Tetris: la recensione del thriller AppleTV+ che racconta l'origine del leggendario videogame

21 marzo 2023
3.5 di 5
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La storia di uno dei videogiochi più famosi e popolari di tutti i tempi diventa qui una vicenda a cavallo tra mitologia, financial thriller, commedia e spionaggio, con Taron Egerton e Nikita Efremov nei ruoli dei protagonisti. Tetris è disponibile in streaming su Apple TV+ dal 31 marzo. Recensione di Federico Gironi.

Tetris: la recensione del thriller AppleTV+ che racconta l'origine del leggendario videogame

Curioso. A guardare Tetris ti rendi conto che sul finire degli anni Ottanta il mondo come lo conoscevamo era destinato a cambiare per sempre, col crollo del comunismo, ma anche che in fin dei conti il mondo come lo conoscevamo, soprattutto da questa parte qua della cortina di ferro, era già più o meno come quello di oggi.
Perché Tetris è un film che fa tante cose insieme, e lo fa con spirito ludico (non poteva essere altrimenti), e con poca paura di accavallare generi e registri, e sembrare magari schizofrenico.
Ovviamente la cosa principale che fa, Tetris, è di raccontare, in chiave più o meno romanzata, come quel gioco lì inventato da Aleksej Leonidovič Pažitnov divenne la mania di milioni di giocatori in tutto il mondo, distribuito in bundle con il primo, leggendario Game Boy della Nintendo. Perché per arrivare a quella commercializzazione lì, un signore olandese di nascita, newyorkese d’adozione e residente a Tokyo dopo aver fatto tappa a Honolulu di nome Henk Rogers, uno che di mestiere programmava e vendeva videogiochi, ha dovuto affrontare una vera e propria odissea, rischiosissima, e fare i conti con l'avidità e la corruzione di entrambe le parti: quelle del capitalismo occidentale, e quelle del regime sovietico.

Tanto per darvi un’idea, Rogers (che nel film ha il volto di Taron Egerton, affiancato nel cast da gente nota e valida come Toby Jones e meno nota ma non meno valida come Nikita Yefremov, Igor Grabuzov e Sofya Lebedeva) ha dovuto fare i conti con gente come il magnate dei media Robert Maxwell (quello del Daily Mirror, per intenderci) e suo figlio Kevin, con un oscuro commerciante di videogiochi di nome Robert Stein, con burocrati a capo di enti di stato sovietici, spietati uomini del Politburo e agenti del KGB, incrociando tangenzialmente perfino dal figura di Michail Gorbačëv (che peraltro dal film esce benissimo).
E sempre per darvi un’idea, quella che parte come una battaglia legale basata su cavilli contrattuali e frodi più o meno esplicite relativa alla cessione dei diritti del gioco alle aziende occidentali che se lo contendono, come una specie di financial thriller, diventa una storia di spionaggio e di politica nella quale a echi quasi alla Le Carré si alternano momenti da commedia, tutti legati all’entusiasmo inconsciente del cowboy Rogers, e altri da vero e proprio action movie stemperati da inserti ironici in 8 bit.

Scritto da Noah Pink (che è stato il creatore della serie tv Genius, quella su Albert Einstein con Geoffrey Rush) e diretto dal Jon S. Baird del biopic Stanlio & Ollio, Tetris parte da premesse - la ricostruzione delle origini di uno straordinario successo, e il ritratto di chi c’è dietro - che possono essere considerate in qualche modo analoghe a un film come The Social Network: che pure è diversissimo, e non solo perché Pink non è Sorkin e Baird non è Fincher.
È diversissimo perché qui c’era l’intenzione di lavorare su una vicenda realmente accaduta rendendola un semplice intrattenimento cinematografico, con tutto quello che questo comporta in termini di semplificazione, spettacolarizzazione, tradimento e rielaborazione.
Tetris è prima di tutto un film dal gusto pop, e non solo per le musiche o le grafiche a 8 bit che ne scandiscono la narrazione, e nemmeno solo per il fatto di raccontare un gioco che della storia del pop fa parte. Lo è per precisa volontà di leggerezza, ma senza mai che questa leggerezza penalizzi i risvolti spy thriller della storia. E riuscendo anche nel fare un ritratto efficace e, a modo suo, spietato, della vita ai tempi del socialismo reale, dell’Unione Sovietica alla vigilia della sua crisi definitiva, ma anche di un capitalismo già malato, che corrompe e si corrompe.

Il ritratto degli anni Ottanta non è mai troppo nostalgico: brani a modo loro leggendari come “The Final Countdown” e “Holding Out For A Hero” sono usati con razionalità, nei corridoi della redazione del Mirror si intravede una copertina (forse anacronistica?) con Claudia Shiffer.
Il risultato, dopo un paio d’ore scarse di sincero divertimento, è (anche) quello di aprire una nuova scheda del browser, digitare www.tetris.com, e giocare fin quando c’è carica nel portatile.

Tetris
Il Trailer Ufficiale del Film Apple TV+ -HD


  • Critico e giornalista cinematografico
  • Programmatore di festival
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