Chi ben comincia è a metà dell'opera: 3 film che ti catturano fin dalla prima scena
Ci sono aperture che vanno ben oltre il semplice inizio di una storia. Alcune scene non solo presentano i personaggi, ma immergono subito il pubblico nell’atmosfera del film, facendogli capire immediatamente che quello che stanno per vivere sarà un viaggio indimenticabile.

- Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino
- Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese
- Lo Squalo di Steven Spielberg
Ecco tre film che sono riusciti a conquistare il pubblico fin dai primi minuti, creando aperture così iconiche da essere ricordate per sempre.
Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino
La scena si apre con una calma apparente: un padre e le sue figlie in una fattoria, circondata dal verde della campagna francese durante la Seconda Guerra Mondiale. L’arrivo di Hans Landa, che sembra essere lì solo per una semplice ispezione, inizialmente non suscita alcun sospetto. Eppure, ciò che sembra un incontro formale si trasforma ben presto in un interrogatorio psicologico denso di tensione. Tarantino gioca con il silenzio e i dialoghi perfettamente dosati, creando un’ansia che cresce inesorabile. Il colonnello Landa, che valse un Oscar a Christoph Waltz, alterna con disinvoltura l’inglese e il francese, mentre il suo sorriso inquietante e il suo sguardo penetrante incutono paura in ogni sua parola e movimento. È un’apertura che non lascia scampo e svela, fin da subito, la brutalità e la complessità della storia che stiamo per vedere.
Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese
“Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster.” Martin Scorsese ci immerge immediatamente nel cuore del crimine, offrendo un inizio che non ha bisogno di spiegazioni. La scena si apre con il baule di un’auto che si solleva, rivelando un uomo ancora vivo, ma gravemente ferito. I protagonisti, sorpresi nel constatare che la vittima respira ancora, si avvicinano con una freddezza glaciale. Tommy DeVito, interpretato da Joe Pesci, senza esitazioni, conclude il lavoro con una brutalità che non lascia spazio alla pietà.
Già in questo momento, la violenza appare come una parte integrante della loro quotidianità e siamo subito catapultati in un mondo dove sangue, tradimenti e scelte irreversibili sono la norma. Scorsese non cerca di giustificare o abbellire il crimine; lo presenta invece come una realtà inevitabile, un codice di vita per chi, come i suoi personaggi, sa che il rispetto e il potere si guadagnano solo con la violenza. Con l’uso della voce fuori campo di Henry Hill, il film non solo ci introduce alla sua storia, ma ci prepara anche a un viaggio che sarà tanto affascinante quanto brutale, senza compromessi.
Lo Squalo di Steven Spielberg
Durante un falò, sotto un cielo stellato, una ragazza si tuffa nell’oceano, ignara del pericolo che si nasconde sotto la superficie. In pochi secondi, quella che sembrava una scena romantica si trasforma in un incubo: la ragazza viene afferrata e trascinata sott’acqua. Spielberg, invece di mostrarci lo squalo, riesce a costruire una tensione che cresce in modo incredibile, giocando solo con suoni e movimenti. La minaccia si percepisce, ma non viene mai rivelata, lasciando che sia la nostra immaginazione a fare il resto. Questo è un perfetto esempio di come il cinema possa manipolare i nostri sensi, facendoci temere più ciò che non vediamo che ciò che ci viene mostrato. La scena iniziale diventa così l’apertura di un film che ha rivoluzionato il genere, cambiando per sempre il modo in cui il pubblico vive la paura.
Una scena iniziale perfetta non si limita a catturare l’attenzione, ma riesce a coinvolgere lo spettatore, facendolo sentire subito parte della storia. Che si tratti di un colpo di scena improvviso o di un’atmosfera unica, sono proprio quei primi minuti che devono creare una connessione emotiva, in modo che lo spettatore resti legato alla trama per tutta la durata del film.