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Vita da Carlo 2: per Verdone "la seconda" è sempre la migliore, fra cinema nel cinema e la vendetta di Fabris

Il 15 settembre arriva su Paramount + la seconda stagione di Vita da Carlo, la serie interpretata e diretta da Carlo Verdone che incrocia finzione e autobiografia. Il regista l'ha presentata a Roma ed è molto contento del risultato che ha ottenuto. Il regista ha parlato dei toni e dei temi dei nuovi episodi e di due attori insoliti.

Vita da Carlo 2: per Verdone "la seconda" è sempre la migliore, fra cinema nel cinema e la vendetta di Fabris

La prima buona notizia del giorno è che Vita da Carlo 3 ci sarà, che la sceneggiatura è già pronta e che le riprese cominceranno a novembre. La terza stagione della serie di, con e su Carlo Verdone batterà bandiera Paramount Plus, e non sarà una novità, dal momento che anche la seconda stagione sarà disponibile, a partire da venerdì 15 settembre, sulla piattaforma streaming nata nel marzo del 2021.

Presentata ieri alla stampa, Vita da Carlo 2 è composta da 10 episodi e scritta dallo stesso Carlo Verdone insieme a Pasquale Plastino, Ciro Zecca e Luca Mastrogiovanni. La regia è a quattro mani, perché dietro alla macchina da presa c'era anche Valerio Vestoso, e i produttori, come per la prima stagione, sono Aurelio e Luigi De Laurentiis.

La seconda buona notizia del giorno riguarda il tono della nuova stagione di Vita da Carlo e anche il ritmo. Pur conservando una vena malinconica e un coté amaro, come del resto succedeva con l'indimenticata commedia all'italiana, Vita da Carlo 2 fa molto ridere, perché il povero Carlo V. si ritrova in situazioni al limite dell'assurdo e sembra che il mondo si stia rivoltando contro di lui. Verdone insomma corre da tutte le parti, nessuno lo ascolta, ma almeno può finalmente mettersi al lavoro sul film drammatico e solo da regista che vagheggiava di realizzare nella prima stagione. 

Vita da Carlo 2: una stagione spumeggiante

Accanto a Carlo Verdone ritroviamo, in Vita da Carlo 2, Monica Guerritore, Max Tortora, Antonio Bannò, Caterina De Angelis e Filippo Contri, affiancati dalle new entry Sangiovanni (sì, proprio lui, il celeberrimo cantante uscito da Amici), Stefania Rocca, Ludovica Martino e Fabio Traversa. Anche se non ama il tour de force della conferenza stampa + interviste singole, il regista incontra la stampa alla Casa del Cinema di Roma. Su ogni poltrona è ben visibile un regalo da parte di Paramount Plus dentro a una borsa in tela bluette, e l'atmosfera è allegra e rilassata. Verdone parla innanzitutto dell'idea alla base di Vita da Carlo 2 e dei suoi preziosi collaboratori: "Questa volta ho voluto accanto a me un altro regista, perché dirigere tutte e dieci le puntate sarebbe stato un suicidio. In Valerio Vestoso ho trovato una persona con cui sono andato perfettamente d'accordo. Valerio ha il gusto dell'inquadratura. Ci siamo divisi i compiti: io guardavo più gli attori, lui la geometria delle riprese, ma ci siamo consultati ogni giorno, quindi il nostro è stato un rapporto veramente ottimo, cosa molto rara. Mi sono avvicinato alla seconda stagione con una certa paura, perché fare meglio della prima era un'impresa titanica e pericolosa, visto che in genere i numeri due vengono sempre peggio dei numeri uno, però abbiamo deciso di strutturarla in maniera più solida, di creare dei colpi di scena importanti, che dovrebbero spiazzare il pubblico, e di insistere di più sul dato autobiografico. Nella prima stagione, infatti, ero un attore e regista prestato alla politica, Qui invece è tutto più personale, perché desidero fare un film tratto da un racconto, intitolato Maria Effe, che fa parte del mio libro La carezza della memoria. Accanto a questo piccolo 8 e ½ nella nuova serie ci sono diversi personaggi che mi girano intorno e che hanno una loro storia privata, e proprio per questo hanno la giusta tridimensionalità. Ovviamente sarà il pubblico a giudicare questi 10 nuovi episodi, ma io ho dato il massimo".

