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Dawson's Creek compie 25 anni: 5 motivi per cui ha segnato e illuso un'intera generazione

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Il teen drama di Kevin Williamson, con cui sono cresciuti i Millennial, ha debuttato il 20 gennaio 1998, esattamente 25 anni fa: ma non è che i drammi degli adolescenti di Capeside ci hanno illuso un po' troppo?

Dawson's Creek compie 25 anni: 5 motivi per cui ha segnato e illuso un'intera generazione

Se i quarantenni (o giù di lì) di oggi hanno bisogno di un analista, forse è anche colpa di Dawson's Creek. Una generazione di insicuri, perfezionisti, troppo duri con se stessi e workaholic. Perché? Provate a rivedere oggi, a 25 anni esatti dalla prima messa in onda sull'americana The WB, un episodio a caso della serie di Kevin Williamson. Proverete forse un misto di nostalgia e imbarazzo: adolescenti verbosi, relazioni sentimentali irrealistiche, trame melodrammatiche e personaggi LGBTQ stereotipati. Certo, il tutto era condito da tanto, tanto cuore e una colonna sonora anni '90 di cui non ci siamo ancora stufati. Ma non sarà che una delle serie della nostra adolescenza ci ha fatto promesse che la realtà non è stata in grado di mantenere?

Dawson's Creek ha cambiato la tv, ma ci ha traditi

Eppure quando ha debuttato, il 20 gennaio 1998 (in Italia due anni dopo, il 13 gennaio 2000), Dawson's Creek è sembrata subito una serie rivoluzionaria: scritta per un pubblico teen, rivolta ad adolescenti veri che potevano facilmente rispecchiarsi nelle vite dei protagonisti e dotata di una profondità e una maturità a cui la televisione non ci aveva ancora abituato. Che Dawson's Creek sia una pietra miliare della televisione americana (e non solo) è indubbio. L'impatto che ha avuto sulla cultura pop è ancora evidente in quelle serie che cercano di rappresentare gli adolescenti in modo realistico e autentico. Le avventure sentimentali di un gruppo di ragazzi della fittizia Capeside, una cittadina balneare del Massachusetts (che poi era Wilmington, in North Carolina), hanno accompagnato la crescita di un'intera generazione. Chi non si è mai identificato nelle loro paure, i loro sogni e le loro difficoltà? Il primo bacio, i primi approcci con il sesso, i problemi con i genitori e le aspirazioni adolescenziali oggi sono temi che ritroviamo in ogni teen drama. Ma è proprio grazie alla serie di Kevin Williamson se, da un certo punto in poi, non sono più stati tabù. Per non parlare del trampolino di lancio che Dawson's Creek ha rappresentato per attori come Joshua Jackson e Michelle Williams, oggi apprezzati interpreti al cinema e in tv.

Dawson's Creek

Era facile, per chi era un liceale nei primi anni 2000, affezionarsi a Dawson, Pacey, Joey, Jen e a tutti gli altri, anche se dall'altra parte dell'oceano. Lo è stato sicuramente per la sottoscritta, che non ha mai rinnegato di essere stata una bimba di Dawson (però sostenitrice - shipper, si sarebbe detto qualche anno dopo - PJer, la coppia formata da Pacey e Joey). Ma oggi sono passati 25 anni e il mondo delle serie tv e della televisione in generale, per fortuna, si è ulteriormente evoluto. Anche noi Capesiders abbiamo aperto gli occhi e siamo cresciuti, facendo un po' a pugni con il mondo. Siamo onesti: Dawson's Creek, un po', ci ha traditi. Non ci credete? Vi facciamo riflettere condividendo con voi 5 motivi per cui Dawson's Creek ha influenzato, talvolta con conseguenze disastrose, l'adolescenza dei Millennial.

Dawson's Creek: 5 motivi per cui ha illuso un'intera generazione

1. Aspettative sentimentali irrealistiche

Dawson's Creek ci ha presentato relazioni sentimentali e dinamiche di cuore non sempre corrispondenti alla realtà: amicizie che superano ogni ostacolo, relazioni necessariamente esclusive, amori complicati, romantici e drammatici. Per non parlare della difficoltà di accettare l'amicizia platonica, facendoci sperare sempre che quella tra Joey e Dawson diventasse qualcosa di più. Il bagaglio sentimentale che ci ha lasciato in eredità questa serie è decisamente pesante. Voglio dire, aspettiamo ancora che qualcuno ci dedichi un muro con scritto "Ask me to stay".

