Riverdale, Skeet Ulrich ammette le difficoltà durante le riprese: "Non ero più innamorato della storia"
Skeet Ulrich ha abbandonato in anticipo Riverdale e, in una recente intervista, ha confessato quali difficoltà ha affrontato durante la produzione e perché non ha proseguito la sua avventura sullo schermo.

Riverdale ha appassionato tantissimi fan per sette stagioni, ma ad un certo punto Skeet Ulrich ha avvertito il bisogno di prendere le distanze dalla Serie TV, ammettendo di aver avuto dei dubbi sul cambio di stile affrontato sul set. Teen drama tratto dalla linea di Archie Comics dedicata al personaggio di Archie Adams e ai suoi compagni di scuola, Riverdale ha lanciato la carriera di diverse giovani star tra cui KJ Apa. Skeet Ulrich, invece, interpreta il padre di Jughead Jones (Cole Sprouse), a capo di una gang di motociclisti la cui morale appare già compromessa. A rendere più difficile il suo lavoro sul set di Riverdale è stata la distanza dalla famiglia.
Riverdale, Skeet Ulrich racconta delle difficoltà avute sul set e di come abbia dovuto ascoltare la sua famiglia per migliorare
Come ha raccontato al panel del Megacon di Orlando di recente, per Skeet Ulrich è stato complicato conciliare vita privata e professionale. Durante il periodo di Riverdale, l’attore ricorda di essere stato completamente assorbito dalla produzione e a lungo andare la sua famiglia ha cominciato a manifestare il desiderio di una presenza più costante da parte sua e trovare un equilibrio tra vita privata e professionale. Come riporta Screen Rant, questo è stato il suo racconto:
A posteriori penso che quello che è cambiato di più è stato il mio rapporto con Cole. È un essere umano adorabile, profondamente perspicace, intelligente, interessante e divertente, ed è diventato un caro amico per me. Quindi, quando ripenso a quello show, penso davvero a quella relazione che è diventata parte della mia vita. La serie tv in sé era… ho cresciuto i miei gemelli da solo, quindi ho lavorato a Los Angeles solo da quando sono nati fino a quando ho fatto Riverdale, quando avevano quasi 16 anni, tipo un mese prima del compleanno, e non avevo tate o cose del genere. Quindi erano sempre sul set, sempre con me. E quando ho preso questo ruolo, facevo quattro voli a settimana per Vancouver, perché era la prima volta fuori città, quindi c’erano 170 voli a stagione ed è stato molto caotico. La maggior parte di quelle stagioni sono associate agli aeroporti nella mia testa. Quando siamo arrivati alla terza stagione, i miei figli mi hanno implorato di rallentare un po’ e di prendermi un po’ di tempo. Se non lavoravo per due giorni, tornavo a casa, poi parlavamo di questo: ‘Se non lavori per tre giorni, allora torna a casa’. Ho rallentato un po’ e ho potuto godermi un po’ di più il mio tempo e vedere anche Vancouver.
Nel corso dell’intervista, ha poi spiegato il motivo che l’ha spinto a lasciare anticipatamente la serie tv:
La trama ad un certo punto è diventata strana. Amo l’aspetto umano della prima stagione e pensavo che fosse ciò che attraeva di più le persone. I miei figli avevano quell’età, ho pensato che il motivo per cui ha avuto risonanza in tutto il mondo è perché dava ai ragazzi la possibilità di dire: ‘Aspetta, i miei genitori sono così incasinati’ o ancora ‘I miei genitori avevano quei difetti’. C’era un legame con gli spettatori. E non so voi ragazzi, o per chiunque fosse fan, ma per me il collegamento era questo. Ho pensato che ci fosse molto valore all’inizio in quella serie tv che in un certo senso è venuto meno diventando strano in un modo che non capivo. Quando è arrivato il momento per me di rinnovare il mio contratto, a quel punto non ero più innamorato della storia.