Sangiovanni, la grande novità di Vita da Carlo 2

Abbiamo accennato a Sangiovanni. Dobbiamo ammettere che è strano vederlo recitare accanto a Verdone nella serie e, per chi non lo sapesse, la sua presenza è dovuta al produttore all’interno di Vita da Carlo (Stefano Ambrogi), che, per assicurarsi una cospicua fetta di pubblico giovane impone al regista proprio il cantante. Nonostante le perplessità iniziali, la collaborazione con la giovane celebrity è andata benissimo: "Sangiovanni è stato una sorpresa, l'ho detto anche a lui, perché al principio ero piuttosto dubbioso. Pensavo: Ma questo ragazzo viene dall'altra parte del mondo, e cioè dalla musica, sarà in grado, essendo così diverso da me innanzitutto perché non romano, di interpretare un giovane Carlo Verdone?’. E invece Sangiovanni si è comportato non bene ma benissimo, ha preso le misure durante la prima settimana e poi, a un certo punto, si è completamente adeguato ai nostri ritmi ed è stato sé stesso. Non si è fatto tanti problemi, ha recitato con grande coraggio mettendo in campo sé stesso, le sue timidezze, i suoi silenzi, i suoi momenti di riflessione e anche le sue malinconie e le sue stranezze".

La vendetta di Fabris

Nel cast di Vita da Carlo 2 c'è anche una vecchia gloria verdoniana: Fabio Traversa alias Fabris di Compagni di scuola. Verdone parla con tenerezza dell'attore: "Mi sono sentito sempre un pochino in colpa verso Fabio Traversa, perché le poche volte che ci incontravamo, mi diceva: 'Certo che tu mi hai affibbiato un personaggio come Fabris e quasi ogni volta che attraverso la strada mi dicono: A Fabris, Rifatte la carta di identità che sei peggiorato! A Fabris, nun te mette de profilo! È un continuo, è dall’88 che andiamo avanti così’. Ovviamente scherzava, ma ho voluto comunque costruirgli un bel ruolo in Vita da Carlo 2. È anche grazie alla sua interpretazione che la serie, a partire dalla puntata 6, cambia radicalmente. Vi accorgerete che tra me e lui le cose non vanno tanto tanto bene, perché si celebra la vendetta di Fabris e per me sarà una tragedia. Con Valerio abbiamo voluto che queste scene fossero in un bianco e nero alla Fritz Lang

Il sogno di un film d'autore

Partendo dal film d’autore che nella finzione intende realizzare, Carlo Verdone parla della realtà del cinema italiano: "Mi chiedete se mi manca un film d'autore. Ebbene, io credo che Un sacco bello sia un film d'autore, credo che Compagni di scuola sia una commedia d'autore, e anche Al lupo al lupo! è un film d'autore. Diciamo allora che mi manca forse il film dove faccio il regista e basta e in cui posso raccontare una storia non necessariamente comica, ma comunque sempre condita con l'ironia che credo mi appartenga. Prima o poi lo farò e sarò contento di occuparmi della direzione degli attori, e magari sarà tratto da qualcosa che scriverò. Vorrei un domani scrivere un piccolo romanzo se ci riesco, ci proverò, lo prometto".

