Il colpevole: la storia vera e le curiosità dietro al thriller mozzafiato danese
Nel 2019 il protagonista, l'attore danese Jakob Cedergren, presentò in Italia l'opera prima dello svedese Gustav Möller, Il colpevole, un thriller emozionante che tiene col fiato sospeso dall'inizio alla fine.

Ci sono diversi film che si svolgono in un unico luogo o quasi, con un solo protagonista, dove la bravura del regista nel mantenere alta la tensione è essenziale. Storie ambientate in cabine telefoniche, automobili, o addirittura in una bara. Ma quello che distingue Il colpevole, bellissimo debutto alla regia del trentenne svedese Gustav Möller, è il suo realismo, la capacità di sorprenderci e il tempo reale in cui si svolge la tesissima storia.
Uscito da noi nel 2019, questo thriller mozzafiato si svolge nel centralino telefonico per le emergenze dove lavora un ex agente di polizia, Asger. Proprio mentre sta per finire il turno, gli arriva la drammatica chiamata di una donna che è stata rapita. Quando la linea di interrompe, l'uomo non abbandona il posto di lavoro ma cerca disperatamente di rintracciarla per salvarle la vita. Scoprirà alla fine che la realtà era molto diversa e ancora più drammatica di quella che credeva. E noi capiremo perché la riuscita di questo salvataggio fosse per lui assolutamente essenziale.
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Questa premiatissima opera prima, scritta da Möller insieme a Emil Nygaard Albertsen, ha avuto la sua anteprima al Sundance Film Festival, dove ha vinto il premio del pubblico. In Italia è stato presentato in anteprima al festival di Torino, dove ha ottenuto lo stesso riconoscimento, oltre a due premi speciali per il regista, per la sceneggiatura e l'interpretazione. Nel 2019 ha vinto tre Roberts Awards, l'equivalente danese degli Oscar, come miglior film danese, miglior regista e miglior attore, e due Bodil Awards, assegnati dai critici danesi, per attore e regista. Al Festival di Rotterdam gli sono stati assegnati il premio del pubblico e lo Youth Film Award. Il National Board of Review americano l'ha inserito tra i cinque migliori film stranieri dell'anno. I realizzatori del film si sono conosciuti frequentando la National Film School of Denmark, e Il colpevole è il primo film anche per il direttore della fotografia e il montatore. I diritti di remake de Il colpevole sono stati acquistati nel 2018 dall'attore Jake Gyllenhaal.
Parla il protagonista de Il colpevole, Jakob Cedergren
In occasione dell'uscita de Il colpevole in Italia abbiamo avuto occasione di incontrare il bravissimo protagonista, l'attore danese Jakob Cedergren, sul cui volto passano tutte le emozioni e le tensioni di una storia che si svolge quasi interamente per telefono. Sulla difficoltà del ruolo, Cedergren ci raccontò quanto segue:
"Può essere molto difficile, ma in questo caso non lo è stato perché il regista ha creato un'atmosfera in cui tutto era molto naturale. È stato fatto tutto dal vivo con gli attori al telefono che stavano in un'altra stanza in fondo a un corridoio. Di fronte a me c'erano tre macchine da presa, ma col computer, il telefono e le cuffie non ci facevo neanche caso, sono diventate parte dell'ambiente. Dal momento che si trattava di un'opera prima c'era un'energia fantastica tra la troupe e il cast e ci siamo divertiti molto a farlo”
Le riprese sono durate 13 giorni, ma la preparazione del film ha richiesto ben sei mesi di tempo. Il colpevole è stato girato in ordine cronologico, dividendo il copione in 8 parti, la più breve della durata di 8 minuti e la più lunga di 32. Sempre Cedergren ci ha così parlato dei temi e delle ispirazioni de Il colpevole, oltre che di eventuali somiglianze con altri film:
Più che altro col regista abbiamo parlato della buona volontà del personaggio, che ha buone intenzioni ma finisce per fare del male e per via di quello che gli è successo e che scopriremo, cerca di fare la cosa giusta ma la fa nel modo sbagliato. Abbiamo parlato di questa situazione, del suo stato d'animo. È stato quello il viaggio che mi interessava fare, dalla sua sicurezza iniziale fino al dubbio e al riuscire, si spera, a muoversi in una direzione migliore di prima. Ho visto Locke, ma quelli del nostro film sono un personaggio e una storia molto diversi. Per lo più io mi ispiro a persone della vita reale, anche se ci sono diversi film con un personaggio e un'unica location, come Buried con Ryan Reynolds chiuso in una bara e un film svedese con due personaggi in macchina. Io sono rimasto fedele alla storia e sono andato a incontrare persone reali. Ricordo anche La conversazione, ma l'idea è venuta al regista da un video che ha visto su youtube, con la chiamata di una donna rapita al 911 americano. È rimasto molto colpito da questo e ha iniziato a pensare se fosse possibile incentrare tutto un film su una situazione del genere. Con lo sceneggiatore è andato in un centralino per le emergenze, in Danimarca, e ha scoperto che a rispondere sono spesso poliziotti che per qualche motivo sono stati tolti dalla strada e riassegnati. Sono partiti da lì e poi via via hanno aggiunto i vari personaggi. La cosa che ho trovato geniale è che hanno ascoltato prima di parlare, il film è costruito su un insieme di storie reali, per questo funziona e suona vero. Il regista, come me, ama molto il cinema americano degli anni Settanta, ma più che a La Conversazione è ispirato da film come Quel pomeriggio di un giorno da cani di Sidney Lumet, con un personaggio sottoposto a un grande stress e rinchiuso in un posto.