Belli, Elena Fiore, Turi Ferro, Luigi Diberti, Gianfranco Barra, Tuccio Musumeci, Livia Giampalmo
Restauro: Museo Nazionale del Cinema di Torino in collaborazione con Minerva Pictures, Imago VFX, Audio Innova – Università di Padova. Spin off
IL PIANTO DELLE ZITELLE
di Giacomo Pozzi Bellini, Italia, 1939, 22’
Restauro: La Cinémathèque française e Fondazione Cineteca di Bologna
SENZA SAPERE NIENTE DI LEI
di Luigi Comencini, Italia, 1969, 96’
Cast: Paola Pitagora, Philippe Leroy, Graziella Galvani, Silvano Tranquilli, Sara Franchetti
Fondazione Cineteca di Bologna e Les Films du Camélia, a partire dai negativi scena e colonna
originali resi disponibili da Mediaset, presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata
VIVEMENT DIMANCHE! (FINALMENTE DOMENICA!)
di François Truffaut, Francia, 1983, 111’
Cast: Fanny Ardant, Jean-Louis Trintignant, Caroline Sihol, Philippe Lauden Bach, Jean-Pierre Kalfon, Jean-Louis Richard
Restauro: MK2 con il sostegno di CNC
Gli anniversari
... ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO
di Marcello Fondato, Italia, Spagna, 1974, 102’
Cast: Bud Spencer, Terence Hill, John Sharp, Donald Pleasence, Patty Shepard, Manuel de Blas, Deogratias Huerta, Luis Barbero
Restauro: Infinity+ presso il laboratorio Cinema Communications di Roma
LAMERICA
di Gianni Amelio, Italia, Francia, Svizzera, 1994,135’
Cast: Enrico Lo Verso, Michele Placido, Piro Milkani, Elida Janushi, Sefer, Idajet Sejdi, Marieta Ljarja,
Elida Ndreu
Restauro: Fondazione Cineteca di Bologna in collaborazione con RTI-Mediaset e Infinity+ con il sostegno di MiC, presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata
PULP FICTION
di Quentin Tarantino, Stati Uniti, 1994, 154’
Cast: John Travolta, Samuel L. Jackson, Uma Thurman, Bruce Willis, Maria de Medeiros, Harvey Keitel,
Tim Roth, Amanda Plummer, Christopher Walken, Ving Rhames, Eric Stoltz, Rosanna Arquette
Per concessione di Lucky Red
SABRINA
di Billy Wilder, Stati Uniti, 1954, 113’
Cast: Humphrey Bogart, Audrey Hepburn, William Holden, Walter Hampden, John Williams, Martha Hyer, Marcel Dalio
SEI DONNE PER L'ASSASSINO
di Mario Bava, Italia, Francia, Repubblica Federale Tedesca, 1964, 88’
Cast: Eva Bartok, Cameron Mitchell, Thomas Reiner, Ariana Gorini, Mary Arden, Lea Krueger Restauro: CSC-Cineteca Nazionale, Compass Film
GILDA
di Charles Vidor, Stati Uniti, 1946, 110’
Cast: Rita Hayworth, Glenn Ford, George Macready, Joseph Calleia, Steven Geray, Joe Sawyer
Paramount Pictures per concessione di Park Circus
SUGARLAND EXPRESS
di Steven Spielberg, Stati Uniti, 1974, 109’
Cast: Goldie Hawn, Michael Sacks, William Atherton, Ben Johnson, Gregory Walcott, Steve Kanaly,
Louise Latham, Harrison Zanuck, Dean Smith Universal Pictures in 4K con la supervisione di Steven Spielberg. Per concessione di Park
Omaggio ad Alain Delon
BORSALINO
di Jacques Deray, Francia, Italia, 1970, 120’
Cast: Jean-Paul Belmondo, Alain Delon, Michel Bouquet, Catherine Rouvel, Corinne Marchand, Laura
Adani, Arnoldo Foà
Restauro: Paramount Pictures. Per concessione di Minerva Pictures
Presentato da Guido Lombardo