Il cinema italiano

Poi Carlo Verdone allarga la sua riflessione al cinema italiano alludendo anche a Pierfrancesco Favino e alla sua arringa contro l'uso di attori stranieri e non italiani nei film americani in cui ci sono personaggi italiani: "La situazione del cinema la vedete tutti i giorni, io ogni mattina controllo la Cinetel e stiamo sempre là: abbiamo Barbie e abbiamo Oppenheimer, non è che cambia qualcosa. C’è qualche film italiano che incassa qualcosa in più, ma non supera i colossi USA. Quindi interroghiamoci su una serie di cose senza troppe masturbazioni mentali. Sofia Coppola ha fatto bene a dire: 'Il regista è l’artefice del film, è lui l’autore e lui deve scegliere gli attori'. È vero che il cinema si è risollevato, ma si è risollevato grazie a due film che conosciamo, e allora è necessario che tutti noi riflettiamo non su problemi stupidi, ma su che cosa manca veramente al cinema italiano. C’è qualcosa nella scrittura? Vogliono altri attori? Vogliono altre novità? Vogliono che azzardiamo? Io francamente non lo so".

Fare una serie tv è come fare un film?

Da grande fan di Christopher Nolan, Carlo Verdone racconta di aver molto amato Oppenheimer. Barbie, al contrario, lo ha lasciato piuttosto indifferente. Ma questa è un’altra storia, perché è di Vita da Carlo 2 che si parla, e il discorso riprende con un confronto tra un film e una serie tv: "Girare una serie è molto molto più faticoso che girare un film: arrivi alla fine dell’ultima settimana che preghi Dio di riuscire a fare presto per andartene in campagna una settimana intera a riposarti. È una cosa tremenda perché devi correre, però nello stesso tempo la serie ha un vantaggio: quando ti metti al lavoro sulla sceneggiatura, hai di fronte un campo enorme come un campo di calcio dove puoi cominciare a scrivere quello che vuoi. Non hai le costrizioni in cui ti imbatti quando fai un film, che deve durare un'ora e 45, un'ora e 50 e c'è bisogno di un ottimo inizio, poi un colpo di scena, di un gran finale, di un momento comico seguito da un momento più drammatico o più intimista. No, la serie ti consente di dilatare tutto, e quindi la scrittura per certi versi è anche più facile. Insomma, il cinema è più difficile, però la serie è più faticosa".

Abbasso il politicamente corretto

La presentazione alla stampa di Vita da Carlo si conclude con una riflessione sull’ossessione del politicamente corretto che sempre più pone un freno all’estro dei comici. "Alcuni ragionamenti sono anche giusti" - spiega Carlo Verdone - "però poi arrivano a degli estremismi che sono ridicoli. La cancel culture è davvero qualcosa di incomprensibile: buttano giù le statue. Adesso La Divina Commedia è pornografica, la statua del David è pornografica, fra un po’ diventerà pornografico pure il crocifisso. Non lo so, è proprio una moda americana. Viene dal paese per eccellenza dell'industria del porno, però continuano a darci lezioni sul politicamente corretto. Io sono d’accordo su molte cose, ad esempio sul colore della pelle, però su altre facciamo ridere i polli, anzi fanno ridere i polli, tuttavia c'è molta gente che li ascolta. Se dovessimo adeguarci al loro pensiero, l'intera commedia all'italiana anni '60 andrebbe presa e buttata al cesso". 

Terminata la presentazione di Vita da Carlo 2, apriamo la borsa dei gadget. Troviamo una scatola di latta contenente un blocco degli appunti la cui copertina è a immagine di una ricetta medica, poi una bottiglietta blu che ci auguriamo sia collutorio, due blister di pastiglie colorate che hanno tutta l'aria di essere caramelle e un flacone ancora chiuso. Presi dalla curiosità lo apriamo: dentro ci sono deliziose caramelline rosa! E il collutorio è davvero collutorio? Macché, è acqua. Meglio così, come ben sa il medico mancato del mondo dello spettacolo, l'idratazione fa bene al nostro organismo.

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  • Giornalista specializzata in interviste
  • Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali
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