Venom: La Furia Di Carnage, la recensione: due universi a confronto (ma per fortuna vince quello cialtrone)
Il sequel del sottovalutato Venom conferma molti dei pregi (sì, pregi) del primo film, ma sembra un film già contaminato da un simbionte di nome MCU. La recensione di Federico Gironi.
Per spiegare bene Venom: La furia di Carnage bisognerebbe partire dalla fine. O meglio: dalla scena durante i titoli di coda. Ma siccome per molti parlare di quella scena rappresenterebbe un imperdonabile spoiler, cerchiamo di dire le cose diversamente.
Il primo Venom è stato un film assai divertente prima di tutto per via del suo tono: un tono che si poneva in netta contrapposizione con quello magniloquente e serioso - anche quando gioca con l'ironia in maniera spesso spocchiosa e autoconsapevole - dei film del Marvel Cinematic Universe.
Quel Venom lì, diretto da Ruben Fleischer, era - per citare la mia recensione - un film col "coraggio dissennato di buttarla in vacca lì dove tanti altri, al contrario, si sarebbero presi troppo sul serio, conquistandoti con una risata, e non coi muscoli o le regole di un "bel cinema" che non appartiene a quel mondo lì."
Tutto questo, e pure il versante pseudo-horror, è stato confermato come può e come sa anche da Andy Serkis, regista del sequel; ma allo stesso tempo appare evidente che oramai il mondo di Venom (che poi è quello che alla Sony chiamano lo "Spider-Man Universe") appare contaminato da un simbionte a lui alieno che è appunto l'MCU.
Alla schizofrenia di Eddie, in Venom: La furia di Carnage si aggiunge quindi anche quella di un mondo e di un personaggio che sanno che potrebbero presto cambiare universo e regole di riferimento, passando dal disordine sgangherato e l'atteggiamento un po' cialtrone di quello cui è sempre appartenuto all'ordine pulitino, patinato, rigoroso e ultramainstream di quello in cui potrebbe andare a finire.
Che tradotto poi in termini pratici significa che ci sono molte più scene baracconesche di battaglia che fanno il verso a quelle magniloquenti dei film Marvel, ma senza lo stesso expertise.
E però. Però ci sono pur sempre Eddie e Venom, e i loro battibecchi. Oramai i due sono una coppia di fatto, e come ogni coppia anche loro mostrano le loro reciproche insofferenze, le piccole gelosie, le ripicche, sono costretti a compromessi. E a un certo punto arrivano pure a separarsi, ma tanto si sa che han bisogno l'uno dell'altro, e la terapia utile a far sì che tornino insieme è fatta da un q.b. di eventi traumatici e da una buona dose d'intervento da parte di Anne, la ex di Eddie (che rimane tale, ed è un bene per il film).
E poi c'è Carnage, o meglio Woody Harrelson, che è sempre un bel vedere. E ci sono i cervelli da mangiare, e la signora Chen, e ci sono quelle battutacce e quelle parolacce che in un film Marvel non vedremo mai.
E allora, nonostante i compromessi e gli scivoloni, e nonostante la regia di Serkis deluda un po' (un po' tanto): sempre viva Venom, e la sua voglia di essere un film sgangherato, perfino cretino, tanto liberatorio.
- Critico e giornalista cinematografico
- Programmatore di festival