Fuori orario. Cose (mai) viste compie 35 anni. E la Rai lo festeggia (per fortuna)
La prima puntata della storica trasmissione ideata dal geniale di Enrico Ghezzi andava in onda il 2 novembre del 1989. Una trasmissione cui tutti gli appassionati di cinema devono molto, moltissimo, forse tutto. E per fortuna, anche in questi tempi infelici, la struttura Rai Cultura ha organizzato azzeccatissimi festeggiamenti.
Non sono un nostalgico della mia giovinezza in quanto tale, ma del mondo della mia giovinezza sì. Un mondo che agli occhi del me stesso di mezza età appare assai più vivibile, interessante e ricco di quello odierno, e al tempo stesso assai meno becero, triviale, incolto, ignorante.
Una delle cose che più mi mancano di quel mondo, tanto per fare un esempio, è la Rai 3 di Angelo Guglielmi. Tanti, troppi dei programmi di quella rete e quella stagione sono scomparsi, ma alcuni, per fortuna, resistono. Tra quelli che resistono, alcuni hanno cambiato pelle e volti, altri sono rimasti tenacemente fedeli a loro stessi, senza per questo dimenticare di guardarsi attorno, e comprendere i cambiamenti, le evoluzioni e le involuzioni di quanto sta fuori dallo schermo (e dagli schermi).
Uno di questi programmi è ahilui corresponsabile del fatto che io sia qui, su questo sito, a scrivere queste righe. Perché certo, la passione per il cinema c'era già, ma sono e sarò sempre - e come me tantissimi della mia generazione e non solo - eternamente debitore di quello che ha fatto per i miei occhi, la mia testa, il mio sguardo, la mia formazione e la mia cinefilia quel programma che proprio in questi giorni compie 35 splendidi anni: Fuori orario. Cose (mai) viste. E, quindi, il mio debito è anche e soprattutto nei confronti del suo ideatore, il grandissimo Enrico Ghezzi.
La prima puntata di Fuori Orario andava in onda nella notte del 2 novembre 1989. E da allora il cinema in televisione non sarebbe più stato lo stesso, grazie alla straordinaria programmazione fatta da Ghezzi e dai suoi collaboratori, a quel flusso di immagini che obbligava a notti insonni, o a ardite procedure di videoregistrazione in qualità LP che ammantavano le immagini già fuori norma, eccentriche, ardite programmate da Fuori Orario di una patina di low-fi che rendeva il tutto ancora più affascinante e - perché no - romantico.
In occasione di questo compleanno, del compleanno di un programma così fondamentale e germinale, la Rai non poteva non prevedere dei particolari e azzeccatissimi festeggiamenti che sono descritti nel dettaglio nel completo comunicato stampa che vi riporto integralmente qui di seguito.
Io mi limito a dire che, come allora e come ancora oggi, e in particolare in questa ricorrenza, la programmazione di Fuori Orario è sempre più fondamentale in un mondo dove la sovrabbondanza di immagini - quasi sempre immagini brutte, inutili, superficiali - rende necessario ristabilire la loro importanza, il loro spessore, la loro bellezza. E che oltre a permanere su Rai 3, Fuori Orario si è felicemente espanso arrivando a contagiare anche la piattaforma RaiPlay, sulla quale esiste un'ampia sezione di film che nascono dalla curatela delle tante eccellenze che continuano a occuparsi del programma.
E come diceva sempre Enrico, "Buona visione".
Era il 2 novembre 1989 quando - sulla scia di “Schegge” e “La Magnifica Ossessione” – la notte della Rai 3 di Angelo Guglielmi si accendeva con “Fuori Orario cose (mai) viste”, ideata da Enrico Ghezzi. Uno spazio che - riproponendo e rilanciando la domanda di André Bazin: “Che cosa è il cinema?” - è diventato un unicum nella storia della televisione non solo italiana e un punto di riferimento per diverse generazioni di spettatori, cinefili, critici e cineasti. Un “compleanno” al quale Rai Cultura dedica – nelle notti dei weekend fino all’11 novembre – un programma speciale con maestri riconosciuti, rarità da scoprire, film inediti in Italia e importanti ritrovamenti: la prima visione tv di film di Frederick Wiseman, il più importante narratore dell’America contemporanea, proprio nel periodo delle elezioni presidenziali, sette corti e mediometraggi restaurati di Chaplin del periodo d’oro del cinema muto americano, tutte le 25 ore girate da Alberto Grifi al Festival del proletariato giovanile di Parco Lambro nel 1976, il capolavoro ritrovato del cinema sperimentale italiano, “La nott’e’l giorno” di Gianni Castagnoli, e infine “Jeanne Dielman” di Chantal Akerman, eletto “miglior film della storia del cinema” dal referendum tra centinaia di critici internazionali promosso dalla rivista Sight and Sound.
