Velma, il cartoon piace così poco che ha un successo devastante
Ricordate il detto "non esiste la cattiva pubblicità"? Ha trovato una prova empirica in quello che sta succedendo a Velma, l'odiatissimo spin-off per adulti di Scooby-Doo.
La storia che vi raccontiamo non è nuova, ma diverte trovare echi di quella morale persino nell'epoca digitale contemporanea: la serie Velma, uno spin-off animato per adulti di Scooby-Doo, con protagonista il personaggio titolare, è stato tanto detestato, boicottato e recensito male, da aver attirato un'inesorabile curiosità su questo "disastro". Morale? Stando a una recente rilevazione di mercato, ha un numero di visualizzazioni spaventoso su HBO Max... Leggi anche Velma: Il trailer ufficiale della nuova serie animata dedicata al personaggio di Scooby-Doo
Velma, lo spin-off di Scooby-Doo più perde... più vince
La Velma in versione sudasiatica, con la voce originale di Mindy Kaling anche produttrice esecutiva dello spin-off animato per adulti di Scooby-Doo, è stata accolta eufemisticamente male. La serie in streaming su HBO Max ha debuttato il 12 gennaio negli Usa con una media dell'1.3 sull'iMDB (!!!) e del 6% su Rotten Tomatoes: un record del cosiddetto "review bombing", tanto da renderlo sostanzialmente il cartoon peggio recensito e giudicato nella storia del sito aggregatore. Con queste premesse, ci si aspetta di liquidare la cosa con pietà, con risatine, con dileggi, con reazioni scontate, non pronunciando la parola "flop" solo perché lo si dà per scontato. Ma sarebbe un errore!
Parrot Analytics ha diffuso i dati relativi alle visualizzazioni in streaming di serie tv nella settimana dal 14 al 20 gennaio, cioè la settimana successiva al debutto di Velma, e lo show è diventato la quarta serie più richiesta negli Stati Uniti, dopo Stranger Things, The Mandalorian e Mercoledì! In pochi giorni Velma avrebbe guadagnato il 127% di popolarità, una crescita mostruosa.
È facile immaginare che il boom sia stato per paradosso proprio causato dalla sassaiola, partita quasi all'istante. Al di là dei fan della prima ora di Scooby offesi dal contenuto per adulti (che comunque ha risparmiato il cane titolare, assente), lo scontro è ideologico e assai presente nel dibattito pubblico americano: oltre che inclusivo in chiave multienica, lo show rende omosessuale la protagonista e chiama in causa famiglie arcobaleno. Una provocazione che ha fatto scattare online l'esercito anti-woke e anti-politicamente corretto, con una tale veemenza da aver ottenuto finora l'effetto opposto a quello prefissato, generando curiosità sull' "abominio".
Un vecchio detto diceva "non esiste cattiva pubblicità", e nell'era del digitale e dei social a quanto pare non ha perso un briciolo della sua verità, anzi. Non pochi poi ritengono che lo scopo dell'arte sia innanzitutto quello di generare una reazione sensibile, non importa se molto positiva o molto negativa, comunque forte: c'è infatti chi sostiene che risultare insignificanti sia molto peggio che fallire, concetto sul quale fu provocatoriamente costruito The Disaster Artist di James Franco (anche se abbiamo l'impressione che nel caso di Velma la questione ideologica conti di più, perché la confezione appare professionale).