Troppo cattivi, la recensione del cartoon DreamWorks: risate con stile

24 marzo 2022
3.5 di 5
4

La DreamWorks Animation con Troppo cattivi fornisce uno spettacolo divertente e visivamente spettacolare, curato: nessuno griderà al miracolo, ma è un vero contagioso piacere seguire questa banda di squinternati. La nostra recensione.

Troppo cattivi, la recensione del cartoon DreamWorks: risate con stile

I "Troppo Cattivi" sono un'indomabile banda di rapinatori, capitanata dalla mente Mr. Wolf, e costituita da Mister Snake, Mister Shark, Mister Piranha e Miss Tarantula. Un colpo non andato a buon segno (per una significativa distrazione) blocca la gang in un programma di rieducazione alla bontà, gestito dal buonista professor Marmalade, con la benedizione della governatrice della città, Diane Foxington. Ma ha senso questo programma per i cinque "irrecuperabili"? Sarà più forte la vocazione criminale o la voglia di cambiare?

Dopo fiumi di parole che abbiamo felicemente speso sui contenuti sociali e politici degli ultimi lungometraggi animati Disney e Pixar, siete pronti per un "cartone animato"? Usiamo volutamente la definizione un po' arcaica, per buone ragioni.
Troppo cattivi è diretto da Pierre Perifel, animatore da oltre un decennio alla DreamWorks Animation, ma di tradizionale formazione a mano libera (lavorò anche su un Lucky Luke): metabolizzando questo trascorso, il team ha costruito un'esperienza che fonde con successo la CGI odierna con un rendering solo parzialmente fotorealistico. In parole povere, grazie alla definizione caricaturale, piatta e 2D delle fattezze dei personaggi, come musi e soprattutto occhi, Troppo cattivi parla direttamente al cuore di chi ama il taglio tradizionalissimo del "cartoon" vecchio stampo: quel design che riporta all'infanzia e che spinge magari i più giovani a impugnare una matita per riprodurre quelle smorfie, attraverso il tramite di quell'espressività carica, spiritosa, tenera e buffonesca. A questo va aggiunto che, come già accade in queste settimane con Red della Pixar e in direzione opposta con Belle di Mamoru Hosoda, il mondo dell'animazione è sempre più globalizzato e gemellato: il personaggio di Mr. Wolf, nelle pose e nei movimenti scomposti da strafottente giullare ci ha ricordato troppo il Lupin di Monkey Punch (anzi, andando oltre, non riusciamo a smettere di pensare al Fiuto di Sherlock Holmes degli anni Ottanta, l'anime nippoitaliano di Hayao Miyazaki coprodotto dalla RAI).

Le rocambolesche imprese del Lupin animato, fitrate nella magia degli animali antropomorfi, sono anche un'eco però nelle stesse vicende e nelle gag della spiritosa sceneggiatura, ricavata da Etan Cohen basandosi sui libri illustrati di Aaron Blabey (editi in Italia da Fabbri, ma presentano uno stile grafico differente). Per uno spettatore che abbia un minimo di esperienza nel mondo dell'audiovisivo, non esiste praticamente alcun vero colpo di scena, nel tragitto emotivo dei personaggi o nelle pieghe del plot. Anche i protagonisti, va ammesso, sono elementari nella caratterizzazione. Ma non importa: gli autori sanno che Troppo cattivi parla di amicizia, vocazione "professionale", onore, senso della famiglia. Tutti valori semplici, bene a fuoco e adatti a tutta la famiglia.
Perifel e la sua squadra non danno però nemmeno il tempo allo spettatore scafato di liquidare il loro sforzo: com'è da tradizione DreamWorks, si scherza con gli amiccamenti cinematografici, ma senza esagerare e con ammirazione profonda. Perché un conto è ridere di Quentin Tarantino, altro conto è avviare il film con una ripresa senza stacchi dal tavolo di un diner all'interno della banca da svaligiare. Un piano sequenza in animazione. È complicato dal vero, ma non commettete l'errore di pensare sia più facile in un cartoon. Per non parlare delle scene d'azione, con inseguimenti assurdi che confermano la genialità della DreamWorks Animation ammirata in analoghi deliri di Madagascar 3: Ricercati in Europa e Baby Boss 2 - Affari di famiglia, con la differenza però che Perifel si muove in territori meno grotteschi e, meno male, si ferma più spesso per respirare.
Alla fine Troppo cattivi è un film che promette, mantiene e ricorda, ma non è una sorpresa, che la DreamWorks Animation è sulla breccia da vent'anni, e l'esperienza maturata si vede. Non aspettiamo sempre i "capolavori", inchinarsi alla professionalità a volte lascia una piacevole soddisfazione.



  • Giornalista specializzato in audiovisivi
  • Autore di "La stirpe di Topolino"
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