Dune: Prophecy, l’ex regista rivela perché ha abbandonato la serie prequel
Il regista Johan Renck non è più coinvolto in Dune: Prophecy, la serie prequel che racconta le origini delle Bene Gesserit. Di recente ha spiegato perché ha preferito abbandonare il progetto.
Dune è tornato al cinema con una Parte 2 che ha spianato ancora di più la strada a Dune: Prophecy, Serie TV prequel che inizialmente rispondeva ad un titolo differente (Dune: The Sisterhood) e che si focalizzerà sulle origini delle Bene Gesserit. Figure fondamentali per le sorti dell'Impero, le Bene Gesserit hanno già dato dimostrazione del proprio potere nei primi due capitoli cinematografici di Dune diretti da Denis Villeneuve e, tra non molto, approderanno anche sul piccolo schermo, protagoniste di una nuova serie un tempo associata alla regia di Johan Renck. Quest'ultimo ha preferito fare un passo indietro per via di divergenze creative e, in una recente intervista, ha raccontato di quei cambiamenti dietro le quinte che l'hanno spinto a tirarsi fuori dal progetto.
Dune: Prophecy, l'ex regista Johan Renck spiega perché ha abbandonato il prequel
Annunciata nel 2019, Dune: Prophecy ha subito diverse modifiche nel corso del tempo, complice anche il successo raggiunto dai capitoli cinematografici diretti da Denis Villeneuve. La trama della serie tv, un prequel, è ambientata circa 10mila anni prima del romanzo di Frank Herbert e racconta le origini delle Bene Gesserit. Nonostante le difficoltà degli ultimi anni (come svariati cambi di registi e showrunner), Dune: Prophecy è entrata in produzione verso la fine del 2022 e dovrebbe essere distribuita entro la fine del 2024 sul servizio streaming Max. In merito alle varie turbolenze affrontate finora, l'ex regista Johan Renck ha raccontato ai microfoni di The Playlist - seppur per sommi capi - alcune delle difficoltà dietro le quinte del prequel.
C'è stato un momento in cui sono stato coinvolto in Dune: Prophecy, ma ora non più. A volte queste cose semplicemente succedono. Mi è già capitato in passato. Come ho detto prima, non sono molto interessato alla televisione e a occuparmi della regia di episodi. Comunque sono passati molti anni da quando sono stato coinvolto in quella serie tv. Faccio un esempio. Ho girato un pilota circa dieci anni fa per una serie tv su Netflix intitolata Bloodline, in cui mi sentivo come se facessi parte della creazione di qualcosa. Ne fai parte, ma allo stesso tempo tutta la questione della tv episodi è molto più simile a un comitato perché hai uno showrunner, gli sceneggiatori, il regista, vari produttori, la rete e tutti gli attori coinvolti che stanno cercando di trovare il loro ruolo e un modo per portare avanti quella storia per anni. È una struttura molto diversa da quella di un film.
Renck ha ammesso che una miniserie è più gestibile, secondo i propri interessi, e che Dune: Prophecy l'ha intrigato proprio perché grande fan del film diretto da David Lynch anni fa.
Adoro quel film. È così assurdo, bizzarro, oscuro e contorto. Per questo ritenevo interessante l'idea di una serie tv. All'inizio dissero che non avrebbe avuto nulla a che fare con i film di Denis Villeneuve, che sarebbe stato un progetto a sé, e che quindi potevamo farci quello che volevamo. È partita in questo modo. Ma poi sono successe tante cose e nessuno può essere ritenuto responsabile. Sono cambiati gli showrunner, l'idea originale della storia che ha preso un'altra strada anche perché all'inizio si intitolava Dune: Sisterhood, poi ha cambiato nome ed è diventata una cosa completamente diversa. Ancora una volta, queste cose succedono con le serie, quindi devi essere fatto per quel tipo di ambiente. Per me non funziona.