Boom! Boom! The World vs. Boris Becker: la recensione del documentario presentato alla Berlinale

19 febbraio 2023
3.5 di 5
2

Presentato come film, è in realtà un documentario in due parti (a Berlino ne han mostrato solo la prima) prodotto da Apple che racconta i trionfi sul campo e la rovina giudiziaria del più grande tennista tedesco nella storia, tre volte vincitore a Wimbledon, le prime due prima di compiere i 18 anni di età.

Boom! Boom! The World vs. Boris Becker: la recensione del documentario presentato alla Berlinale

L’avrò ripetuto un sacco di volte, ma con il basket, sebbene per motivi diversi, il tennis è lo sport più cinematografico che ci sia. E dopo i documentari su John McEnroe e Guillermo Vilas, dopo film come Borg McEnroe, dopo la serie Break Point su Netflix, ecco arrivare Boom! Boom! The World vs. Boris Becker. Che, giusto per la precisione, non è un film documentario di un’ora e mezza, come la Berlinale 2023 sta cercando di far credere, ma una cosa in due parti (chiamatela film, docuserie, come vi pare) prodotta da Apple di cui, finora, ci è stata mostrata solo la prima.
Se il basket sullo schermo funziona per una spettacolarità cinetico-atletica davvero innegabile, il tennis funziona perché al gesto atletico associa uno spessore psicologico che non c’è, perlomeno allo stesso livello, in nessun altro sport. Nel tennis si vince e si perde con la testa, prima che con la racchetta, e i grandi match della storia sono sempre stati, prima di ogni cosa, delle sceneggiature meravigliose, degli psicodrammi perfetti e avvincenti.
Non sorprende quindi che Alex Gibney, regista premio Oscar di questo Boom! Boom! The World vs. Boris Becker, non si sia interessato solo al gioco, e alla psicologia di Becker sul campo, ma anche a ciò che è stato e che ha fatto fuori: con ovvio riferimento alla recente condanna al carcere per bancarotta, ma anche alle sue reazioni all’essere diventato una superstar internazionale, o al processo per evasione fiscale che lo vide protagonista una ventina d’anni fa, ma anche alla sua carriera di telecronista.

Il lavoro di Gibney, per quello che è stato fatto vedere a Berlino, è valido e ben fatto, anche se non ha guizzi particolari, e si rivela solidamente compilativo.
Si parte dalla vicenda giudiziaria, da alcune recenti e recentissime interviste con lo stesso Becker (che si commuove anche davanti alla telecamera a poche ore dalla sentenza che lo porterà in prigione) e da alcune riprese che vedono il tennista osservare quella che definisce “la sua casa”, il leggendario Center Court di Wimbledon.
Prima di entrare su quel campo, Becker ce lo mostra, i giocatori di trovano ad attendere di fronte all’incisione di una frase: una frase tratta dalla celebre “Se” di Rudyard Kipling: “Se riuscirai a confrontarti con Trionfo e Rovina / E trattare allo stesso modo questi due impostori”.
Al trionfo quindi (il titolo è proprio questo: Part 1: Triumph) è dedicata la prima parte del doc di Gibney, ripercorrendo quindi la carriera di Becker da quando trionfò, giovanissimo, a Wimbledon per la prima volta, per arrivare fino alla vittoria in Australia contro Lendl che, nel 1991, lo portò a diventare il numero uno del mondo nella classifica ATP. Ma senza mai dimenticare mai della rovina che arriverà poi.

Le immagini dei match - intervallati da occasionali ma discutibili immagini digitali di palline in volo - sono ovviamente memorabili, evocative di una stagione gloriosa di uno sport meraviglioso, che vide affrontarsi sui campi talenti come quelli del tedesco, del rivale storico Stefan Edberg, del citato Lendl, ma anche di un John McEnroe ancora splendido in campo, di un giovane Agassi e di tanti altri ancora.
Gibney non scopre nulla di nuovo quando dice che nei punteggi finali dei match c’è sempre una storia tutta da raccontare, né che in quelle storie, spesso, c’è la dimostrazione di come Becker avesse bisogno di mettersi alle corde da solo, per poi dare il meglio. Non scopre nulla di nuovo, ma lo racconta bene, così come racconta bene come in certe reazioni, anche fuori dal campo, di quel ragazzino tedesco, c’era già la premonizione dei suoi guai futuri e recenti con la giustizia.
A dirlo chiaramente, guarda un po’, all’inizio di Boom! Boom! The World vs. Boris Becker, è Ion Tiriac, figura cui qualcuno dovrebbe dedicare un documentario tutto suo: ex giocatore, poi allenatore e manager, ma anche affarista spegiudicato e dal fiuto raffinato, tanto che è lui, oggi, lo sportivo più ricco del mondo, mentre il suo ex assistito Boris è al fresco per bancarotta.
Boris, dice Tiriac, che è come un bambino che non resistere al fascino della fiamma e avvicina troppo il dito, fino a bruciarsi, alludendo assieme a una certa ingenuità dell’uomo, e a una sua vaga tendenza autodistruttiva.
E chissà se nella seconda parte del doc, Gibney approfondirà anche Tiriac, oltre che la Rovina di Boris Becker.
In ogni caso speriamo tornino le immagini del grande tennis di quegli anni, e le dichiarazioni e i commenti di un McEnroe che, anche in queste nuove interviste fatte da Gibney, dimostra per l’ennesima volta di essere davvero un grande uomo di spettacolo, anche fuori dal campo.



  • Critico e giornalista cinematografico
  • Programmatore di festival
Suggerisci una correzione per la recensione
Palinsesto di tutti i film in programmazione attualmente nei cinema, con informazioni, orari e sale.
Trova i migliori Film e Serie TV disponibili sulle principali piattaforme di streaming legale.
I Programmi in tv ora in diretta, la guida completa di tutti i canali televisi del palinsesto.
Piattaforme Streaming
Netflix
Amazon Prime Video
Disney+
NOW
Infinity+
CHILI
TIMVision
Apple Itunes
Google Play
RaiPlay
Rakuten TV
Paramount+
lascia un commento