Dawson's Creek

2. Vogliamo tutti diventare registi

Il protagonista della serie, Dawson Leery (James Van Der Beek), è un aspirante regista e non smette di ricordarci, in ogni santissimo episodio, quanto questa passione sia la sua ragione di vita. Alla fine, naturalmente, realizza il suo sogno. Ma nella realtà non sempre le aspirazioni artistiche (in senso lato) che coltiviamo dentro di noi durante l'adolescenza si concretizzano in un impiego per la vita. Vorremmo tutti aver avuto le occasioni del privilegiato Dawson (che alla fine riesce anche ad incontrare il suo idolo, Steven Spielberg). Invece le bollette non si pagano da sole.

3. Una serie "bacchettona"

Guardando Dawson's Creek da adulti, ci si rende conto di quanto questa serie sia stata molto "bacchettona", vale a dire presuntuosa nel voler necessariamente farci prendere una posizione. Ci voleva insegnare cosa e chi fosse buono e cosa e chi fosse cattivo. La tua vita è sregolata? Finirai sicuramente male (vedi la povera Abby Morgan, personaggio ingiustamente sottovalutato). Vai male a scuola e rischi di essere bocciato? Ti aiuta una fidanzata con la sindrome della crocerossina. Quello che avrebbe dovuto insegnarci, invece, è che non è mai tutto bianco o tutto nero. Non esiste un confine netto tra buono e cattivo. E un sedicenne rancoroso che ci fa la predica e piange a dirotto su un pontile (ma grazie per il meme, James) non è una bella immagine da ricordare.

Dawson's Creek

4. Parla come mangi

Dawson's Creek ci ha trasmesso una certa ansia nel voler ostentare un eloquio forbito, anche quando non necessario. Gli elaborati e complessi dialoghi che Williamson ha scritto per i suoi personaggi sono stati giustamente criticati per essere troppo lontani dalla realtà. "Voglio solo dire che i nostri emergenti ormoni stanno cambiando il nostro rapporto, per cui devo limitare i danni. Stiamo crescendo. Persino Spielberg ha superato la sindrome di Peter Pan", dice Joey (Katie Holmes) a Dawson nella famigerata scena che apre la serie. Ok che Joey Potter era una secchiona, ma da qui a scomodare i manuali di psicologia a quindici anni ce ne vuole.

5. Non abbiamo ancora superato quel finale

E vogliamo parlare di quel finale? Credo che nessuno di noi si sia ripreso dal discorso che una Jen, malata e consapevole di essere in fin di vita, fa a sua figlia. "Voglio che tu ami, senza paure né riserve. E quando troverai quell'amore, dovunque lui sia, chiunque tu scelga, non scappare via, ma non dargli neppure la caccia. Se tu sarai paziente, lui verrà da te, te lo prometto" (che dicevamo delle aspettative irrealistiche?). Discorso strappalacrime a parte, era davvero necessario far morire l'unico personaggio dotato di un pizzico di buon senso traumatizzandoci, così, a vita? Sulla scelta finale di Joey - meglio con Dawson o con Pacey? - poi, meglio non avventurarsi. È un argomento che ci tocca ancora nel profondo. Ma, a mente lucida, non sarebbe stato più sensato che la principessina Joey non finisse con nessuno dei due?

Dawson's Creek

Ora, saranno pure passati 25 anni, ma chi scrive nasconde ancora il poster di Dawson's Creek in un'anta dell'armadio. Quindi capirete che, per quanto cinica, questa riflessione nasce da un profondo affetto verso una serie che, nel bene e nel male, è stata la prima di una lunga lista di telefilm (negli anni '90 li chiamavamo così, eh) di formazione. E lo è stata per molti. Buon anniversario a Dawson's Creek e buon anniversario a noi, che cantiamo ancora "Anouanauei".

Ah, le sei stagioni e tutti gli episodi di Dawson's Creek sono attualmente in streaming (anche con la sigla originale!) su Prime Video e su Sky e NOW. Noi ve l'abbiamo detto.

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