Dungeons & Dragons: L'Onore dei Ladri, la recensione dello spiritoso film fantasy con Chris Pine

21 marzo 2023
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Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri, in una parola, funziona. Sarebbe il minimo sindacale, se non fosse che l'umorismo poteva mettere a repentaglio il coinvolgimento emotivo. Non è successo e non era facile evitarlo. Ecco la nostra recensione del film.

Dungeons & Dragons: L'Onore dei Ladri, la recensione dello spiritoso film fantasy con Chris Pine

Il bardo Elgin (Chris Pine) e la guerriera Holga (Michelle Rodriguez) si trovano imprigionati per un furto e il tradimento del collega ladro Forge (Hugh Grant). Elgin ha tutta l'intenzione di tornare a riabbracciare sua figlia Kira, ma tra il dire e il fare ci saranno mille avventure, in compagnia del mago insicuro Simon (Justice Smith), della druida tiefling Doric (Sophia Lillis) e del paladino Xenk (Regé-Jean Page). Il tutto mentre cova la minaccia della Maga Rossa Sofina (Daisy Head)...

Dopo gli scarsi risultati di Dungeons & Dragons - Che il gioco abbia inizio (2002), pochi nutrivano speranze in una dignitosa trasposizione cinematografica dell'amatissimo gioco di ruolo di Gary Gygax e David Arneson, prossimo a festeggiare nel 2024 i suoi primi 50 anni (!!!). Al di là di quest'ovvio pregiudizio ce n'era un altro un po' più subdolo. Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri si era presentato sin da subito come una produzione scanzonata parodistica, e d'altra parte il curriculum dei registi e cosceneggiatori John Francis Daley & Jonathan M. Goldstein parla chiaro: Come ti rovino le vacanze, Game Night, Come ammazzare il capo... e vivere felici. Nell'epoca in cui il nerdismo è religione, partire con quest'apparente mancanza di rispetto, per giunta dopo danni passati, sembrava un accanimento ingiustificato e un po' disperato. Ma un approccio giocoso è così assurdo?

Negli ultimi anni la popolarità di D&D è stata ulteriormente potenziata anche dal significato simbolico che ha avuto nella serie Stranger Things, dove addirittura un avversario mostruoso porta il nome di Demogorgone, citazione appunto del gdr. L'esperienza ludica vive della fantasia e delle capacità creative di un Dungeon Master, cioè di chi racconta la storia, tiene le redini e dirige gli altri giocatori, solidificando un microcosmo di amicizie, dinamiche interpersonali, sensibilità. Forse anche per questa ragione non è così strano che Daley e Goldstein, sinceri fan di D&D, abbiano letto quel mondo fantasy dal sapore tolkeniano attraverso il proprio modo di vedere la vita e quindi uno sguardo umoristico. E, al di là di quanto suggeriscano i trailer e le featurette per ragioni promozionali, l'hanno fatto con sorprendente accortezza e misura, forse proprio arrivando con questa leggerezza e sincerità di fondo.

Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri è naturalmente infarcito di citazioni e/o ironie su elementi del gdr, ma il biglietto di entrata che richiede costa solo gli euro alla cassa: non ha un sovrapprezzo di conoscenze obbligatorie per godersi quello che succede su schermo o capirlo. Il che potrebbe essere un'arma a doppio taglio per gli appassionati, che magari hanno preferenze nel mondo di D&D e vorrebbero approfondirne alcuni aspetti, ma che potranno per lo meno condividere un buon film in compagnia di amici o parenti che ne ignorino regole e dinamiche specifiche. D'altronde è anche normale che succeda, perché D&D rimastica e vive di tradizioni narrative e letterarie eterne, di folklore, di fiabe e appunto di Tolkien, immagini radicate nell'immaginario collettivo che non necessitano in realtà di troppe spiegazioni.

Nella sua semplicità psicologica, il copione funziona piuttosto bene, costruendo i protagonisti sulle classi di appartenenza, usando l'ironia solo per rendere l'avventura scanzonata, non per farne a pezzi il coinvolgimento emotivo. E - attenzione - questo è un equilibrio fondamentale ma molto delicato, ultimamente per esempio compromesso in alcuni film Marvel. Si fa il tifo qui per gli eroi perché la storia è costruita bene su di loro, non perché dobbiamo farlo a prescindere, per appartenenza a un fandom. Persino quando Daley & Goldstein calcano la mano sul grottesco che è nelle loro corde, si ride sinceramente senza remore, perché sappiamo che quella risata non tradisce mai il tragitto emotivo di fondo dei nostri eroi, chiaro, cristallino e per ciascuno di loro molto serio.
Insomma, Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri è una simpatica sorpresa, perché si ha la sensazione che gli autori - un po' come ha fatto la Sony Pictures Animation con Spider-Man: Un nuovo universo - hanno usato la protezione di un grande marchio per realizzare il film che avevano proprio voglia di fare, dimostrando persino di sapersi rapportare con un budget per loro più alto del normale: la fuga di Doric in piano sequenza dal castello è una scena che non si dimentica e fomenta il giusto. Ora non rimane che sperare: un eventuale successo (meritato, a nostro modesto parere) darà origine a ovvi seguiti, e mantenersi in equilibrio tra ironia ed epica sarà sempre più difficile. Ma per ora divertiamoci.



  • Giornalista specializzato in audiovisivi
  • Autore di "La stirpe di Topolino"
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