Chacun son cinéma
Locandina Chacun son cinéma

Chacun son cinéma

( Chacun son cinéma )
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2.3 di 5 su 6 voti
Chacun son cinéma è un film di genere commedia, drammatico del 2007, diretto da Theo Angelopoulos, Olivier Assayas, Bille August, Jane Campion, Youssef Chahine, Chen Kaige, Michael Cimino, Ethan Coen, Joel Coen, David Cronenberg, Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne, Manoel de Oliveira, Raymond Depardon, Atom Egoyan, Amos Gitaï, Hou Hsiao-Hsien, Alejandro González Iñárritu, Aki Kaurismäki, Abbas Kiarostami, Takeshi Kitano, Andrei Konchalovsky, Claude Lelouch, Ken Loach, Nanni Moretti, Roman Polanski, Raoul Ruiz, Walter Salles, Elia Suleiman, Tsai Ming-liang, Gus Van Sant, Lars von Trier, Wim Wenders, Wong Kar-Wai, Zhang Yimou. Durata 105 minuti.

LA TRAMA DI CHACUN SON CINÉMA

Chacun son cinéma, film diretto da diversi registi tra cui Theo Angelopoulos, Olivier Assayas, Bille August, Jane Campion, Nanni Moretti, Youssef Chahine, Chen Kaige, Jean-Pierre Dardenne e Luc Dardenne, Michael Cimino, Ethan Coen e Joel Coen, David Cronenberg e Manoel de Oliveira, si compone di trentatré cortometraggi della durata di circa tre minuti ciascuno. L’idea, alla base di ogni episodio, è trasferire sul grande schermo la propria visione del cinema.
Un viaggio speciale attraverso gli occhi dell’artista dietro la cinepresa, ora regista, ora spettatore. Immagine dopo immagine, tra humor macabro ed esilaranti parallelismi, fino all’estratto da Il silenzio è d'oro di René Clair, che chiude l’opera.

RECENSIONE

"Molti indorano la pillola, ma vale poco. E a poco vale, a conti fatti, il lieto fine dedicato a René Clair. Il segno che resta di più è quello della deriva scrostata e abbandonata, buona solo a ricordarsi dell'infanzia e del tempo che fu, di una grandezza tramontata. Quello del corto di Ruiz in cui il cinema è una chiesa dove ci si fa il segno della croce. O di Cronenberg che con opinabile humour macabro colloca il suicidio dell'ultimo ebreo nell'ultimo cinema. O quello della retorica di Lelouch, Wenders e Anghelopoulos. Quello di onorare mestamente un defunto e non di soffiare sulle candeline sicuri di poter augurare allegramente cento di questi giorni. Di inchinarsi commossi al passato e non di guardare con costruttivo ottimismo davanti a sé." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 21 maggio 2007)"Il film più vivace del festival è quasi un festival a sé stante. Una collezione di 35 piccoli film concepiti per evocare passato, presente e futuro del cinema. Ovvero vita (lunga), morte (annunciata) e miracoli (abbondanti) del cinema inteso come sala. (...) Sorpresa: 'Chacun son cinéma' è un viaggio trascinante che guadagna a esser visto per intero ma potrebbe tranquillamente essere smontato e proposto un pezzetto alla volta nelle sale d'essai del mondo intero (o nei multiplex, perché no?). Come un puzzle affidato alla pazienza e alla passione dello spettatore, vero protagonista di questi 33 piccoli film pieni di schermi, proiettori e poltrone, ma soprattutto di emozioni che solo il cinema sa risvegliare." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 maggio 2007)"Al posto della recensione tradizionale, evidentemente e tragicamente impossibile, si può al massimo abbozzare una sorta di bollettino medico che possa comunicare qualcosa ai cinéfili desiderosi di confrontarsi sulla salute e la forma dei (più o meno) venerati maestri invitati a fare la riverenza sulla Croisette. Il più preoccupante è Michael Cimino, che non solo si è personalmente trasformato in un mutante efebico, ma delira sullo schermo sulle note della musica caraibica; Wim Wenders non gli è da meno, disquisendo su guerra e pace come un oracolo; De Oliveira mostra tutti i suoi 97 anni arzigogolando con una simil-satira su Krusciov e il Papa; l'egiziano Chahine non trova di meglio che sbrodolarsi di lodi rievocando la propria carriera; mentre l'impagabile Nannimorettì spende 180 secondi per renderci edotti dei suoi gusti e di quelli del ben più simpatico figlio Pietro. All'attivo del puzzle possono mettersi soltanto i compiti di Lars Von Trier, che filma se stesso mentre con un martello spacca la testa del vicino di poltrona chiacchierone e di Ken Loach, l'unico comunista spiritoso disponibile, interessato a un padre e un figlio che scappano dal multiplex dove si proietta un insulso action-movie e corrono felici allo stadio a tifare per la squadra del cuore. In quanto al geniale Polanski, dopo aver ricamato col solito humour un mini-saggio sull'erotismo, ha inferto l'ultimo colpo al pomposo cerimoniale abbandonando l'incontro stampa perché le domande erano troppo cretine." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 21 maggio 2007)"Il miglior lungometraggio di questo Festival di Cannes è finora 'Chacun son cinéma', serie di cortometraggi di circa tre minuti l'uno che lo stesso Festival ha prodotto e montato, nella persona del suo presidente, Gilles Jacob. (...) La misura brevissima esaspera pregi e difetti: i primi si fissano meglio nella memoria, i secondi ne vengono subito evacuati. E il soggetto prevale sulla sceneggiatura. Così le idee originali prevalgono sugli artifici: sono di Bille August, Youssef Chahine, Chen Kaige, i Coen, Cronenberg, Kaurismaki, Kitano, Konchalovsky, Lelouch, Loach, Oliveira, Suleiman, von Trier e Zhang Yimou i momenti più intensi. Raccontando la sala cinematografica, i cortometraggi talora citano altri i film: vari gli omaggi a Bresson, Fellini e Godard, mentre Anghelopoulos dedica il suo episodio interamente a Marcello Mastroianni. Dominante in 'Cha

CURIOSITÀ SU CHACUN SON CINÉMA

Il progetto è stato ideato e prodotto da Gilles Jacob in onore dei 60 anni del Festival del cinema di Cannes. È dedicato alla memoria di Federico Fellini.

Nella versione in dvd è stato inserito un cortometraggio realizzato da David Lynch.

Nel 2007 è stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes e alla Festa del cinema di Roma.

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