Un programma che sintetizza 35 anni tra riscoperte di cinema non convenzionale e “scavi” nella grande miniera delle Teche Rai, che ha messo in luce tanti lavori prodotti dalla tv italiana di figure cardine del secondo ‘900 come Roberto Rossellini, Carmelo Bene, Ermanno Olmi, Luciano Emmer, Vittorio Cottafavi, Luca Ronconi, Bernardo Bertolucci. Un lavoro che ha permesso di ritrovare veri e propri tesori, tra cui la versione voluta da Orson Welles del suo “Nella terra di Don Chisciotte”, e interi girati inediti delle troupe Rai, come le eruzioni dell’Etna, il viaggio di Paolo VI in India, o la visita in Italia di John Kennedy pochi mesi prima dell’attentato di Dallas.
“Fuori Orario” ha mandato in onda, inoltre, migliaia di film, di natura e provenienza molto diversi, spesso in prima visione e in lingua originale con sottotitoli. Si va dal cinema classico americano - Chaplin, Ford, Hawks, Walsh, Welles, Oliver and Hardy, centinaia di film prodotti dalla RKO – al New American Cinema di Brakhage, Robert Kramer, Snow; il Giappone filmato da Ozu (con la leggendaria retrospettiva completa dei suoi film) come quello di Wakamatsu; i film sovietici di Dziga Vertov e Eisenstein, di Barnet, Kira Muratova, Larissa Scepitko, Marlen Kutziev, e Pelesjan ma anche molte opere rimaste bloccate dalla censura e dalla Guerra Fredda che è stato possibile conoscere soltanto dopo la caduta del Muro di Berlino. Sono presenza costante di questi 35 anni della trasmissione i maggiori registi del cinema europeo dai Lumière a Dreyer, da Renoir a Vigo, la Nouvelle Vague francese di Godard, Rivette, Chabrol, Rohmer come il cinema “contro” di Guy Debord; i tedeschi Lang, Murnau ma anche Fassbinder, Syberberg, Herzog, o il film fiume “I bambini di Golzow” che in 42 ore racconta tre decenni della ex DDR, una delle opere più straordinarie della storia del cinema. Accanto alle cinematografie più conosciute, va sottolineata la grande attenzione al Portogallo di Manoel de Oliveira, Paulo Rocha, Pedro Costa, alla Spagna fiammeggiante di José Val Del Omar e Víctor Erice, ai Paesi in cui il cinema ha trovato maggiori difficoltà storiche ed economiche per affermarsi, come l’Iran, il Brasile, il continente africano, il cinema di Taiwan e Hong-Kong.
Accanto ai maestri della storia del cinema, inoltre, ci sono alcuni tra i maggiori cineasti contemporanei che hanno avuto in “Fuori Orario” un canale che ha permesso agli spettatori italiani di conoscere le loro opere, tra questi vanno ricordati Frederick Wiseman, Takeshi Kitano, Alexander Sokurov, Huillet-Straub, Hou Hsiao-hsien, Edward Yang, Jia Zhang-Ke, Júlio Bressane, Rogério Sganzerla, Glauber Rocha, Raúl Ruiz, Tsai Ming-liang, Alberto Grifi, Ciprì e Maresco, Tonino De Bernardi, Shinya Tsukamoto, Adao Adachi, Amos Gitai, Otar Iosseliani, Amir Naderi, Gianikian-Ricci Lucchi, Philippe Garrel, Leo Carax, Lav Diaz, Wang Bing. Abel Ferrara, Takeshi Kitano.
Lo spirito di ricerca è rimasto una costante del programma nel corso degli anni, ha resistito agli innumerevoli cambiamenti tecnologici, storici e sociali, nonché all’avvicendamento degli autori, anche dopo l’uscita di Ghezzi dalla Rai nel 2019. Grazie anche alle nuove tecnologie e allo sviluppo di RaiPlay, dove “Fuori Orario” ha una striscia di film che si rinnova settimanalmente, offrendo la possibilità di usufruire della programmazione anche in orari differenti da quelli notturni, negli ultimi anni la trasmissione ha approfondito i percorsi già intrapresi ma ha aperto anche a nuove forme e nuovi autori. In questi ultimi cinque anni, accanto a cose ancora (mai) viste di Godard, Straub, Bressane, Sokurov sono stati programmati film di Agnès Varda, di Chantal Akerman, di Rita Azevedo Gomes, di Kelly Reichardt, e per la prima volta film di Jean-Daniel Pollet, Jonas Mekas e molti film africani - da Touki Bouki a “La noire de”, restaurati negli ultimi anni, nonché tanto cinema contemporaneo, italiano e internazionale, di autori come Alessandro Comodin, Fabrizio Ferraro, Lisandro Alonso Thomas Heise Bruno Dumont, Apichatpong Weerasethakul, Ryusuke Hamaguchi, Hong Sang-soo. Costante è rimasta anche l’attenzione alla musica, con film come “Transes” e “Gimme Danger”, ma anche con approfondimenti su figure come Battiato, Dylan, Stratos o Glenn Gould, così come verso il teatro di ricerca con puntate dedicate alle compagnie più originali degli ultimi anni, tra cui Teatro delle Albe, Teatro Valdoca, Motus, Fanny&Alexande. e verso la scrittura, con notti dedicate a autori come William Burroughs o Franz Kafka.
