This Beautiful Fantastic: la recensione del film con Jessica Brown Findlay e Tom Wilkinson

10 maggio 2017
2.5 di 5
11

Il film di Simon Aboud arriva nei cinema italiani l'11 maggio 2017.

This Beautiful Fantastic: la recensione del film con Jessica Brown Findlay e Tom Wilkinson

Capitolo uno, nel quale conosciamo la protagonista Bella Brown e la storia di This Beautiful Fantastic comincia.
Con l'introduzione di un narratore e il gemito di un neonato. La bambina che frigna nella cesta non piange perché é stata abbandonata - le anatre si sono prese cura di lei - né perché un vecchietto in costume da bagno le gocciola sul naso gli odori del lago, facendole strabuzzare gli occhi; Si dispera perché è stata lasciata nel folto del parco, all'aria aperta, circondata dalla natura invadente che prova inutilmente ad accattivarsi le sue simpatie, suscitando invece una spiccata avversione che la accompagnerà per il resto della vita. Almeno fino al capitolo due, nel quale scopriamo che da grande è diventata una scrittrice, una bibliotecaria e una maniaca dell'ordine. Ma della prima neanche lei è tanto sicura.

"La più strana tra gli strani" ama bordare piatti fondi di carote e cipolle caramellate, gambi d'asparagi e piselli, creando col cibo disegni astratti e figure geometriche che poi ricompone nelle sue illustrazioni. I personaggi che abitano il suo mondo indossano abiti dismessi e fuori moda, abbinati in modo pacchiano alla personalità di ciascuno, come i grigi caftani e le falde sporgenti. Tanto che non riusciamo a capire in quale epoca si svolgono gli eventi finché Bella non esce fuori dalla comfort zone, aggredita da una modernità discordante dalla quale fa subito un passo indietro.

Nel vivo del capitolo tre, nel quale Bella ruba un cuoco e un'intuizione, conosciamo Vernon, il maggiordomo del signor Stephenson, l'arcigno vicino di casa, venuto a lavorare per lei. Il furto scatena il rancore del vecchio bizzoso che rivuole il cuoco personale indietro, e per punirla riporta al padrone di casa l’incuria nella quale la ragazza ha abbandonato il giardino della proprietà. L'intervento di Vernon la salva dallo sfratto immediato, regalandole un mese di tempo per sistemare le cose. Intanto nella biblioteca dove lavora entra in possesso del progetto di un uccello meccanico appartenente a Billy, protagonista del capitolo quattro, nel quale Bella si innamora di un inventore ribelle che mangia uova sode in biblioteca anche se le regole lo vietano.
Il confronto con l'Amélie di Jeunet viene spontaneo, anche per l'accompagnamento musicale. Le melodie pastello, interrotte dai singhiozzi degli archi e delle fisarmoniche, che nel film di Jeunet si accordavano e seguivano le eccentricità di Amélie, qui intervengono a imitare le ansie e le paranoie di una protagonista definita dalle sue turbe mentali. Bella si riduce a uno sguardo corrucciato e un appartamento immacolato, più in là a una storiella autobiografica che usa una metafora animale nemmeno tanto originale. Anche i suoi picchi emotivi appassiscono in fretta: il sorriso lampeggiante non esplode mai in risata, gli abiti grigi e i tessuti pruriginosi non diventano, come ci si aspetterebbe, cotone e flanella.

Nella giungla (giardino) del signor Stephenson la luce inonda lo schermo, lo sguardo offuscato di Bella si riflette nei giochi di lenti e fuochi, e con un inquadratura dall'alto precipitiamo nel mezzo del capitolo cinque, nel quale Bella con un "oooh" e un “aaah” supera la sua avversione per le graminacee.
Il "bellissimo" e il "fantastico" del titolo non sono che esclamazioni di meraviglia, manifestazioni dell'incontenibile stupore di fronte allo spettacolo della natura domata, all'ammasso di "piante da salotto", nel salotto del signor Stephenson. Il verde abbagliante della vegetazione selvatica, al coperto assume un'aria composta e pacata, e in questa veste meno aggressiva le permette un approccio più deciso: al giardino e al capitolo finale, nel quale Bella realizza il sogno di "fare la differenza". Per qualcuno.



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