Le associazioni preoccupate per la nuova sitcom della ABC Work It
Dopo The Playboy Club, è la nuova sitcom della ABC Work It - in onda dal 3 gennaio al posto di Man Up! - a scatenare i giudizi critici delle associazioni per la tutela e la difesa dei propri rappresentati. Ad alcuni, infatti, potrebbe non divertire affatto l'idea di Andrew Reich e Ted Cohen di travestire due uomini da donna nel tentati...
Dopo The Playboy Club, è la nuova sitcom della ABC Work It - in onda dal 3 gennaio al posto di Man Up! - a scatenare i giudizi critici delle associazioni per la tutela e la difesa dei propri rappresentati. Ad alcuni, infatti, potrebbe non divertire affatto l’idea di Andrew Reich e Ted Cohen di travestire due uomini da donna nel tentativo disperato di fargli trovare un impiego sullo sfondo di una crisi economica imperante.
La GLAAD, ad esempio, ha detto che, sebbene l’episodio pilota di Work It non derida espressamente i transessuali, uno show il cui obiettivo è ironizzare sugli uomini travestiti da donna potrebbe incoraggiare il pubblico a deridere coloro che hanno problematiche reali e serie d’identità di genere. “La transfobia è ancora troppo diffusa nella nostra società e questo show non farà altro che suffragarla”, ha scritto il presidente della GLAAD Mike Thompson. “Rafforzerà la convinzione errata che le donne transgender sono soltanto degli uomini che fingono di essere delle donne, e che i loro sforzi per vivere la loro vita in modo autentico come donne sono una menzogna o un inganno”.
Nella serie, Ben Koldyke (How I Met Your Mother) e Amaury Nolasco (Prison Break) interpretano un padre di famiglia e un single dalla testa calda. I due sperano di rimpiazzare la loro attuale condizione di disoccupati con un impiego come rappresentati farmaceutici. Tuttavia, essendo questo un ambiente dominato dalle donne, l’unico modo che hanno per accedervi è fingersi delle donne.
Matt Kane della Gay & Lesbian Alliance Against Defamation, è d’accordo con Thompson: “In un periodo in cui la comunità transgender si trova costantemente nel mirino culturale, la tempistica non potrebbe essere peggiore per uno show basato sul concetto che gli uomini travestiti da donna sono intrinsecamente divertenti”.
La ABC è stata sempre una rete molto attenta alle tematiche LGBT. Lo dimostrano i suoi show (tra cui Ugly Betty, Brothers & Sisters, Desperate Housewives e la recente partecipazione di Chaz Bono a Ballando con le Stelle), in cui personaggi e storie vicine alla comunità LGBT sono stati proposti e affrontate con serietà, equilibrio e passione. La polemica, seppur giusta, potrebbe dunque essere esagerata o almeno prematura. Nella descrizione dello show offerta dalla rete, infatti, si parla anche di Work It come di un’esperienza che potrebbe aiutare gli uomini, a partire dai due protagonisti, ad avere un approccio diverso e migliore con le donne, incoraggiandoli a guardare oltre i tacchi a spillo, il trucco e il loro aspetto esteriore.
Lo scorso luglio, mentre difendeva lo show durante il TCA Press Tour, il presidente della ABC Paul Lee aveva detto: “Sono inglese, è nel mio contratto fare uno show sui travestiti. Sono cresciuto con i Monty Python”, ma la GLAAD gli ha risposto: “Il Sig. Lee dovrebbe sapere che ci sono stati 40 anni di progressivi cambiamenti sociali dal periodo di massimo splendore televisivo dei Monty Python”. Dichiarazioni queste alle quali è seguita poche ore fa la diffusione della locandina promozionale di Work It, la quale chiarisce con decisione che lo show non ha alcuna intenzione di placare la sua indole provocatoria.