Insieme alla programmazione dei film “Fuori Orario” continua a produrre contenuti originali, come filmati e interviste e la sua ricerca all’interno del patrimonio della Rai, da cui sono riemerse, insieme a rari lavori realizzati da protagonisti del teatro alternativo come Carlo Quartucci o le produzioni legate ai movimenti femministi degli anni ’70, tutte le quindici ore di girato dell’Otello di Carmelo Bene, presentate in anteprima al festival Cinema Ritrovato di Bologna. Negli ultimi anni è stato aperto un dialogo costante con diversi festival e rassegne, sempre al Cinema Ritrovato, Fuori Orario ha presentato lo scorso luglio il restauro di “Tropici”, realizzato da Gianni Amico nel 1967, primo film prodotto dalla Rai e primo restauro realizzato interamente con risorse interne all’azienda.
Qui i seguito il programma dei film messi in onda dal prossimo fine settimana in avanti:
Venerdì 1 novembre
JEANNE DIELMAN, 23 QUAI DU COMMERCE, 1080 BRUXELLES (1975)
di Chantal Akerman
Un referendum tra centinaia di critici internazionali, promosso dalla prestigiosa rivista inglese Sight and Sound, ha assegnato a Jeanne Dielman il primo posto nella classifica dei cento film migliori di tutti i tempi. Negli ultimi anni Fuori Orario ha iniziato la programmazione dei film della grande regista.
Sabato 2 novembre
I FILM DI CHARLIE CHAPLIN DEL PERIODO “FIRST NATION” 1918-1921
(prima visione tv delle versioni restaurate dalla Cineteca di Bologna)
A Day’s Pleasure / Una giornata di vacanza (Charles Chaplin)
A Dog’s Life / Vita da cani (Charles Chaplin ) USA 1919
Sunnyside / Charlot campagnolo (Charles Chaplin) USA 1919
Pay Day /Giorno di paga (Charles Chaplin) USA 1922
Shoulder Arms / Charlot soldato (Charles Chaplin) USA 1918
The Pilgrim / Il pellegrino (Charles Chaplin) USA 1920
The Idle Class / Charlot e la maschera di ferro (Charles Chaplin) USA 1921
Un momento chiave della storia del cinema, in cui Chaplin raggiunge la piena maturità artistica, preparando il passaggio al lungometraggio e realizzando capolavori come Vita da cani, Charlot soldato, Il pellegrino.
Domenica 3 novembre
IL FESTIVAL DEL PROLETARIATO GIOVANILE AL PARCO LAMBRO
di Alberto Grifi (rushes, 3 parte, prima visione tv)
Venerdì 8 novembre
Due notti dedicate al cinema di Frederick Wiseman, il più importante narratore dell’America degli ultimi cinquanta anni. Andrà in onda per la prima volta Monrovia, Indiana ritratto dell’America rurale che, nelle intenzioni del regista, compone un dittico con In Jackson Heights, che racconta la vita quotidiana di una parte di New York multietnica.
MONROVIA, INDIANA (2018, prima visione tv)
di Frederick Wiseman
“Ho pensato che un film incentrato su una piccola comunità̀ rurale del Midwest sarebbe stato il giusto corollario alla serie che ho realizzato sulla vita americana contemporanea. Mentre la vita nelle grandi città della East e West Coast viene regolarmente documentata, mi interessava indagare più̀ da vicino la vita nelle cittadine americane e condividere ciò̀ che ho visto”. (Frederick Wiseman)
IN JACKSON HEIGHTS (2015)
di Frederick Wiseman
Frederick Wiseman, pluripremiato cineasta americano e uno dei più importanti documentaristi della storia del cinema, torna a New York, la città in cui ha girato diversi film dalla fine degli anni Sessanta. Attraverso il racconto delle strade e della vita quotidiana di Jackson Heights, una zona del Queens, Wiseman ci porta nella New York multietnica che prova a rinascere e trasformarsi dopo gli attentati del 2001.
Sabato 9 novembre
CITY HALL (2020)
di Frederick Wiseman
Wiseman racconta la vita contemporanea della sua città, Boston e nello stesso tempo il funzionamento dell’amministrazione pubblica nella democrazia americana. City Hall ritrae un’amministrazione che offre un’ampia varietà di servizi importanti e necessari in una delle maggiori città americane, la cui popolazione ben rappresenta la storia della diversità̀ degli Stati Uniti.
Domenica 10 novembre
IL FESTIVAL DEL PROLETARIATO GIOVANILE AL PARCO LAMBRO
di Alberto Grifi (rushes, 3 parte, prima visione tv)