Tre uomini e una gamba: la recensione della commedia on the road con Aldo, Giovanni e Giacomo
L'esordio cinematografico del trio comico fra i più amati della televisione italiana degli anni '90.
Gli anni ’90 per il cinema italiano sono anche il decennio degli esordi al cinema dei comici televisivi. Se ne contano a decine, ma uno dei più significativi è stato sicuramente quello del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Partiti in realtà come gruppo teatrale, hanno poi amplificato la portata del successo e della popolarità soprattutto a metà del decennio, come ospiti fissi di Mai dire Gol, nel momento di maggior successo della trasmissione culto della Gialappa’s Band. Cinefili da sempre, come dimostrano molti dei loro spettacoli degli inizi teatrali milanesi, hanno esordito nel 1997 con questo film, da loro anche diretto, insieme a Massimo Venier, e scritto, insieme a Giorgio Gherarducci della Gialappa’ Band.
Danno sfogo alla loro cinefilia anche in Tre uomini e una gamba, con un prologo e altri due sketch, che nella drammaturgia sono film che i protagonisti vedono, in cui si cimentano con generi diversi: prima sono dei killer siciliani in America in un film di mafia, inutile dire che finisce tutto in un goffo bagno di sangue; poi una breve storia neorealista, a modo loro ovviamente, con Giovanni rigido controllore sul tram, Aldo senza biglietto e Giacomo testimone che spera in una salata multa; infine un horror dal sapore gotico, in costume, che conclude questi curiosi, e riusciti, viaggi nel genere, che metteranno poi a frutto per la loro carriera futura al cinema.
Tre amici alle soglie dei quarant’anni sono pronti per un viaggio che li porterà da Milano, dove lavorano insieme nel negozio di ferramenta “Il Paradiso della Brugola”, di proprietà del burbero e tirannico suocero di Aldo, Giovanni, e presto di Giacomo, visto che stanno andando proprio al matrimonio di quest’ultimo, in Puglia, dove convolerà a giuste nozze con la terza, e ultima, pargola del temuto suocero. Un’estate afosa, come d’ordinanza, per lasciare la città e andare verso il mare di Gallipoli, portando con sé una preziosa statua d’arte contemporanea, la gamba del titolo, di dubbio gusto, magari, ma di grande valore. Altro compagno di viaggio il cane Ringhio, nome tutto un programma per un bulldog preferito dal suocero, interpretato per lo più al telefono in maniera divertente da Carlo Croccolo. Dunque, a parte portare il futuro sposo, l’unico compito di responsabilità è di arrivare con gamba e Ringhio. Sapete già che non andrà certo così liscia.
La questione Giacomo, invece, verrà complicata da una compagna di viaggio imprevista, interpretata dalla loro collaboratrice abituale Marina Massironi, che lo colpirà al cuore. Va detto che nella realtà i due sono stati sposati negli anni ’80.
Tre uomini e una gamba è un esordio riuscito, per il trio, che ha spianato loro la strada a un solido futuro sul grande schermo. Il trio conferma un’attenzione al racconto di storie con un respiro cinematografico, evitando il rischio di alternare semplicemente sketch di impronta televisiva, come spesso accaduto a colleghi provenienti dal piccolo schermo. Si percepisce l’amore per il cinema, con l’adesione alle regole del genere on the road, o alle molte citazioni, come quella della partita di calcio sulla spiaggia di Marrakesh Express. In questo modo gli amanti delle loro apparizioni televisive sono confortati dal ritrovare dinamiche consolidate, ma la risata si sposa con un tono malinconico e un certo slancio da commedia romantica americana. Il tutto senza esagerare, però. “Così domani ti sposi? Sì, ma niente di serio”.
- critico e giornalista cinematografico
- intervistatore seriale non pentito