LA TRAMA DI THIS BEAUTIFUL FANTASTIC
Nella cornice fiabesca di un giardino "segreto" nel cuore di Londra, nasce l'amicizia tra l'eccentrica Bella e il solitario Alfie.
Bella Brown (
Jessica Brown Findlay) è una ragazza stravagante: cresciuta tra i libri, da adulta è ancora persa in un mondo di fiabe, che adesso sogna di raccogliere in un libro illustrato. L'ordine maniacale, frutto di un un disordine ossessivo-compulsivo, con il quale organizza l'appartamento dove vive, si riflette dappertutto in casa tranne che nel giardino sul retro, lasciato incolto e circondato da un viluppo di foglie secche e rampicanti appassiti. La cosa infastidisce il burbero e anziano inquilino della porta accanto,
Alfie Stephenson (
Tom Wilkinson), vedovo disincantato e orticoltore esperto, che tuttavia si offre di aiutarla quando, proprio a causa del giardino trascurato, Bella rischia lo sfratto. Nei momenti che non trascorre con il vicino di casa a piantare, potare e sradicare erbacce, Bella lavora nel suo habitat naturale, il luogo dove i libri e le storie vengono imbrigliate in tomi e catalogate secondo rigidi schemi, la biblioteca. Fortuna vuole che sia anche il luogo dove poter incontrare spesso un certo inventore occhialuto.
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RECENSIONE
Il romanzo che Bella Brown cerca di portare a termine è come il film che la vede protagonista: un racconto di metafore e illustrazioni, tinteggiato di colori piatti e zero prospettiva, che comunque riesce a conservare una certa poesia nell'impaginazione classica da romanzo per bambini. Il regista Simon Aboud si concentra sulla fotografia luminosa e le composizioni floreali, dimenticandosi o non riuscendo a imprimere un gusto definito alle vicende della protagonista "più strana tra gli strani". Bella Brown non poi è così stravagante come si vuol far credere. A parte la fissa per l’ordine, manca di tutte le piccole manie che contraddistinguono personaggi simili. Non mangia i lamponi con la punta delle dita come fa Amélie Poulain, né parla col ritratto di Peter Coniglio come la scrittrice Beatrix Potter. La sua storia va avanti solo grazie all'intervento dei personaggi secondari. Per giunta tutti uomini. (Antonia Murgo)
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