La guerra, che non risparmia a Roma i suoi bombardamenti, induce Cesira, una giovane vedova proprietaria d'un modesto negozio d'alimentari, a cercare rifugio tra i monti della Ciociaria dov'è nata. Sua costante preoccupazione è che alla figlioletta tredicenne, Rosetta, siano risparmiati per quanto possibile i patimenti, le angosce e le sofferenze che la guerra infligge anche ai civili. Ad accogliere le due donne sono amici, parenti e la serenità dei luoghi che sembrano tagliati fuori dalla tragicità di quelle ore. Ma il fronte, in movimento continuo lungo la penisola, si avvicina inesorabile. La prima vittima di quella piccola comunità è Michele, un timido innamorato di Cesira, che nel proprio tormentato spirito di contadino letterato e sapiente soffre più degli altri la crisi profonda della guerra. Un gruppo di tedeschi che cerca scampo all'incalzare degli Alleati costringe il giovane a guidarli attraverso i monti. Arrivano le truppe alleate e nella generale euforia Cesira decide di tornarsene a Roma insieme con la figlioletta. Per lei la guerra è finita, l'incubo è passato. A piedi le due donne s'incamminano ma, fermatesi per riposare in una chiesa diroccata, ecco fulminea la tragedia. Un gruppo di soldati marocchini aggredisce e violenta le due donne. Il disperato dolore di Cesira è, più che per sé, per l'innocente figliola. Rosetta si rinchiude in un agghiacciante silenzio. La sua serenità di fanciulla, il suo confidente amore sono d'un colpo sostituiti da una sorta di freddo rancore. La triste notizia che Michele è stato fucilato dai tedeschi scioglierà infine quel ghiaccio in un pianto benefico. Guardalo subito su Prime Video
"Il racconto moraviano è stato mondato, mediante alcuni potenti colpi d'ascia, prima, e poi con un minuto e incisivo lavoro di pomice, di tutte le ramificazioni più o meno contorte e frastagliate che lo popolano. (...) E' un film che ripropone tutta la tematica (...) del neorealismo e sotto questo profilo si tratta di un'opera che costituirà oggetto di appassionate e proficue discussioni." (Antonello Trombadori, "Vie Nuove", 24 dicembre 1960."Tratto da un romanzo di Moravia, il film ha il merito di avere saputo ridurre a dimensioni più umane i personaggi, addolcendo molte delle asperità polemiche o descrittive dell'opera ispiratrice. L'interpretazione della protagonista è aderente al proprio personaggio, psicologicamente bene strutturato. Attenta ed abile la regia". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 49, 1961).
- ESTERNI GIRATI A SARACINESCO (ROMA).- PER SOPHIA LOREN NEL 1961: OSCAR COME MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA, NASTRO D'ARGENTO E PREMIO AL XIV FESTIVAL DI CANNES, DAVID DI DONATELLO A TAORMINA, PREMIO DEI CRITICI A NEW YORK E ALTRI RICONOSCIMENTI IN TUTTO IL MONDO.- REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1994.- RESTAURO DEL FILM REALIZZATO NEL 2002 DA SCUOLA NAZIONALE DI CINEMA E GRUPPO MEDIASET.
restaurato nel luglio 2002
romanzo omonimo di Alberto Moravia
Attore | Ruolo |
---|---|
Sophia Loren | Cesira |
Jean-Paul Belmondo | Michele |
Eleonora Brown | Rosetta |
Raf Vallone | Giovanni |
Renato Salvatori | Florindo, il camionista |
Carlo Ninchi | Filippo, padre di Michele |
Andrea Checchi | Un fascista |
Emma Baron | Maria, madre di Michele |
Pupella Maggio | Contadina |
Vincenzo Musolino | Alessandro, figlio della contadina |
Luciano Pigozzi | Scimmione |
Franco Balducci | Tedesco nel pagliaio |
Ettore G. Mattia | Passeggero sul treno |
Bruna Cealti | Una sfollata |
Antonella Della Porta | La madre impazzita |
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